27° Giir di Mont, Premana è pronta a lottare per arrivare dove nessuno è arrivato, o forse lo ha gia fatto…

La sfida è dietro l’angolo, dal forte cambio generazionale in atto nel comitato organizzatore ad un’edizione resa in salita dalle calamità naturali che imporranno il nuovo percorso, eppure … “quelli delle lame” ne usciranno ancora più forti, garantito.

Non sono bastati i due mondiali del 2017 e il numero esponenziale di appassionati che ogni anno torna a correre il giro dei 12 alpeggi a fermare l’ambizione e gli obiettivi del comitato organizzatore. Negli anni il Giir di Mont ha dimostrato di essere molto di più di un evento sportivo, ciò che si vede a Premana è una giornata di socialità e aggregazione dove nuove idee e iniziative diventano fondamentali per la buona riuscita dell’evento.

Da qualche anno anche noi di corsainmontagna.it ci siamo trovati più “dentro” a certe dinamiche ed abbiamo toccato con mano la profonda evoluzione del mondo dell’off-road, o della corsa in natura se preferite.

L’esplosione della cultura trail, la scelta (a nostro avviso corretta) del “vero” skyrunning di ritagliarsi il proprio spazio tecnico ed ottenerne il riconoscimento, le nuove frontiere stabilite da IAAF in concerto con ITRA e WMRA, che vedranno nascere nei prossimi 5 anni il primo evento globale, il mondiale mountain & trail con tutte le distanze nella stessa location e nella stessa settimana.

Che c’azzecca Premana con quanto sopra ? tutto o quasi per noi, abbattere steccati ed insensate resistenze mentali, ponendo lo sport e la passione davanti a tutto, a farne il motore. Sembrano ovvietà, non lo sono. Solo tra questo ammasso di case letteralmente aggrappate al monte hanno saputo far scattare la scintilla.

Il Giir che è una tradizione non solo raccontata ma vissuta, perché i Premanesi sul Giir si sfidavano davvero, perché le gesta di del Battista Zambèli Todeschini col bastone o del Fausto Lizzoli eterno secondo sono ancora fissate nella mente di chi c’era e di chi è arrivato dopo ma si è nutrito di queste storie. A Premana dove hanno adottato Mejia, dove Kilian e il Dega si sono sfidati sul serio, dove hanno fatto il “mondiale dei mondiali” trasformando in realtà quello che nessuno aveva nemmeno osato concepire, indicando di fatto la strada maestra che oggi guarda caso porterà al già citato “mondialone”.

Sky, Trail e Mountain, etichette prive di senso  e troppo strette al cospetto di Alpeggi trasformati in uno stadio, della Bocchetta Larec che quando li vedi passare ti si ferma il tempo e percepisci ogni volta un senso di “storia” che si compie, e poi pensi che c’è ancora la Rasga e Premaniga, e la discesa da Deleguaggio che risultò fatale tante (e tante) volte.

E pensi ai centimetri del discorso di Al PAcino in ogni Maledetta Domenica che qui diventano i millimetri di Filippo Fazzini e dei suoi ragazzi, che arrivano ovunque e sempre, che dietro le spalle hanno una Pro-Loco che riesce a imbastire pasti per 1000 atleti ed a fare sentire tutti a casa, volontari che rendono perfetto ogni centimetro di gara, un pacco gara che vale tre volte l’iscrizione e soprattutto l’evento sportivo, la gara, lo spettacolo di una competizione mai scontata, che sopravvive alle starting-list strillate ed agli elite annunciati, perché Premana li CREA gli elite, perché a qualsiasi altra gara quell’atleta diventa quello o quella che “ha fatto la top ten al Giir di Mont”.

Premana è questo, la realizzazione dei sogni di chi in questo sport crede al di la di elementi transitori e di importanza effimera.

Andrà come andrà, qualcuno dice che anche lassù sono stanchi, che il tempo e le moderne dinamiche stanno travolgendo anche il Giir… come dicono da queste parti  “me pàr ùne scoperte” !

Faremo finta di non aver sentito, per ingannare l’attesa tra qui e domenica 28 luglio 2019 ci guarderemo Kilian e Marco che se le danno sui Mont a suon di minuti e la discesa finale del Catalano, rivivremo la follia di Puppi che scappava da Mamu a Premaniga, ricontrolleremo i passaggi da rercord di Kasie Enman (ma come ha fatto ??) e leggeremo ancora i ricordi del Silvio Gianola “Piscen” e del Nicola Tenderini “Papit”, delle loro “merende a modo” , o di quella volta nel 1965 che il “Tita Tafe” Battista Pomoni incontrò il “Dùca” alla viglia della gara ed insieme completarono quello che oggi chiamerebbero il carico di carbo, insieme col Luigino,  e “fracàa mèz polàstro per ùùn!!” . . . solo qui….

GRAZIE PREMANA, STIAMO ARRIVANDO !

www.giirdimont.it

 

(ph. Marco Gulberti/corsainmontagna.it)