Nel giorno di Grayson Murphy e del derby Uganda-Kenya il mondiale di corsa in montagna regala emozioni anche ai tifosi italiani. Lucia Arnoldo lotta a lungo per la vittoria finale nella gara junior, alla fine è un bronzo da applausi. Nella gara elite maschile, lanciata a velocità folli da Kiriago ed Abraham, si esaltano Maestri e Xavier. Lottano con Kenya, Uganda e Spagna, centrano una doppia top-ten e con il capolavoro finale di Alberto Vender che chiude 14° regalano all’Italia l’argento a squadre. Bravo Rota all’esordio, è 23°. Gara junior maschile ed elite femminile più avare di di soddisfazioni per i colori azzurri. Grande trionfo per Grayson Murphy.
Ci siamo ancora, l’Italia della corsa in montagna ritrova le medaglie nella giornata conclusiva del già leggendario mondiale di Innsbruck 2023.
Dopo i bocconi amari della giornata d’apertura la nazionale di Paolo Germanetto ritrova il fulgore e la combattività dei giorni belli, quando dominavamo il mondo. Nella densità di livello delle gare up&down risorgiamo con un bronzo individuale nella junior femminile, due legni comunque di livello nelle classifiche a squadre giovanili ed il clamoroso e spettacolare argento degli elites uomini.
Junior Men
Il programma di giornata inizia con la gara under 20 maschile. Il veloce tracciato cittadino di Innsbruck esalta gli atleti ugandesi che mettono da subito le cose in chiaro. Solo un momentaneo errore di percorso ed una prestazione maiuscola dello svizzero Mathieu Buhrer tengono il pronostico aperto. Dopo l’attacco sulla ripida salita iniziale sembra che per James Kirwa ed Hosea Chemutai sia tutto facile, ma Buhrer approfitta di una indecisione dei due battistrada e prova fino all’ultimo ad impensierirli. E’ il segmento del city trail e risultare fatale al giovane elvetico, che chiude comunque con il bronzo dietro al campione del mondo Kirwa ed all’argento Chemutai. Italia fuori dalle medaglie a squadre per un soffio. Bravi Dallapiccola e Morosini, 14° 20°, ma non basta perché Svizzera, Francia e Spagna fanno meglio, l’Italia deve accontentarsi del legno.
Junior Women
Gara completamente diversa per le forze in campo quella under 20 donne. La Gran Bretagna della vice iridata 2022 Rebecca Flaherty domina in lungo ed in largo attaccando a ripetizione in salita proprio con la Flaherty e con Laureen Russel, ma dopo lo scollinamento si riporta su di loro anche la spagnola Ines Herault. La Russel cede ed in discesa esplode la gara, grazie anche all’azzurra Lucia Arnoldo che con un grandissimo numero si porta al 2° posto e mette la Flaherty nel mirino.
E’ sfida vera, le protagoniste non si risparmiano e all’arrivo nel city trail l’ultimo km si trasforma in una sfida appassionante. La Flaherty e la Herault ne hanno di più, ma per Lucia Arnoldo è un bronzo che manda in delirio il pubblico a casa e i tantissimi tifosi italiani saliti in Tirolo. A squadre dilaga la Gran Bretagna, la Francia è d’argento e ci beffa ancora la Spagna grazie al gran finale di Nadia Soto che rimonta tante posizioni. Le altre azzurre: Anna Hofer 12^, Emily Vucemillo 17^, Matilde Bonino 24^.
Intervista a Lucia Arnoldo
Senior Elites Uomini
La gara più folle e devastante, quella impossibile da pronosticare, quella su cui Kenya ed Uganda puntavano di più. Gli Ugandesi adottano una tattica al limite dello scriteriato, nel primo dei due giri il giovane Isaac Kibet fa il diavolo a quattro, parte a tutta poi accusa la rimonta di Kiriago e Abraham, riattacca in discesa con Cherop ma al passaggio del primo lap inizia a rallentare fino a finire fuori dalla competizione, si ritirerà. Kiriago ed Abraham provano a crederci, si scannano nella 2^ salita ma finiscono per dissanguarsi e dover cedere a Leonard Chemutai che è autore della rimonta decisiva. Ma è ciò che accade alle spalle degli africani che regala ulteriore spettacolo. Tutti i big partono coperti, Maestri nel primo giro è intorno alla 20, li c’è anche Blanes, c’è Garcia, c’è il capitano Xavi Chevrier, ci sono Klein, Bugge, Ricard. Nel 2° giro si getta la maschera, Blanes rimonta furiosamente, Maestri e Xavi si riportano sotto e poco lontano c’è anche Vender. La 2^ discesa risulterà decisiva, con tante posizioni che mutano nelle ultime centinaia di metri. Sul traguardo Chemutai è imprendibile, Kiriago sigla un grande argento, Abraham è d’argento.
Poi ci sono Cherop, Kipngeno, Garcia, Maestri, Kiprotich, Chevrier e Blanes. E’ una top ten storica che abbinata al 14° di Vender ci laurea vice campioni del mondo alle spalle di un Kenya che ha mancato il bersaglio grosso ma che ha corso in maniera più solida a squadre. Battiamo la Spagna, e dopo la Thailandia è una dolce rivincita, perché si tratta di un’avversaria di altissimo livello che che i nostri ragazzi rispettano profondamente. Promosso l’esordio di Luciano Rota, nella sbornia di grandi nomi il suo 23° posto finale è di buon spessore.
Senior Elites Donne
La gara più spettacolare ? forse, sicuramente il duello più avvincente ed affascinante quello meso in piedi da Grayson Murphy e da Tove Alexandersson. La statunitense e la svedese a giocarsela ad armi pari con kenyane ed ugandesi in una sarabanda di sorpassi e controsorpassi, crisi, cedimenti, rimonte che ha regalato una vendemmia di emozioni ed adrenalina. L’attacco sulla prima salita di Grayson è stato un inno alla classe ed alla perfezione del gesto, una tecnica ed una grazia perfette che solo la potenza stravolgente di Tove Alexandersson hanno provato ad oscurare. La svedese fa il giochetto in cima alla salita, riprende le avversarie una ad una, passa anche la Murphy e si lancia in una fuga che raggiunge anche i 15 secondi. Grayson non si scompone, cerca di rimanere con l’avversaria in vista nel tratto pianeggiante e poi sul 2° muro sferra un altro attacco.
La Alexandersson sembra tenere ma ben presto viene rimontata anche da Annette Chelangat che sembra avere la meglio su Joyce Muthoni Njeru, messa in crisi dal sentiero che torna a salire.
Tutti attendono una nuova discesa da kamikaze della Alexandersson ma sembra che sia l’Ugandese ad averne di più, mentre dietro le varie Kisang, Joyce Njeru e Rutto fanno a sportellate e devono guardarsi ad una scatenata e determinata Madalina Florea, decisa a cancellare la brutta giornata d’esordio. Il finale è un’altra volta epico, Grayson Murphy non si volta più indietro, dilata il gap e chiude da sola e trionfante, con 57” sul Tove Alexandersson che non molla e nel finale ha ragione di una Chelangat che si pianta letteralmente e paga un conto salato, chiuderà solo 11^. La medaglia di bronzo è così per Joyce Njeru, la regina di coppa (2 world cup in bacheca per lei) si redime dopo la delusione della Thailandia e sale su un podio stellare. Super finale di Valentine Rutto che sigilla il 4° posto, con una superlativa Domenika Mayer (Germania) al 5° posto. Grande 6^ piazza per la Florea (brava davvero), poi nell’ordine Kisang, Horochova, Jarousseau e Goodall. L’Italia applaude un bel 14° posto di Francesca Ghelfi che fa una gara tutta in rimonta e chiude lottando con star del calibro di Scout Adkin e Christelle Dewalle (gran mondiale il suo, due gare molto solide). Elisa Sortini chiude 20^ ed alla Talamonese oggi va detto grazie perché un percorso cosi era decisamente poco adatto alle sue caratteristiche, gli scalpi che ha fatto sono stati una volta ancora importanti. Giornata meno brillante per Sara Bottarelli e Vivien Bonzi, che chiudono al 30° e 40° posto.
It’s over
Il tempo per un bilancio ed un editoriale più accurato su questo mondiale ci sarà in settimana a cura di una delle nostre firme. Intanto rimane la stordente bellezza di un mondiale organizzato davvero con grandi ambizioni e mezzi. Per gli atleti è stata una esperienza indimenticabile, per noi che abbiamo provato a raccontarvelo anche.
Troverete sui social e qui nelle prossime ore e giorni i link a classifiche, foto e già trovate quelli per rivivere le gare commentate live da Innsbruck.
La corsa in montagna Italiana esce a testa alta dal mondiale col livello forse più alto di sempre, nel segno dei nostri ragazzi d’argento, di una Arnoldo medagliata e felice, di un gruppo e di un movimento che rimangono custodi dei valori che ci hanno reso grandi in questo sport.
Foto Marco Gulberti