Non ce la sentivamo davvero di lasciare LAGUNC 2021 senza il nostro editoriale pre-gara. Attese e protagonisti di un’edizione che è gia storia.

L’atto conclusivo della coppa del mondo va svestito subito e con fermezza della banalità della matematica, per riconoscere invece l’onore delle armi ai maggiori protagonisti di una serie estenuante che ha mostrato una volta ancora la coperta corta di questo movimento dinanzi alle tematiche logistiche e comunicative ma che verrà in ogni caso ricordata come un grande atto di coraggio, soprattutto da parte di alcuni atleti che l’hanno onorata, combattuta, resa incerta fino all’ultima gara. In più c’è tutta la magia di Chiavenna, con i colori di un giovane autunno che tra le belle piazze del centro, i crotti e palazzo Vertemate, si appresta a raccontarci un altro capitolo della sua storia formidabile, con una gara che sarà, as usual, unforgettable, che avrà la Mayr, Mamu, Moia, Rostan, McCormack, Joyce Njeru e tanti altri campioni (con clamorose sorprese tra gli skialper) , pronti ad entrare nella leggenda …

welcome to Lagunc, welcome to the Vertical Cathedral !!

innegabile che il tema centrale siano in ogni caso le sfide per sancire chi alzerà al cielo i due trofei di cristallo. Il livello del parterre però sarà talmente alto e qualitativo dal rendere necessario un supplemento di attenzione per quelle che saranno le sfide e gli scontri diretti all’interno della classifica di giornata, ci prepariamo ad una gara dai mille temi e risvolti.

NOTA E LINK: 


Danubio e Bresaola

Il danubiano Sandor Szabo si presenta in Valchiavenna con la pole virtuale e numerica del ranking generale di coppa, incredibile da pensare e da concepire, quasi blasfemo sotto certo punti di vista. Ma regolamento alla mano Sandor non ha rubato nulla, al contrario, la pianificazione attenta e precisa unita a prove più che consistenti ne fanno l’ultimo baluardo tra Henry Aymonod e la coppa del mondo 2021, già questo è un successo per un atleta che nelle gare con maggior livello della serie che ha disputato, Nasego e Nid d’Aigle, è finito fuori dai 10. Il terzo incomodo è il vecchio leone Gikuni Ndungu, con Mamu sullo sfondo. Ad Aymo il compito di scacciare i fantasmi, per lui sarà una domenica di passione come poche ne ha vissute fin qui: uomo da battere sul palcoscenico che ne ha edificato il mito di verticalista imbattibile, con la tensione per il grande obiettivo li ad un passo ma anche una schiera di avversari formidabili che non corrono per la Cup ma con la corona di Lagunc ben fissata nel mirino.

Sandor Szabo al Grossglockner (ph.Gulberti)

Joyce e Aymo

Alla fine, ci sbilanciamo, sarà nelle loro mani che finirà lo scettro di cristallo, mani di campioni che entrano nella hall of fame di questa competizione, dove difficilmente troverete un nome che stona. L’hombre Vertical con una condotta più speculare, andando a prendersi i punti anche fuori dalla comfort zone e non sbagliando quando è stato il momento. Il podio eccezionale del Nid d’Aigle ed il trionfo di Nasego Vertical fanno il paio con i solidi piazzamenti al Grossglockner ed al Ciolo, ma pure con il podio non scontato in apertura alla Tatra. In mezzo la giornata difficile di Zinal, con un contraccolpo psicologico che solo un anno fa lo avrebbe piegato e che invece lo ha lanciato verso Chiavenna, qui ha l’appuntamento con la storia, qui dove tutti cercheranno di porre fine a tre anni di dominio verticale può arrivare il momento della definitiva consacrazione, ma deve ancora dare un colpo, e non sarà scontato.

La solare e statuaria presenza di Joyce Njeru , la nuova scoperta di Run2Gether, si contrappone alla storia di Aymo. Un lungo inseguimento per passare da promessa a campione nel percorso di Henry, una escalation impetuosa e fulminante quella di Joyce. Ha stravinto dove le serviva, Grossglockner, Krkonoski, Ciolo e Zumaia, regalato magie anche fuori dal palcoscenico della coppa (pensiamo al record del Fletta) e fatto conoscere anche il suo volto più umano, se pensiamo all’umiltà di soffrire nei Vertical o al giorno obiettivamente opaco del Trofeo Nasego, offuscata da Mayr e Grayson e battuta anche da Ghelfi. Al suo primo anno in montagna ha fatto balenare numeri di classe purissima, con margini di miglioramento ancora ampi.

Aymonod al Nid d’Aigle (ph. Gulberti)

Nel giorno della coppa, c’è però Lagunc

Già perché poi c’è Lagunc, perché Lagunc viene prima di tutto, il Vertical dei Vertical, il luogo dei record, la sfida che vale sempre una stagione, coppa o non coppa. La luce propria di cui brillerà anche questa volta la gara di Nicola Del Curto non è per nulla affievolita dalla finale iridata.

Al maschile un dominio di tre anni da interrompere, lo scalpo di Aymo dietro al quale bramano i migliori verticalisti d’Italia. Tiziano Moia ed Andrea Rostan pronti ad una nuova appassionante sfida dopo gli scontri di Nasego e del PizTri per cercare di nuovo di scalzare l’imperatore. E poi Petro Mamu, il folletto eritreo che pur in una stagione limitata e difficile ha regalato sprazzi della sua infinita classe, o le clamorose conferme al via di Matteo Eydallin e Nadir Maguet , ossia il solco della tradizione che si rinnova e vuole Chiavenna-Lagunc come punto d’incontro tra il vertical running ed i campioni dello SkiAlp.

Il segusino Eyda che si presenta da campione del mondo in carica ed il “mago” che incrocia i guantoni con l’amico e rivale Aymo , una storia nella storia che solo Lagunc sa regalare. Non finisce qui naturalmente : Timoteo Beçan, Alberto Vender, Andrea Acquistapace, Gikuni Ndungu, Daniele Fontana, Lorenzo Rota Martir, Rocco Baldini i più accreditati per salire nelle posizioni di vertice dietro i super big, in gara ci sarà anche Raul Criado, lo spagnolo vincitore della coppa di specialità per il long distance, mentre Gikuni ha già vinto quella classic e la Vertical si deciderà proprio qui e per esempio Rostan , secondo al Vertical Nasego, dovesse vincere e mettere almeno una posizione su Aymo, potrebbe andarsela a prendere. Clamoroso si, impossibile no.

Donne , torna Andrea Mayr, trema il record.

Sembra ieri, eppure era il 2018, le due apparizioni di Andrea Mayr a Lagunc sono coincise con due ritocchi al primato mondiale. L’ultima volta lancette fermate sul 35’40” che forse solo lei può pensare di andare a titillare una volta ancora.

L’austriaca è la donna da battere domenica e prenota la coppa di specialità Vertical, decisamente a lei destinata. La lotta per la generale assoluta come detto dovrebbe sancire l’impresa di Njeru ma motivo di interesse è vedere all’opera l’irlandese Sarah McCormack, detentrice del titolo di Lagunc (ed anche dell ‘ultima World Cup assegnata, ricorso curioso), la slovena Mojca Koligar e l’azzurra Francesca Ghelfi, asso pigliatutto a livello italiano in questa stagione con le vittorie del classic e del long, si cimenta nel vertical dove la sorella Erica ha vinto il titolo italiano.

Parterre anche qui davvero stellare e completato da Alessia Scaini, Lucy Murigi, Alice Gaggi, Charlotte Morgan, Ilaria Bianchi , Charlotte Cotton, Timea Mereny, Vivien Bonzi, Carlotte Uber, Giulia Murada, Camilla Magliano, Elisa Compagnoni, Cecilia Basso.

Si corre obiettivamente per il secondo posto di giornata, ma salire su un podio illuminato dalla leggenda Mayr e con calibri come McCormack, Ghelfi e Njeru in campo, varrà una battaglia che si annuncia imperdibile.

History !

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La nostra ultima fatica stagionale, il colpo di reni mediatico per regalare ai nostri followers ed a tutti i tifosi della corsa in montagna le emozioni ed il racconto del km Verticale Chiavenna-Lagunc 2021. Da sabato pomeriggio sui nostri canali instagram e facebook notizie, foto, interviste durante gli eventi di avvicinamento.

Poi domenica andiamo live, sulla nostra home page trovate la cronaca della gara minuto per minuto con le incursioni dei nostri canali Twitter, Instagram e Facebook oltre a foto video e aggiornamenti esclusivi. Dopo la gara: report, classifiche e le attese gallery fotografiche che quest’anno saranno firmate Giacomo Meneghello e Marco Gulberti.

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