Hooligan Runner 3/2019 – implacabile (pics Damy Benny & Marco Gulbe)

I record ed i fuochi artificiali sono storia, sono cartoline di una due giorni indimenticabile di grandissima corsa in montagna, di incontro, di confronto, di amici, feste e festini.
Ci sono anche i verdetti però, talvolta inappellabili, talvolta implacabili, come questa puntata dell’hooligan, che proprio mai mi sarei risparmiato, per sparare a raffica ad altezza d’uomo (e donna).

Non c’è proprio un c***o da gioire, il miglior italiano domenica è arrivato a Famea 5°, staccato da uno scozzese, due francesi ed un kenyano che centellina le uscite in montagna. Quando dopo 1 km Douglas ha preso ed è andato non si è mosso nessuno, questo è ciò che è successo.. period!
Non si è mosso il campione d’Europa, ne quello del mondo lunghe distanze, non si sono mossi in tanti, troppi, qualcuno con la dispensa del dottore, altri proprio no.

L’immagine della Caporetto di domenica

Al femminile la suonata è molto più sottile, qui l’onor patrio è salvo, più o meno, semmai è da ridiscutere completamente la scala gerarchica, soprattutto mediatica, per cui ad alcune intoccabili fino ad oggi veniva perdonato tutto ed invece scopriamo che è ad altro indirizzo che dobbiamo rivolgerci se vogliamo ancora sognare e raccontare di donne d’assalto.

Però forse sono troppo duro, financo un po’ stronzo, dopotutto il buon Martin tutto era fuorché al 7° cielo per aver vinto da 5° assoluto un titolo italiano, certo ha regalato qualche esultanza al pubblico, ma più per concessione allo spettacolo ed all’evento che per una intima soddisfazione che non c’era e non poteva esserci (garantisco, al netto dei social-post).
Dopotutto Puppi ha dimostrato chiaramente la mentalità vincente che lo contraddistingue, nel dopo gara era categorico .. “ci hanno spazzato via, finché andiamo a Saluzzo a fare i giochini tra di noi va tutto bene ma poi quando c’è il confronto cosi duro con gli internazionali se non siamo pronti ci massacrano” .. nessun alibi, constatazione, realismo, auto stimolo, per uno che a forza di “not-enough” (che io condivido e sottoscrivo tutt’oggi, nostalgicamente) non si è manco goduto il 4° posto alla più grande Sierre-Zinal di tutti i tempi (fino ad oggi) e che sa benissimo che se si vuole arrivare davanti c’è da soffrire ed avere tutt’altro approccio.

E mentre al femminile fioccavano ritiri e minuti di ritardo ci siamo ritrovati per le mani la consacrazione di Erica Ghelfi e di Lorenza Beccaria, un raggio di sole bello potente, l’unico di una giornata lugubre e tetra alla voce risultati.

Ma domani è già oggi.. nel fine settimana vanno in scena il Jack Canali con le qualificazioni junior per Euro Zermatt, e soprattutto la 1^ tappa della world cup … per la verità nomi italiani al via ad Annecy non tantissimi (sgrunt), ma qualcuno di interessante il mostaccio ci va, a mostrarlo, ed è quello che ci aspettiamo ….

Crederci….