Alberto Vender, è il nome al centro di molte dinamiche del mountain running azzurro 2023.
Il ragazzo di Pieve di Bono è chiamato alla stagione del salto di qualità dopo il settimo posto al mondiale up&down 2022 (migliore degli azzurri nella gara forse di maggior livello assoluto del programma iridato della rassegna di Chang mai), ma anche dopo aver guidato il Valchiese ad uno storico tricolore a staffetta. La firma pochi giorni fa con Dinamo lo ha portato ad intraprendere un percorso in cui al centro ci sarà la corsa , con tutto ciò che ne consegue in termini di aspettative dall’esterno. Lo abbiamo intervistato per voi durante il primo raduno dell’anno con la nazionale
CIM – Alberto, poche e sintetiche domande per darti modo di presentarci la tua stagione e divagare anche leggermente su quella che è la grande novità che ti riguarda in ambito professionale. Ma prima e’ davvero impossibile non Ripartire da qualche mese fa, da Chiang Mai, dal mondiale Classic up&down che ti ha visto 7imo, migliore degli azzurri in una gara dal peso specifico incredibile… la domanda è duplice: come ci sei arrivato fino li, e che cosa ha significato per te ?
Ciao a tutti gli amici di corsainmontagna.it
Il percorso che mi ha portato a questo settimo posto mondiale è partito esattamente 10 anni fa quando ho salutato il calcio per dedicarmi all’atletica e principalmente alla corsa in montagna. In questi anni ci sono state tantissime esperienze, tante gioie e alcune delusioni, tutto è servito per farmi maturare come persona e come atleta. Negli ultimi tre anni ho vissuto una crescita importante, sia dal punto di vista fisico ma anche sotto l’aspetto mentale di consapevolezza nelle mie capacità; credo che il mondiale Thailandese rappresenti il traguardo di una bellissima tappa di questo mio percorso. Dopo i primi anni nelle categorie Seniores, dove il salto dalle categorie giovanili si è fatto sentire, incrementando gradualmente allenamenti e kilometraggio delle gare ho iniziato ad essere competitivo in gare di alto livello. Gara dopo gara e allenamento dopo allenamento percepivo sempre più che, una volta entrato in condizione, ero in grado di correre ad alto livello e competere con i tanti campioni, Italiani e internazionali, che ho ammirato da quando mi sono approcciato a questa disciplina. Questo bagaglio di esperienze e consapevolezza è stato essenziale per approcciarmi al mondiale di Chang Mai con la giusta determinazione ed il settimo posto raggiunto, alla luce degli atleti in gara, è davvero qualcosa di importante e me ne rendo conto ogni volta che ho occasione di ripensare a questa bellissima esperienza. Questo traguardo per me rappresenta prima di tutto un obiettivo raggiunto, per il quale ho gioito con tutte le persone che mi vogliono bene una volta tornato a casa e che sempre ricorderò come un qualcosa di estremamente bello. Allo stesso tempo è fonte di grande motivazione: dare del proprio meglio in contesti così importanti diventa un obiettivo per le prossime stagioni, cercando di migliorarsi sempre più.
CIM – Una grande novità in ambito professionale dicevamo, qualche settimana fa è stato presentato il team Dinamo, e tu ne fai parte, cosa cambia nella tua quotidianità e nella tua programmazione ?
Essere parte del team Dinamo è per me molto entusiasmante e stimolante. Per noi atleti è un progresso importante, siamo supportati sotto tutti i punti di vista da un equipe di persone che sono preparate e disponibili nel fornirci risposte alle nostre esigenze. Oltre che puntare a farci crescere come atleti c’è anche la volontà di farci maturare come persone fornendoci nozioni importanti in tutti gli ambiti coinvolti nella nostra attività, a tal fine abbiamo già intrapreso dei corsi di formazione. Lo stesso Luca (ndr Spada, fondatore e presidente del team) ci ha spiegato il funzionamento dei prodotti Dinamo e trasmesso concetti rilevanti redendosi disponibile per ogni esigenza. La sua passione verso il nostro sport è contagiosa ed è qualcosa di importante, tanto da essere il motore da cui è nato questo progetto innovativo.
Con i primi mesi dell’anno ho riorganizzato la mia quotidianità, sto trovando un nuovo equilibrio dove la corsa non è relegata al tempo che rimane nelle giornate ma ha uno spazio più importante e dedicato. Ho ridotto l’orario lavorativo nell’azienda dove lavoro, passando ad un part-time che è funzionale alle mie esigenze da atleta. Sono contento perché in Bomè (ndr Bomè S.r.l. azienda in cui lavoro) ho trovato comprensione e disponibilità non scontate: è stata capita la mia duplice volontà di provare da un lato a realizzarmi maggiormente come atleta, cogliendo appieno l’opportunità che si è presentata con Dinamo e dall’altro di continuare un percorso parallelo iniziato con gli studi e proseguito con le prime esperienze lavorative giungendo in questa azienda dove sto crescendo molto.
Come programmazione ci saranno alcune novità da apportare gradualmente una volta che ogni cosa prende il suo posto. Sicuramente sarà più semplice programmare qualche doppia seduta di allenamento, anche le sedute di allenamento più lunghe potranno essere svolte durante la settimana e non relegate al weekend. A livello di gare la volontà comune mia e del team è di consolidare quanto di buono fatto fin qui nella corsa in montagna classica e gradualmente approcciarsi anche a gare più lunghe del solito ma che rientrano sempre nelle mie caratteristiche tecniche.
CIM – Ennio Colo’, forse un nome poco noto al grande pubblico, ma per gli appassionati di corsa in montagna significa competenza, serietà, grande coraggio… raccontaci del tuo rapporto con lui e di come ha saputo farti credere in te stesso per migliorare così tanto negli ultimi anni
Ennio è una persona per cui provo stima, affetto e immensa gratitudine. Il mio rapporto con lui è giornaliero, tramite dei semplici messaggi ci teniamo aggiornati su come vanno le cose per decidere insieme come procedere con gli allenamenti. In occasione delle sedute più impegnative cerca di essere presente per poter vedere dal vivo come vanno le cose e appena c’è qualche questione rilevante vado a trovarlo a casa o passa lui da me e ne parliamo a quattrocchi davanti ad un buon caffè. La sua presenza e la sua vicinanza è stata fondamentale per la mia crescita, Ennio mi ha sempre detto che avrei potuto fare cose importanti quando io, dentro di me, non ci credevo fino in fondo. Ci sono stati alcuni episodi chiave che ricordo con grande piacere, dove io gli parlavo con la mia insicurezza che mi ha sempre accompagnato e lui mi invitava a cambiare mentalità e tutto questo ha avuto il suo compimento con tutte le esperienze fatte negli ultimi anni. Recentemente durante un allenamento in cui mi seguiva in bici mi ha detto: “vedi Alberto che tutte le cose che prospettavo per te e per la tua crescita atletica stanno prendendo il loro posto proprio come ti avevo detto”…non ho potuto far altro che sorridere perché è proprio così. Abbiamo ancora tanta strada da fare insieme e tanti bei traguardi da raggiungere, per ora ancora una volta sapendo che non lo dirò mai abbastanza, GRAZIE ENNIO!
CIM – Stagione 2023, un esordio tra cross e strada, poi il raduno con la nazionale, il mondiale a giugno …come la imposterai e quali sono i tuoi reali obbiettivi ?
In questi primi mesi dell’anno mi sto allenando al meglio al fine di gettare le basi per la stagione ormai alle porte. Sono contento di come stiano andando le cose e di come il mio fisico stia rispondendo ai vari stimoli. La recente settimana di raduno con la nazionale è stata un’esperienza incredibile, siamo stati al Tuscany Camp e abbiamo passato delle giornate tanto intense quanto belle. C’è sempre un bel clima quando ci troviamo insieme e questo è fondamentale per poi provare, come nazionale italiana, a fare cose importanti nel corso della stagione. A livello di gare nella prima parte dell’anno ho deciso di fare alcune esperienze su cross e strada in contesti di rilievo nazionale e internazionale per poter mettermi alla prova e accumulare esperienze che ritengo fondamentale per la mia crescita. Il 19 marzo correrò la 10 km di Lille (Francia) e poi inizierò a concentrarmi sulla corsa in montagna.
Le gare obiettivo su cui si basa la mia preparazione sono i mondiali di Innsbruck, up & down distanza classic e la Sierre Zinal. Chiaramente ci saranno altre gare di preparazione e altre gare in cui tengo a fare bene come i campionati italiani di corsa in montagna (I prova a Limana e II prova a Gazzaniga), Dolomyths Run e Trofeo Nasego.
CIM – Dopo le recenti stagioni in cui hai dimostrato di poter dire la tua su determinati contesti (ricordiamo per tutti il brillante mondiale 2022, la vittoria tricolore a staffetta con il Valchiese ed il best time individuale al Vanoni) parrebbe essere giunta l’ora del così detto salto di qualità … senti la pressione e le attese? Le saprai gestire? Cosa cerchi tra gli obiettivi da raggiungere per poter dire alla fine che questa missione sarà compiuta ?
Sicuramente nelle ultime stagioni ho fatto cose buone ed in parte un salto di qualità come atleta l’ho già compiuto. Non voglio comunque nascondermi, sono il primo che ha grandi aspettative per questi prossimi anni dove voglio consolidare quanto di buono fatto e impegnarmi al massimo per migliorare ancora. Per quanto riguarda le aspettative sinceramente non sento pressioni esterne, mi concentro su me stesso e provo a mantenere il mio equilibrio mettendo il massimo impegno e serietà in quello che faccio, non perdendo mai il divertimento ed il piacere di correre, ingredienti fondamentali per trovare sempre nuovi stimoli. I risultati sono una conseguenza di questo mix di elementi, poi le cose non sempre vanno per il meglio, ma questo fa parte del gioco. L’importante è prendere da ogni esperienza, positiva o negativa, tutti gli spunti che sono utili per il percorso che sto facendo. Per quanto riguarda gli obiettivi sono molteplici, io gli dico poi se non riesco a raggiungerli sicuramente ci avrò provato😉: ben figurare con la maglia azzurra in occasione dei mondiali di Innsbruck e delle successive competizioni, correre una Sierre Zinal da protagonista e vincere il titolo italiano di corsa in montagna classic.
CIM – Domanda ormai d’obbligo : Sierre-Zinal, è giunto il momento ?
Spero proprio di si! Già lo scorso anno ero molto motivato per debuttare a Zinal ma una volta rientrato dagli Europei di El Paso mi sono dovuto fermare per un paio di mesi per un problema alla coscia sinistra. Quest’anno come ho già avuto modo di dirvi è una delle gare a cui tengo di più, consapevole che si tratta di una gara molto dura, con una start list di altissimo livello, il mio obiettivo è quello di arrivarci al meglio per provare a fare una buona gara in un contesto che fino ad oggi ho sempre vissuto da spettatore.
CIM – Siamo ai saluti, vuoi regalarci una tua riflessione sullo stato attuale del panorama italiano delle competizioni di corsa in montagna ? Cosa ti piace, cosa meno, dove dovrebbe lavorare il movimento per aiutare voi atleti a crescere ancora ?
A mio modo di vedere il movimento della corsa off-road dovrebbe lavorare compatto remando in un’unica direzione, il riscontro che questa è la strada da percorrere lo abbiamo anche dal mondiali unificato, Mountain & Trail Running, che ha debuttato in Thailandia e che vedrà ad Innsbruck una seconda edizione che presenta già ad oggi numeri davvero importanti basta vedere il numero di nazioni già iscritte. Il segnale è forte e chiaro, si cresce tutti insieme e questa è la strada da percorrere. Credo che in Italia ci sia del lavoro da fare, io stesso che sono un atleta faccio fatica a darmi la spiegazione di alcune dinamiche presenti all’interno del nostro movimento, quindi immagino cosa pensi una persona esterna quando vede che ci sono più federazioni e più campionati italiani e addirittura più nazionali, per discipline che certo presentano caratteristiche tecniche diverse ma che a mio modo di vedere ricadono tutte nell’off-road running. Tutto questo secondo me crea confusione, dispersione di risorse e tutti gli attori coinvolti hanno qualcosa da perdere da questa organizzazione. Credo che siamo in un momento storico per la corsa in montagna molto importante: c’è molto interesse da parte delle persone che vogliono approcciarsi a questa disciplina e da parte delle aziende che vogliono investire nel nostro sport. Spero che tutti insieme, noi atleti, gli organizzatori di eventi e le federazioni coinvolte, possiamo essere in grado di massimizzare le esternalità positive che possono nascere da queste attenzioni.
Ciao Albertino, GRAZIE, e come sempre . . . VAMOSSSS !!!