La 36^ Red Bull Dolomitenmann sarà sicuramente ricordata per la prima storica apertura ai team femminili, con la campionissima Andrea Mayr, dominatrice della prova di mountain running, a fissare altro tassello, questa volta forse più simbolico che agonistico, tra le perle della sua inimitabile carriera.
Mountain running, parapendio, mountain bike e poi canoa kayak: questi i quattro ingredienti che, ad inizio settembre, puntuali si miscelano da più di trent’anni nell’austriaca Lienz, per creare una staffetta multi-sport capace di smuovere ogni anno migliaia di appassionati, attratti anche dagli eventi collaterali messi in campo da partner importanti come RedBull, affiancatisi ormai da anni al comitato organizzatore locale.
Kolland Top Sport Future, con Philemon Kiriago nella prova di corsa in montagna, davanti ad Elk – la squadra di Henri Aymonod – e Kolland TopSport Professional, il team di Patrick Kipngeno: questo dice il podio finale al maschile, mentre quello femminile saluta la vittoria di Kolland Top Sport Energy, guidato da Andrea Mayr.
La prova di mountain running registra il nuovo dominio su percorso uphill del due volte iridato Patrick Kipngeno, capace di relizzare un notevole crono finale di 1h22’18”, lasciando a 1’52” il compagno Philemon Kiriago, argento iridato, vincitore della Sierre-Zinal e attuale leader della Valsir Mountain Running World Cup. Sul podio della prima frazione, sale anche Henri Aymonod, autore di bel finale di gara, che chiude la sua fatica in 1h25’58”. Bene anche Andrea Rostan, quarto in 1h26’17”, così come l’altoatesino Armin Larch, rimasto sempre nel vivo dell’inseguimento al duo di testa e poi quinto in 1h27’08”. Tra i migliori di giornata anche lo sloveno Rok Bratina (1h28’31”), l’austriaco Christof Hochenwarter (1h29’04”), il keniano Ephanatus Neri (1h29’29”), il ceco Mark Chrascina (1h29’47”) e l’austriaco Matthias Klocker (1h31’19”). Nella prova donne, è dominio per un’Andrea Mayr forse neppure così in palla come nelle precedenti uscite di stagione: diciannovesima assoluta in 1h37’18” lascia comunque a più di 11′ la più immediata inseguitrice, la connazionale Johanna Hiemer, quarantaquattresima assoluta in 1h48’51”.
In sabato al solito ricco di grandi appuntamenti, spazio anche alla Jungfrau Marathon, altra grande classica, questa volta in territorio svizzero. Una vera e propria maratona quella di Interlaken, ma con un profilo altimetrico di sola salita che ha sempre esaltato le caratteristiche dei grandi interpreti della corsa in montagna internazionale. Ai piedi della mitica Jungfrau, nelle Alpi berlesi: 1800 metri di ascesa altimetrica, buona parte della quale racchiusa negli ultimi 17 Km di gara, e gli storici record di Jonathan Wyatt (2h49’01” nel 2003) e Maude Mathys (3h12’56”). In questo scenario, tanto agonistico quanto paesaggistico, si è svolta il 9 settembre l’edizione numero trenta, senza italiani di spicco al via e con le vittorie finali dell’ucraino Vitaly Shafar, già protagonista di vertice alla Sierre Zinal, e della svizzera Therese Leboeuf. Tempi finali elevati, a dispetto di gara lanciata ad ottimi ritmi, con l’atleta ucraino protagonista sin dalle prime battute insieme al maratoneta spagnolo Chakib Lachgar, poi crollato dalle parti di Wengen, attorno al 30esimo Km., e quarto al traguardo. Anche Shafar paga molto nel finale, chiudendo in 3h04’32”, ma contenendo con margine la rimonta del marocchino Elhousine Eiazzaoui, secondo in 3h07’21” davanti al colombiano David Cardona (3h10’00”). Tempi finali molto alti anche al femminile, con il bronzo iridato dello short trail Therese Leboeuf a vincere in solitaria dopo 3h40’43” di fatica. Sul podio con l’elvetica, salgono la belga Karen Van Proeyen (3h50’52”) e la svizzera Petra Eggenschwiler (3h58’29”)