Angermund, Dragomira, Peterman e Lhirondel non sbagliano. Capolavoro di Francesco ed Andreas. Italia a squadre: maschile campione nello short, bronzo nel long femminile
Nel giorno delle lunghe distanze l’Italia coglie due medaglie individuali entusiasmanti, sono quelle della resilienza e dell’ostinazione di Francesco Puppi e della consacrazione per Andreas Reiterer. Due storie fatte di fatica e lacrime, di cadute e risalite, molto diverse nel percorso, unite nell’epilogo odierno.
Intorno ai due medagliati si raccolgono quattro squadre ed un gruppo che hanno onorato la maglia azzurra posizionando l’Italia nelle posizioni di vertice del movimento trail mondiale. Forse non avremo i numeri degli Stati Uniti ne l’indiscutibile caratura tecnica della Francia, ma l’Italia del Trailrunning rispetto a qualche edizione fa è ben altro cliente per le nazionali avversarie, se ne sono accorti in tanti oggi.
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Short Trail – Stian e Denisa, Missione compiuta
Si sono staccati da tutto e tutti per quasi un anno, sacrificando tante gare (e ciò che ne consegue) per preparare al meglio questo appuntamento. Il Norvegese Stian Hovind Angermund e la rumena Denisa Ionela Dragomir sul loro specchio alla Rocky Balboa non avevano la foto di Ivan Drago ma quella del mondiale thailandese. E’ missione compiuta per entrambe, in testa e nel vivo dell’azione dal primo km, uno spartito di gara quasi simile, anche se per Stian è stata più dura.
Nella gara femminile la Dragomir ha subito messo in chiaro le cose, testa bassa e pedalare con la sola Nuria Gil che ha provato a contrapporsi veramente. Al km 18.6 la situazione vedeva anche la nostra Ivana Iozzia nelle prime tre posizioni, con la spagnola che comandava su Dragomir di poche decine di secondi. Al km 26 tutto mutato con Dragomir in testa e le prime inseguitrici ad oltre 3 minuti. Da li è un assolo trionfale per un’atleta che dalle medaglie junior nel mountain classic ai successi nello skyrunning ha vinto sempre ed ovunque, portando ovunque stile, educazione e cultura. Non possiamo non ricordare le lacrime di qualche anno fa quando data per favorita finì fuori dal podio, oggi è sul tetto del mondo e tanti organizzatori italiani che in questi anni l’hanno accolta staranno certamente festeggiando idealmente con lei.
Per le medaglie si attendevano i nomi delle big, ma Sheila Aviles Castano, Nuria Gil, Mathilde Sagnes e Kimber Mattox, per citare le più attese, finiscono o a ridosso o lontane dal podio. A sorridere sono la ceka Barbara Macurova, comunque inclusa nel lotto delle favorite alla vigilia e la svedese Emilia Brangefalt, vera sorpresa di giornata. Grande delusione la Francia, super favorite concludono con opachi piazzamenti, tutte fuori dalla top 10.
Le italiane fanno gara da protagoniste, non vogliamo togliere nulla alle nostre ragazze. Un pizzico di folle incoscienza per Ivana Iozzia, che fino ai 20 si aggirava nelle prime 3 posizioni, il prezzo pagato alla fine, 33esima, è stato salato ma non possiamo dire non ci abbia provato. Molto solida e continua Fabiola Conti, stabile nella top 10 nella seconda parte di gara, chiude con un ottimo 6° posto. Finale arrembante anche per il trattore Chiara Giovando, una volta ancora dimostra le proprie peculiarità di atleta muscolare e votata alla resistenza, dopo aver navigato a lungo in 25esima piazza, rimonta quasi 10 posizioni nel finale e chiude al 16°. Bene la prima parte di Camilla Magliano, cui poi però manca lo spunto per fare la differenza e per regalarsi un piazzamento più nobile di un 20° posto che rimane certamente un risultato da accettare con positività.
Classifica per nazioni femminile short trail – TOP 5
1-SPAGNA
2-USA
3-GBR
4-ITALIA
5-FRANCIA
Al Maschile sviluppo di gara abbastanza simile, come anche il tema centrale che vedeva il norvegese Stian Angermund promesso sposo con questo titolo mondiale da lui curato nel raggiungimento nei minimi dettagli. Per un anno non lo avete trovato in alcuna grande classifica, nessuna prova di world golden trail , nessuna super classica. Solo alcune comparsate in gare di 2° piano propedeutiche alla preparazione per il gran giorno. Non si è mai voltato indietro, è il caso di dirlo, anche se il grande avversario annunciato, Jon Albon, ed un Francesco Puppi eccezionale, non gli hanno mai lasciato tregua. Il gruppo dei migliori si è subito formato con Angermund, King, Albon e Puppi. Il quartetto era ancora insieme al km 18, tutti nel giro di 5 secondi, prima che arrivasse la mossa decisiva del nordico. Al km 26 si disegnava una classifica completamente diversa con Angermund solo al comando, Puppi a un minuto, King a 3 minuti ed Albon a 4 minuti.
Il finale ha presentato il conto a tutti, con molti gli atleti che sono giunti al traguardo provati ed al lumicino di energie. Apoteosi per Stian Angermund, delirio italiano per l’ennesima medaglia azzurra di Francesco Puppi, Jon Albon sul podio con l’americano Max King ed il britannico Kris Jones a completare la top 5.
Italia sugli scudi, oro a squadre grazie al già citato capolavoro di Francesco ma anche ad una sfavillante gara di Andrea Rota, 7° al traguardo, con Christian Minoggio 10°, Mattia Gianola 17°, Martin Dematteis 21° e Luca Cagnati 50°.
Certamente da rimarcare le prove di Rota e Minoggio, nell’elite mondiale di una gara dal livello assoluto, così come la gara coraggiosa, quantunque un po’ troppo ondivaga, di Gianola e Dematteis. Il primo autore di un paio di discese decisamente “made in Premana” che gli hanno permesso di tornare nel vivo dell’azione e strappare minuti preziosi per la squadra, il secondo autore di partenza in piena crisi psicologica (45° al km 9 e poi 30° al km 19) prima di scrollarsi tutto di dosso e correre come sa e come il suo nome gli impone. Bella seconda parte per Nin, che rimonta furiosamente e con il 21° posto mette il sigillo all’oro mondiale a squadre.
Ma l’uomo del giorno è Francesco Puppi, eccolo ai nostri microfoni subito dopo l’impresa.
Classifica per nazioni maschile short trail – TOP 5
1-ITALIA
2-FRANCIA
3-GBR
4-ROMANIA
5-SPAGNA
Long Trail , Peterman imprendibile, Lhirondel col pilota automatico.
La gara da 80 km che completava il programma odierno ha offerto meno stravolgimenti di quanto si attendesse. Il livello di preparazione e di conoscenza dei maggiori interpreti ha portato ad una gara accorta e gestita. Al maschile è uscito alla distanza, ed abbastanza nettamente, l’americano Adam Peterman, oggi il più forte di un lotto che ha visto qualche crack illustre ma che ha rispecchiato molte delle previsioni. Argento per il transalpino Nico Martin, e coronamento della carriera per un eccellente Andreas Reiterer che si regala la medaglia di bronzo.
Gli altri azzurri: Davide Cheraz (15°), Riccardo Montani (20°), Francesco Cucco (25°), Matteo Anselmi 37° e Riccardo Borgialli ( )
Italia Maschile che chiude al 4° posto per nazioni
Classifica per nazioni maschile long trail – TOP 5
1-USA
2-FRANCIA
3-SPAGNA
4-ITALIA
5-GIAPPONE
Nella gara femminile nessun dubbio o tentennamento, Blandine Lhirondel rimane la donna più forte al mondo nel trail running, bissa il successo iridato del 2019, questa volta su distanza importante. Il distacco rifilato alla svedese Ida Nilsson, seconda a 22 minuti, la dice lunga. Bronzo per la spagnola Gemma Arenas Alcazar.
L’Italia applaude l’ 8° posto di Giuditta Turini, poi c’è Camilla Spagnol 23esima ed Alessandra Boifava 25esima, sul filo dei minuti è Bronzo a squadre, davanti a Norvegia e Stati Uniti, dietro ala Spagna ed alla Francia schiacciasassi, 3 atlete nella top 10 garantiscono l’oro alle “bleus”.
Classifica per nazioni femminile long trail – TOP 5
1-FRANCIA
2-SPAGNA
3-ITALIA
4-NORVEGIA
5-USA
Il foto album delle gare trail, credit Marco Gulberti
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