Pikes Peak in archivio (si è corsa anche la Marathon) e tutto pronto per Flagstaff sky peaks, la doppia tappa americana prepara il circuito Golden Trail World Series alla finalissima 2022.
A Pikes Peak Brienkmann e Bonnet colpiscono per primi, la sfida si sposta a Flagstaff con Mathys e tutti gli altri pronti a rispondere.
La scalata alla montagna del Colorado non ha deluso le attese, anche se c’è il caso Gray che fa riflettere sull’ irrisolta posizione istituzionale di un circuito che è indubbiamente di grande appeal ma lontano dalla veste istituzionale che meriterebbe per lo sforzo fatto verso gli atleti e la comunicazione.
Con uno sforzo organizzativo e logistico che non può certo passare inosservato le GTWS hanno portato negli Stati Uniti i maggiori protagonisti del ranking generale per fornire ancora piu consistenza al circuito che si appresta alla grande finale a tappe, programmata con inizio il 26 ottobre a Madeira.
Le modalità comunicative insistono molto sul portare l’accento all’importanza di aggiudicarsi una “gara delle golden”, lo abbiamo rilevato sia nei virgolettati di chi ha vinto, di chi è stato battuto e di chi ha seguito la sfida.
Che questo prodotto rimanga un riferimento per la comunicazione e per gli investimenti sugli atleti è fuor di dubbio, ma che ci siano ancora ampi margini per migliorare l’inclusione sistematica dei migliori è altrettanto evidente. Nell’estate dei Kenyani nessun atleta del continente nero ha preso parte al viaggio negli states , e certamente non è questa colpa imputabile all’organizzazione quanto più alle enormi difficoltà burocratiche ed economiche che colpiscono ancora oggi tanto un circuito privato come GTWS ma anche quelli istituzionali come la COPPA DEL MONDO WMRA, nel 2022 avere una parità di condizioni per garantire la partecipazione a tutti è ancora una chimera.
Le Gare: Remi Bonnet il più forte scalatore, Nienke è da Mondiale.
I record di Pikes Peak appartengono a Kim Dobson (2:24:58 nel 2012 ) ed al leggendario Matt Carpenter (2:01:06 nel 1993) e sono rimasti abbastanza saldamente al loro posto.
Irraggiungibile quello maschile, forse meno mirato quello femminile in cui le atlete più forti hanno dovuto badare alla tattica in una gara che ha vissuto di fasi diverse in cui ora Brienkmann, ora Mathys e Laukli hanno avuto dei momenti difficili da gestire.
L’olandese ha preso il comando delle operazioni spingendo subito sull’ acceleratore e solo la statunitense Sophia Laukli sembrava poter stare con lei, per Maude Mathys inizio di gara complicato con i quadricipiti contratti, come lei stesso confermerà ai microfoni nel dopo gara. La Svizzera ha dovuto fare i conti anche con Allie McLaughlin che nella primissima parte era riuscita a rimanere davanti. Quando nulla lasciava presagire ad alcun cambiamento ecco la rimonta furiosa della quattro volte campionessa europea che già nel tratto coperto dalla vegetazione riprendeva McLaughlin e Saukli e si lanciava decisamente sulle tracce della Brienkmann. Il finale con lo spettacolare paesaggio lunare tra le rocce e l’aria rarefatta dei 4000 di Pikes Peak rimaneva per qualche istante incerto, Nienke Brienkmann dava fondo alle residue energie per mettere al sicuro la vittoria ma pagava decisamente dazio fisicamente terminando davvero esausta (“l’altitudine mi ha davvero messo a dura prova, In questo momento non riesco a sentire le braccia” dirà in sede di intervista). Secondo posto per Mathys, arrivata molto più composta ed a suo agio dell’avversaria, e terzo per Laukli, la vera rivelazione di questa tappa e delle Series in generale dopo la brillante prova alla Stranda ad inizio agosto.
Un commento finale sulla classe, solidità e duttilità di Nienke Brienkmann è decisamente da farsi con vista mondiali, e non ci giriamo troppo intorno: se la fortissima atleta olandese alla fine non sarà ai mondiali world athletics di Mountain and trail in programma a novembre in Tailandia , dopo quello che ha mostrato negli ultimi due anni (ossia di essere la più forte) è segno che qualcosa non funziona, e la federazione mondiale dovrebbe almeno rifletterci.
Top ranking Donne Pikes Peak 22
1 – NIENKE BRINKMAN (NLD – NIKE): 02:27:26 (+200 pts)
2 – MAUDE MATHYS (CHE – SALOMON): 02:28:40 (+ 176 pts)
3 – SOPHIA LAUKLI (USA – SALOMON): 02:34:30 (+ 156 pts)
4 – ALLIE MACLAUGHLIN (USA – ON RUNNING): 02:39:40 (+144 pts)
5 – KIM DOBSON (USA – BP RUN CO): 02:40:45 (+136 pts)
Remi, nessuno come lui in salita
I Dubbi erano già pochi, questa volta c’è una certificazione di alto significato, tanto più che fa un po’ il paio con la vittoria nella Dolomitenmann dello scorso anno in cui mise ugualmente in fila quasi i medesimi avversari. Remi Bonnet è il più forte atleta non africano sulla sola salita e probabilmente il più forte in assoluto sulle salite estreme e di pura montagna. La prossima sfida sarà vederlo head to head contro Kipngeno e Kangogo, i nomi nuovi che hanno destato scalpore quest’estate, ma anche le due gazzelle sanno che su un percorso di salita muscolare è veramente dura e contro il ragazzo della Gruyère ci sono poche speranze.
La sua gara a Pikes Peak è stata una formidabile dimostrazione di superiorità , già annunciata quando qualche giorno prima aveva ritoccato di 20” il record appartenente a Joe Gray della Manitou Incline, la spettacolare scalinata che sale da Manitou Springs. 600 metri di dislivello in 1,4 km scarsi. La prova e la sparata che serviva a Bonnet per presentarsi al via della Pikes Peak Ascent nelle migliori condizioni. Ed è stato indubbiamente lo stato di forma a fare la differenza, lo saltato di grazia dell’atleta elvetico sponsorizzato da RedBull è di quelli che capitano raramente, per sua stessa ammissione “avevo vinto questa gara ancor prima di partire, dipendeva solo da me. Nella prima parte volevo stare con i migliori bel gruppo di testa ma il ritmo non era abbastanza veloce, avevo continuamente la sensazione di schiantarmi contro gli atleti davanti a me , allora ho deciso di andarmene da solo” .
Parole che certamente non si è abituati ad ascoltare nella banalità delle dichiarazioni di prammatica che talvolta gli atleti rilasciano dopo le gare ma che in questo caso, con estrema sincerità, inquadrano come sono andate realmente le cose. Per Bonnet un assolo irresistibile che lo porta a trionfare in 2h07’, certamente ben lontano da Carpenter ma che non sposta di un millimetro il valore della vittoria. Al secondo posto un atleta che davvero negli ultimi due mesi sta se ore più convincendo, lo spagnolo Dani Osanz aggiunge questo podio alla top ten di Zinal (fu ottavo) ed alla bella vittoria nel Vertical di Canfranc in Valsir World Cup. Nella top three entra il padrone di casa, l’americano Gray è terzo e terzo rimane per noi anche se non riceve i punti delle golden trail per la sua confermata non adesione al programma Quartz. Un argomento che tutti stanno cercando di schivare con abili mosse di slalom ma che in sostanza non presenta tutta questa complessità. Il protocollo Quartz non ha riconoscimento ufficiale , è una privata iniziativa e come tale ha validità solo all Interno del privato circuito delle golden. Se Pikes Peak è gara riconosciuta dalla federazione di atletica USA e quindi dalla World Athletics ecco che Joe Gray terzo e’ in classifica finale dell’edizione 2022 di pikes peak e terzo rimane per quanto riguarda la gara vera e propria, chiaramente e legittimamente non accede al ranking del circuito, per non aver aderito al regolamento. Rimane il sapore agrodolce di una situazione un po’ paradossale che si spera verrà risolta in futuro.
Si sono fatti vedere anche gli atleti italiani , Francesco Puppi ha staccato un quinto posto ed Henri Aymonod un nono, la top ten di questa gara rimane sempre un bel risultato anche se i crono vedono i due azzurri abbastanza lontani dal podio.
Top rank maschile
1 – RÉMI BONNET (CHE – SALOMON/RED BULL): 02:07:02
2 – DANIEL OSANZ (ESP – ADIDAS TERREX): 02:08:42
3 – JOE GRAY (USA – HOKA): 02:09:13
4 – ELI HEMMING (USA – ON RUNNING): 02:09:54
5 – FRANCESCO PUPPI (ITA – NIKE TRAIL): 02:12:56
6 – CHAD HALL (USA): 02:14:02
9 – HENRI AYMONOD (ITA – TNF US MALONNO) : 02:20:13
Qui le classifiche complete della gara
https://results.pikespeakmarathon.org/2022/PPA/
Foto :
https://instagram.com/goldentrailseries?igshid=YmMyMTA2M2Y=
https://instagram.com/runpikespeak?igshid=YmMyMTA2M2Y=
| @jsaragossa https://instagram.com/jsaragossa?igshid=YmMyMTA2M2Y=
LA MARATHON, in tono minore
”the ultimate America’s challenge” così recitava un vecchio slogan. La Marathon 2022 ha giocoforza brillato di luce fioca, oscurata dalle grandi attenzioni della Ascent. Vittoria di due locals : Jonathan Aziz e Kristina Mascarenas, qui le classifiche :
https://results.pikespeakmarathon.org/2022/PPM/