La mitica scalata al Passo dello Stelvio ha un nuovo padrone e un nuovo record. Non un tentativo organizzato ad hoc, ma pettorale di gara sul petto e via, in occasione della Re Stelvio Mapei Day, disputata ieri come da tradizione da Bormio al Passo che guarda verso l’Alto Adige, con la consueta doppia versione, podistica e ciclistica.
Xavier Chevrier, allora, e il nuovo crono limite di 1h28.47 che fa meglio dell’1h31.21 realizzato nel 2005 da Giuliano Battocletti, all’epoca portcolori della Cover Mapei. Primo corridore dunque a scendere sotto l’1h30′ sui 41 tornanti che da Bormio (1225 metri) portano al valico stradale più alto d’Italia, con i suoi 2758 metri.

Xavier Chevrier attorno al 12° Km della sua scalata
La gara:
Successo mai in discussione per il valdostano dell’Atletica Valli Bergamasche / Asics Team, anche se nel chilometro iniziale di gara ad accodarsi al suo ritmo è rimasto Giuseppe Molteni (Atl. Desio), già più volte vincitore della gara. Corsa dunque in solitaria per Xavier, che mai in precedenza aveva provato questa salita e che non aveva dunque riferimenti precisi anche rispetto ai precedenti assalti al Passo.
Al traguardo, dietro l’azzurro della corsa in montagna, Molteni conserva il secondo posto, chiudendo in 1h36.37, mentre a completare il podio ci pensa l’eterno Massimiliano Zanaboni, compagno di squadra di Chevrier: 49 primavere e non sentirle, per chiudere in 1h39.19.
Una dominatrice anche al femminile, con l’ex maratoneta azzurra Ivana Iozzia (Corradini Rubiera) ad iscrivere ancora una volta – la quinta! – il suo nome nell’albo d’oro della gara: lo fa in un ottimo 1h50.51, chiudendo in decima posizione assoluta, e confermando di attraversare davvero un bel momento di forma. Con lei sul podio, salgono Stefania Pulici (Brontolo Bike), di poco sopra le 2h con il suo 2h01.29, e Bianca Morvillo, capace di 2h05.14.
Nella corsa ciclistica, partita circa trenta minuti dopo quella podistica, da segnalare la nuova grande performance dell’azzurro dello ski alp e corridore di montagna Andrea Prandi, che chiude secondo in 1h05.15, battuto solo dallo specialista Luca Vergallito, primo in 1h04.21.

L’arrivo di Chevrier (foto organizzatori)
Il record
Il precedente primato apparteneva all’ex mezzofondista azzurro Giuliano Battocletti, padre e allenatore della neo campionessa europea u23 dei 5000 metri Nadia: nel 2005 Giuliano aveva corso in 1h31.21, mentre il 12 giugno 2020, un tentativo in solitaria del trentino Davide Magnini si era chiuso in 1h32.39.
Nella storia del record, merita senz’altro di essere ricordato il tempo di 1h32.42 corso da Tommaso Vaccina nel 2011, perché in quel periodo la gara prevedeva un aggravio di un primo tratto di circa 700 metri all’interno dell’abitato di Bormio, quantificato dagli addetti ai lavori in circa 2’20” da sottrarre al tempo finale.
Nell’epoca delle App, tra Strava, RunBull e ed altro ancora, una piccola curiosità sui tempi realizzati ieri. Chiaramente a valere è il tempo ufficiale sancito dalla Federazione atletica, ma al traguardo molti ciclisti e podisti segnalavano una differenza di circa 15 secondi in più rispetto alle proprie registrazioni. Ecco perché sbirciando tra i dati pubblicati sui suoi profili dal vincitore, salta all’occhio il suo crono finale di 1h28.30: avranno ragione le antennine della Winning Time o il cronometro da polso di Chevrier?