A pochi giorni dallo start dell’edizione 2019 giochiamo a scegliere le 5 perle che secondo noi rappresentano il Tesoro Senza Tempo della classica premanese.
Storie, imprese, momenti che rimangono fissati nella memoria e che ancora oggi suscitano emozioni, le riviviamo riesumando dalla rete alcuni documenti che li hanno fissati per sempre quando si sono verificati.
Numero 5 – KASIE 2012… IL RECORD
Ci sono record e record, alcuni sono solo tempi messi lì, in attesa che la gara in questione magari cresca organizzativamente e divenga preda di grandi campioni, altri sono “paracarri” della storia, smuoverli è dura ed ogni anno ci si rende conto di questo. Gli esempi sono facili, Sierre-Zinal e Jono Wyatt su tutti. Poi ce n’è un altro: 29 luglio 2012, l’americana Kasie Enman scrive sul cronometro 3h45’50”, un crono che è mostruoso per vari motivi, dal fatto che nessuno quella volta l’avesse manco pronosticata come possibile vincitrice, al distacco rifilato alla migliore delle avversarie: 18 minuti, al fatto che in quel momento nessuno se ne rese conto, perché il percorso era appena stato rinnovato e non vi erano riferimenti. Da allora ci hanno sbattuto contro in molte, la migliore Silvia Serafini l’anno dopo, ma non sotto le 3h50′.
Così si scrisse quel giorno sul sito ufficiale dell’AS Premana:
La gara delle donne si accendeva subito con un allungo dell’americana Kasie Enman, che sovvertiva tutti i pronostici che davano per favorita la svedese Emelie Forsberg e lo squadrone delle spagnole. Invece l’esile biondina made in USA ha condotto in testa dal primo all’ultimo chilometro, demolendo sul nascere ogni attacco delle rivali. Ha dato una sonora lezione a tutti vincendo col tempo di 3h45’50”.
Il caldo ha fatto il resto, ma il “resto” l’ha fatto soprattutto una fortissima Silvia Serafini che con un crescendo infernale è stata capace di risalire fino al secondo posto nella femminile. Il distacco è consistente, 18’36”, ma il riferimento è dato dalle rivali che si è messa in coda, Oihana Kortazar e Blanca Maria Serrano, con la svedese Forsberg solamente quinta.
Riviviamo quell’impresa nel video highlights dell’AS Premana:
Numero 4 – COME IL VENTO
Solo Premana poteva e solo Premana ci è riuscita (fino ad oggi): il proprio inno, la musica e le note di “Come il vento”, la canzone che ha accompagnato il “mondiale dei mondiali” nel 2017 ma che soprattutto festeggiava il compleanno dell’AS Premana. Testo e musica di Roberto Gianola, arrangiamento di Riccardo Zanardo ed interpretazione di Roberto Gianola e Francesca Bellati. Qualcosa che rimarrà per sempre, e quella strofa che dice tutto:
A premana Ogni Atleta è Protagonista
Il video:
Numero 3 – L’EROE DI PREMANIGA
Insieme per due ore, il favorito numero uno, l’imbattibile e detentore del record contro la scommessa di una nazionale completamente inventata.
Il Giir di Mont mondiale del 2017 è passato alla storia per molto, dalle gare del classic, di un livello mai visto prima (ne parleremo), al Giir Mondiale che vide la squadra azzurra costruirsi piano piano fino ad arrivare al quintetto che sfidò il mondo e soprattutto l’eritreo Petro Mamu, il detentore del record del percorso, un 3h05’59” stabilito nel 2015 che è una cosa mostruosa, quasi 7′ meno del crono di Kilian del 2013.
Cagnati, Rambaldini, Spada, Pintarelli e Francesco Puppi. La gara vide l’attacco del polacco Bart Przedwojewski, la risposta di Gil Pintarelli ma poi loro due, Mamu e Puppi, involarsi soli per scalare uno alla volta i “mont” e dar vita ad una sfida risolta solo nel finale. Nella salita verso Premaniga Puppi provò l’incredibile attacco, mandando in confusione un Mamu nei cui occhi si lesse per la prima volta la paura.
La storia è poi nota: la rimonta, il sorpasso nell’ultima discesa dopo Deleguaggio, la vittoria di Mamu poi revocata per un farmaco anti-bronchite stupidamente assunto dall’eritreo senza esibire un certificato medico che sarebbe stato accettato senza problemi, Puppi che un anno dopo riceve a testa bassa la medaglia che la WMRA vuole a tutti i costi assegnargli ripetendo la cerimonia di premiazione, e soprattutto quella lettera, scritta a caldo dopo la gara…. indelebile:
“Nei tuoi piccoli passi, nella timida voce e nei rari sorrisi, nei tuoi polpacci sottili ma di acciaio…abbiamo corso fianco a fianco per oltre due ore di gara, Petro, abbiamo duellato fino alla fine, ci siamo conosciuti per davvero nell’intensità del gesto atletico e mi hai ringraziato a tuo modo, senza neanche bisogno di parole, come queste che io ho provato a far uscire ma che probabilmente mai leggerai. In fondo era il tuo mondiale, Petro, e quando mi hai inesorabilmente passato, in discesa, ho pensato ora vai, piccolo folletto Eritreo, non posso più tenerti, vai, incontro al tuo destino iridato, a braccia alzate, perché così é giusto e così forse era scritto.. Grazie”
Francesco Puppi
Riviviamo quel giorno tempestoso nel servizio di TeleUnica :
Numero 2 – THE CLASSIC
Quando nel 1985 fu organizzato il primo mondiale in assoluto di corsa in montagna a San Vigilio di Marebbe Premana c’era! Era presente il 23 novembre 1985 con il nome di Battista Lizzoli, un Premanese DOC, il nome del primo campione del mondo juniores della specialità.
32 anni dopo, il 30 luglio 2017, la storia del Mountain Running specialità classica ha di nuovo incontrato Premana in quella che gli addetti ai lavori considerano tutt’ora la più grande gara di questa specialità e su questa distanza mai corsa fino ad oggi per la concentrazione di tasso tecnico e di talento presenti, per l’andamento delle gare, combattute allo spasmo, per il pubblico mai visto, con oltre 9000 persone stimate sullo spettacolare tracciato a circuito da circa 6km che aveva nel “Muro di Pezza Praa” un’arena naturale che ha regalato alcuni dei momenti più incredibili nella storia di questo sport, probabilmente irripetibile.
“Penso che questa cosa, l’ho detto anche agli altri, ce la porteremo dentro per tutta la vita, tutta questa gente… sul prato finale… guarda, ho ancoora la pelle d’oca… ti tiravano su, una cosa incredibile, c’abbiamo dato l’anima… ”
(Xavier Chevrier)
In questo video di Davide Fazzini, si ha la percezione di ciò che è stato quell’indimenticabile giorno:
Numero 1 – KILIAN & MARCO
Un minuto e 55 secondi alla Bocchetta Larecc, quasi tre minuti e 25 secondi a Rasga quando si sale verso Premaniga e poi Deleguaggio, ma non è stato abbastanza, dopo 31 km di qualcosa che è stata poesia pura della corsa in montagna.
Il 30 luglio 2011 va in scena la rivincita tra Kilian Jornet Burgada e Marco De Gasperi. Rivincita perché i due si sono già scontrati l’anno prima ma Marco l’ha chiaramente improvvisata e non può nulla contro il catalano. L’anno dopo è diverso, i due si danno appuntamento, la “mettono giù dura” da subito, danno vita ad uno spettacolo da fantascienza.
Scappa via Marco, adotta una tattica diversa per lui, prende minuti e vantaggio psicologico, stana Kilian come nessuno ha mai fatto o si è sognato di fare. E Kilian risponde, non mollando mai anche quando i distacchi sono enormi, risale sull’ultima salita, supera Marco e poi sulla discesa finale mette insieme uno show dei suoi.
Finiscono in una bolgia, con i tifosi in estasi. Per la prima volta anche chi scrive ha visto Kilian davvero provato, non la solità esultanza rilassata, ma la stanchezza di chi ha dovuto tirare fiori qualcosa di speciale per avere ragione “del suo miglior nemico”.
“Ho deciso subito dall’inizio di adottare una tattica diversa – ha commentato De Gasperi – e speravo di avere più gambe nell’ultima salita, però Kilian mi ha studiato ed è stato grande, perché ha saputo gestire le proprie forze e venire a prendermi. In discesa ho provato a forzare ma le gambe non reggevano più, e sono anche caduto. Vuol dire che l’anno prossimo cercherò di prendere 10 minuti di vantaggio così magari ce la faccio!”.
(Marco De Gasperi)
Di quel giorno si sprecano le immagini in rete, scegliamo questa sintesi di Tele Sondrio News, dove si rivede gran parte di quella epica sfida: