Il mondiale tanto atteso, sognato e sofferto, con in mezzo una Pandemia che lo ha di fatto rimandato due volte frantumando i sogni di tanti giovani atleti, impedendoci di vedere le ultime imprese di alcuni veteranissimi che hanno scritto la leggenda della corsa in montagna, mettendo di fatto in stand-by la storia di una disciplina sportiva, anzi due, che dopo un lungo corteggiamento finalmente si ritrovano insieme sul serio e vogliono dimostrare quanto semplice sia in fin dei conti in quadrare il mondo della corsa “off-road” pur rimanendo custodi delle proprie peculiarità uniche dei propri valori.

C’è il Trail, della corsa in autosufficienza, dell’esaltazione dell’endurance e dell’utilizzo corretto dei materiali e delle capacità di gestione, dove per vincere devi saper aspettare, devi saper essere continuo e dove devi anche saper capire come e quando alimentarti.

E c’è la corsa in montagna, quella che gli Italiani hanno di fatto inventato negli anni 60, incontrando poi le tradizioni alpine della Germania, Austria, Svizzera e Francia, legando con la mentalità “fell” del mondo britannico, favorendo l’ingresso delle scuole dell’est. Una corsa in cui la montagna è a volte tradotta nel reperire sentieri e pendenze che permettano però sempre, dalla distanza alla tecnicità, di far prevalere il gesto e le capacità atletiche. In cui si corre con il pantaloncino da maratona e la scarpa da 10mila su strada, ed in cui esistono già antologie ed epiche, cicli ed epopee, con la storia iridata che affonda le proprie radici fin nel lontano 1985, ad Alfonso Vallicella e Olivia Gruener, i primi Campioni del Mondo di mountain running di sempre.

Il mondiale 2022: ambiente, temi, previsioni.

Saranno due mondiali, perché è quello che dice già il nome, Trail & Mountain. Vivranno su equilibri e presupposti diversi, ma con qualche comune denominatore. Uno inevitabile: la location, che porta con sé anche clima, fusi orari e condizioni di vita nella quotidianità pre-gara (cibo e affini). L’altro supposto, lo prevediamo noi quando vi diciamo che al netto del grande spartiacque rappresentato dalle squadre africane che saranno in gara solo nel Mountain, le squadre di Francia, Spagna, Svizzera e USA sembrano avere qualcosa in più delle altre e sembrano aver prenotato parecchie medaglie.

Ma andiamo con ordine, in questa prima puntata di avvicinamento non parleremo ancora di nomi ed analisi di gara, quello sarà tema dalla 2^ puntata in poi, in cui gradualmente racconteremo la vigilia delle gare: prima l’Uphill, poi le gare Trail Short & Long, infine la preview delle attesissime gare Up&Down classic. Naturalmente dopo ogni gara troverete anche un nostro breve report con classifiche, foto e speriamo le impressioni a caldo dei protagonisti.

Il primissimo round lo spendiamo per raccontarvi dell’arrivo dell’Italia a Chiang Mai, vi inquadriamo la location e forniamo alcuni primi dettagli sulla situazione attuale, a circa 6 giorni dal kick off, venerdi 4 novembre 2022 ore 4.15 del mattino in Italia, quando toccherà agli uomini dell’uphill dare il calcio d’inizio.

Il team svizzero – foto cortesia LOC WMTRC2021Thailand

La Città ospitante – Chiang Mai

Chiang Mai si trova nel nord della Thailandia, a circa 700 km (435 miglia) dalla capitale Bangkok.
L’altitudine è di 316 m sul livello del mare, la città è circondata da montagne e rigogliose campagne, ed è molto più verde e più tranquilla della capitale, pur vantando un’aria cosmopolita ed una popolazione significativa, fattori che hanno portato molti thailandesi a lasciare Bangkok per stabilirsi permanentemente in questa “Rosa del Nord”. Con una popolazione superiore a 1 milioni, Chiang Mai è diventata una delle destinazioni preferite in Asia per turisti locali e soprattutto internazionali.

Panorami dal percorso delle gare Trail

Il Clima

Il clima della Thailandia è influenzato dai venti monsonici che hanno un carattere stagionale. La maggior parte del paese è classificata come clima da savana tropicale.
Al loro arrivo, frazionato su più scaglioni, gli azzurri hanno trovato un caldo umidissimo, con quasi il 70% di umidità. Sono fattori che risulteranno decisivi in gara e che se dovessero essere accompagnati anche da abbondanti piogge andranno a mettere a dura prova gli atleti.

Francesco Puppi dal suo account IG racconta qualcosa sulla vita del nostro team in questi giorni di attesa:

 

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Percorsi – le difficoltà ambientali

Nella prima ricognizione sul percorso delle gare Trail, il team manager azzurro Tito Tiberti ha raccontato di una vegetazione fittissima che ricopre totalmente lunghi tratti di gara e che solo ora è in corso di disboscamento da parte del comitato organizzatore.

Ecco le parole di Tito:

“Sono molto molto calmi qua, e i sentieri sono molto molto chiusi, alcuni sono invasi dalla vegetazione. L’organizzazione è eccellente dal punto di vista dell’attenzione, sono molto ospitali e ci hanno messo a nostro agio. In alcuni tratti provati stamane, nel percorso del trail, ci hanno avvisato che sono presenti delle sanguisughe negli acquitrini che vanno percorsi, Stanno cercando di bonificare la zona. La temperatura qui nella zona più alta, sopra i 1’000 metri, è addirittura gradevole, anche se ci hanno avvisato che il fattore umidità è parecchio fastidioso anche qui nei giorni più caldi.”

Parole che mettono in guardia su una situazione climatica ed ambientale che potrebbe risultare parecchio decisiva.

Alcuni ragazzi della squadra Italiana di Trail con i locals

Intanto la squadra è giunta quasi al completo, e l’accoglienza è stata eccellente:

Appuntamento QUI per il 3 novembre allora, con la preview della gara UPHILL !!

Qui le Entry lists: