Nella consapevolezza di un momento davvero difficile e delicato è innegabile che il sogno di tutti è prima di tutto che questo incubo legato all’attuale situazione sanitaria finisca (con annessi e connessi). Per i nostri lettori questo sogno prevede anche che, subito dopo, si possa finalmente uscire a correre liberi.

Nei non rari momenti in cui, fermi a casa, proviamo a correre via con la fantasia per alleviare la tensione, torniamo con la testa ai ricordi, alle gare, alle nostre piccole imprese ed anche ai nostri eroi sui sentieri.

Negli ultimi giorni a tenere banco ed a distoglierci un pò dai bollettini di guerra è arrivata la notizia della nuova avventura professionale intrapresa da Marco De Gasperi con l’azienda SCARPA.

I dettagli sono noti ( link al comunicato ufficiale )

Non è mistero di come questo portale sia legatissimo a Marco: lui tra i nostri fondatori, lui ancora oggi in effigie sulla nostra testata con i gemelli Dematteis, lui che impersona tanti valori ed ideali che animano il mondo del Mountain Running più universale.

Abbiamo allora voluto sapere qualcosa di più della sua nuova veste e del suo progetto, ci ha ascoltato ed ha risposto a poche ma mirate domande.

corsainmontagna.it: Ciao Marco, e grazie di questa breve intervista di approfondimento: È naturale partire da quelli che sono gli obiettivi che tu ti prefiggi in questa nuova avventura con SCARPA. Una scelta che per te è anche una svolta epocale non solo dal punto di vista professionale ma, diciamolo pure, anche dal punto di vista di come impostare le tue giornate e la tua vita da qui in poi. La domanda allora è molto semplice e tutta rivolta al futuro: quali sono oggi i tuoi obiettivi?

Gli obiettivi sono diversi. Ci sono quelli sul breve/medio periodo e quelli su un arco di tempo più ampio, logicamente. I primi ve li posso svelare in quanto credo che siano un po’ più abbordabili, anche se non possono che prescindere da una rapida crescita personale dal punto di vista della conoscenza della ricerca e sviluppo dei nostri modelli. In questo campo vorrei declinare nel modo migliore possibile il DNA del brand Scarpa, leader nelle calzature da montagna, anche sul prodotto del Trail. Riuscire a proporre già per la SS21 alcuni modelli che possano soddisfare una larga platea di atleti. Parallelamente costruire le basi per un team coeso e degno di tale nome, con qualche top player internazionale, oltre a investire su qualche evento con cui aprire collaborazioni proficue su più fronti.

corsainmontagna.it : La seconda domanda verte più sulla visione che tu hai del rapporto che esiste tra l’essere atleta e lo sviluppo che un’azienda vuole dare al proprio prodotto utilizzando appunto l’atleta stesso. Tu ci sei passato hai avuto quindi diverse esperienze con diverse aziende ed hai dimostrato di avere delle idee ed un’impostazione tua. Aggiungiamoci che sei anche passato attraverso diverse epoche di un mercato che è andato comunque via via evolvendosi, diciamo pure che le hai viste un po’ tutte da questo punto di vista ! Allora ti chiedo qual è il taglio che vorrei dare al tuo lavoro e qual è la tua visione di come oggi una azienda si debba rapportare ad un atleta per lanciare dei messaggi dal punto di vista tecnico, empatico e commerciale legati all’utilizzo delle attrezzature.

Ho sempre reputato molto stimolante come atleta potermi confrontare vis a vis con chi ha delineato una linea di prodotti. Oltre ai test con i relativi feedback, tutto ciò che serve per raggiungere l’obiettivo comune. Alcuni atleti sviluppano dei livelli di sensibilità su concetti che fortunatamente non sono solamente rivolti a se stessi e alle proprie performance, dando così ottime indicazioni che sono utilissime per fornire delle idee nuove e a sbagliare il meno possibile. Per questo credo che sia naturale e semplice che un’azienda a “conduzione familiare” come Scarpa imposti un feeling collaborativo molto stretto con i suoi atleti. Oltre a questo anche gli atleti e gli ambassador, secondo me, hanno tutti caratteristiche importanti che andrebbero sfruttate al meglio dal brand a seconda delle capacità di ognuno. Quindi, grande spazio senz’altro al top élite che riveste i panni di porta bandiera dell’azienda, ma anche al volenteroso appassionato della corsa che catalizza col proprio carisma una vasta platea e veicola nel modo corretto la bontà di un prodotto.

corsainmontagna.it: Per la terza ed ultima domanda di questa nostra breve intervista voglio andare a richiamare proprio quello che sarà un po’ il leitmotiv di scarpa nella prossimo futuro all’interno del suo mercato. Tu hai corso nelle tre diverse discipline dell’offroad,  quindi il mountain-classic, lo skyrunning tecnico ed il trail. Le conosci e sai che ognuna parla ad un pubblico che molte volte è trasversale, sai che ognuna di esse porta avanti dei valori ben precisi. Le grandi case ed i grandi brand dal canto loro hanno portato avanti dei messaggi che richiamavano proprio una filosofia ed un lifestyle. Ti chiedo allora se c’è qualcosa di nuovo nella tua testa per creare insieme all’azienda SCARPA una filosofia nuova, dei contenuti nuovi, un modo nuovo di vedere ed intendere il running off road

Mi ripeto, Scarpa ha una storia incredibile dal punto di vista dello sviluppo del mercato calzaturiero della montagna nel nostro Paese. È arrivato sin qui perché ha saputo ben interpretare il mercato, creando la sua linea che è il DNA dell’azienda. Trasportare tutto ciò nel trail running è una missione complicata che necessita di tempo, ma che spero possa pagare anche verso chi già ama questo importante brand per altre tipologie di prodotto. Ciò che mi interessa ora è provare ad allargare gli orizzonti. Accontentare con prodotti validi il corridore dei vertical o di una corsa in montagna da 45 ai 100kg, così come chi corre l’UTMB. La tecnicità dei percorsi è il mio pallino da sempre ma lo è anche per Scarpa, perciò i nuovi prodotti saranno indicati anche a chi pratica lo Skyrunning. Un occhio fondamentale sarà rivolto al mondo femminile, con prodotti finalmente concepiti per loro e con linee e colori che spero possano far innamorare le nostre atlete.

Le foto di questo articolo sono di Marco Gulberti ed Alexis Courthoud