Hooligan Runner puntata 2 del 2019
Domani arriva il primo show-down di agonismo vero della stagione. Alla Vibram® Maremontana in palio c’è un biglietto per il Trilhos dos Abutres, un volo in Portogallo per quel mondiale di Trailrunning che pare essere l’unico futuro di un movimento che vive l’ennesimo rimpasto ideologico con ITRA nuovo oggetto del desiderio della IAAF.. …ma poi, col mondiale argentino di Novembre, che differenza c’è ?….. 😉
E’ una constatazione, c’è poco da essere d’accordo o meno, il mondiale di Trail Running gode in questo momento di rinnovata energia ed attenzione da parte del massimo organo mondiale dell’atletica, anche se da più parti i “puristi” del movimento non perdono occasione di attaccare questo inquadramento dentro un format agonistico (e da un certo punto di vista avendo anche perfettamente ragione).
Quando questo accade in Italia si ha talvolta l’impressione che sia più voglia di costruirsi degli alibi, stante il fatto che a parte la medaglia di Rampazzo nel 2017 a Badia Prataglia non abbiamo raccolto grossi risultati, rimediando magre figure, sia nella versione short che in quella lunga, come l’alternanza anno pari/anno dispari prevede.
Attacchi feroci al selezionatore della Federazione non ne sono mancati, e quando mancano i risultati queste critiche sono facilmente argomentabili. D’altra parte è storia che comporre le squadre si sia rivelato in alcune occasioni un vero esercizio da fachiri, tra incomprensioni, clamorosi rifiuti e flop sul campo…. mentre lo stesso tecnico federale, nel dirimpettaio Mondiale di Corsa in Montagna Lunghe Distanze, che di diverso non ha davvero un c***o (se non il certificato valore degli atleti che riusciamo a portarvi come Italia), raccoglie medaglie e vittorie esaltanti da ormai un lustro.
Alla Maremontana 2019 – versione 45 km, si annuncia comunque un bello spettacolo e tanta incertezza per scoprire chi tra gli “azzurrabili” presenti allo start saprà e vorrà andare fino in fondo e provare ad invertire la tendenza che ci vuole dominatori nella corsa in montagna long distance e relegati lontano dal podio nei campionati di trail.
Eh si perché questo ha quasi dell’assurdo: la long distance iridata del 2018 vinta da Rambaldini sui 42 km di Karpacz ha tutto per essere paragonata ad esempio al mondiale 2019 di Trail (saranno 44 k in Portogallo).
In Polonia lo scorso anno abbiamo assistito ad una gara combattuta dove al cospetto di campioni del calibro di Krupicka, Egli, Gray, Wacker, Przedowjewski e Zinca, solo per citarne alcuni di “nome”, il mitico “Rambo di Lavenone” si è portato a casa il metallo pregiato.
A Badia Prataglia (50 k) due anni fa il migliore azzurro fu 12°, ad oltre 19’ (diciannove minuti) dal vincitore Hernando, che rimontò in quell’occasione il francese Fleureton negli ultimi 10 km, anche questo un dato che ci deve far riflettere in vista di Miranda do Corvo.
Il mondiale 2019 nasce sotto buoni auspici, almeno sulla carta, come dimostrato anche dalla presenza di nomi interessantissimi che si andranno ad aggiungere dopo la selezione agli atleti che già hanno il biglietto per il Portogallo in tasca: Silvia Rampazzo, Gloria Giudici e Francesco Puppi (al netto delle condizioni di quest’ultimo, in recupero da una lesione muscolare).
Leggi i criteri di selezione per la squadra nazionale di Trail per il mondiale 2019 >>> LINK
Questi invece gli osservati speciali per la prova di selezione in programma a Loano:
Nella Gara uomini si parte decisamente con i fratelli Roberto ed Italo Cassol, con il secondo che non nasconde qualche velleità dopo la buona stagione 2018 e la vittoria in Eolo Trail Cup. L’azzurro della corsa in montagna Luca Cagnati, per la prima volta in carriera, allunga sul serio il minestrone, ed è tanta la curiosità intorno alla prestazione dell’agordino in forza all’Atletica Valli Bergamasche di Leffe che nelle ultime stagioni ha dimostrato di dipendere molto da testa e motivazioni, alternando prove stellari a tonfi sonori.
Sicuramente più a loro agio su questo tipo di gare sono Davide Cheraz e Riccardo Borgialli, mentre uno dei favoriti per la vittoria è Cristian Modena, di recente dominatore dell’ Ultrabericus.
Il bresciano Marco Zanoni ha già fatto la nazionale long distance nel 2016 e ci riprova, fortemente determinato a far dimenticare la beffa dello scorso anno quando mancò la qualificazione per un programmazione primaverile rivelatasi errata, mentre reduce dal mondiale trail 2018 è Marco Bubu Zanchi.
Osservatissimo Speciale Stefano Rinaldi, in costante crescita nelle ultime stagioni.
Altri outsider da segnare in taccuino: Gabriele Pace, Francesco Trenti, Davide Ansaldo e Danilo Lantermino, Cristian Pizzatti (quest’ultimo tra i più costanti in circolazione, presente in azzurro agli ultimi due mondiali).
Questi per noi i favoriti, preso atto che al via ci sarà anche Marco De Gasperi, 6 volte campione del mondo di corsa in montagna. Il gradino più alto del podio potrebbe già quindi avere un occupante, ma per quel discorso delle maglie azzurre sarà probabilmente tutto da vedere in base ai programmi del bormino per la sua stagione.
Nella gara donne è ufficiale la presenza di Elisa Desco, per la vittoria finale sicuramente una delle favorite, poi Barbara Bani, Lidia Mongelli, Maria Elisabetta Lastri, Sonia Locatelli, Scilla Tonetti. Anche al femminile i posti in palio sono 6 in totale (2 preselezionate più coloro che emergeranno da questa prova di selezione).
Da Loano devono uscire i nomi per completare una squadra che provi a invertire la tendenza, in una stagione che a Novembre celebrerà in Patagonia Argentina un’alto mondiale, di Mountain Running Long Distance, anch’esso sui 42 km…. ed io, qualche domanda, me la sto già facendo…..