L’Unità di Analisi Comportamentale (UAC) del portale web Corsainmontagna è una squadra speciale di psicocorridori incaricati di elaborare un profilo piscologico e comportamentale degli atleti seriali. La sede centrale della UAC si trova in un luogo molto segreto per evitare problemi e ripercussioni sui professionisti che ci lavorano.

Ogni episodio di MRM cercherà di elaborare un preciso profilo psicologico dell’atleta in questione, osservandone i comportamenti, gli hobby e la routine giornaliera. Difatti per poter conoscere al meglio un atleta seriale è necessario anticiparlo e capire quale sarà la sua prossima mossa, quali le preparazioni atletiche, quali obiettivi ma soprattutto quale serie tv o canzoni ascolterà nel prossimo mese.

Cercheremo perciò di entrare nella mente degli atleti: chi sono in realtà? Hanno una vita al di fuori degli allenamenti? Escono al sabato sera? Sanno ridere, emozionarsi e innamorarsi? Tutto questo e molto altro in Mountain Runner’s Minds rubrica esclusiva della testata giornalistica Corsa in Montagna.

In questa puntata abbiamo fermato il fenicottero di Nus Xavier Chevrier che ha parlato con noi per più di 17 minuti, un vero record!

M: Avvisiamo l’atleta seriale che la conversazione verrà registrata. Tutto ciò che dirà potrà essere usato contro di lei in tribunale. Ne è consapevole?

X: Assolutamente sì

M: Ha qualcosa in contrario?

X: Per adesso no, dopo alla fine te lo dico…

M: Dirige l’interrogatorio il dottor Matteo Coluccia e l’ispettore Luca Coluccia qui presente…

X: Si faccia sentire anche l’altro Coluccia…

L: Buonasera!

X: Perfetto avete anche la voce uguale, apposto, altro che Dematteis…

M: Detto ciò possiamo iniziare con le domande signor Chevrier, partiamo da cose semplici, colore preferito?

X: Verde

M: Cibo preferito? (sfatiamo il mito degli atleti che non mangiano?)

X: Sarò scontato ma la Pizza, eh oh è così. Avete beccato quello sbagliato, io sono veramente per qualsiasi cibo, qualsiasi cosa sia, mangio come un porco. Un po’ tutti quelli della montagna penso, non conosco grandi casi di pasta in bianco e quant’altro…

M: Stagione preferita?

X: Autunno! Mi piacciono i suoi colori, il suono delle motoseghe che tagliano la legna e le castagne… Lo vedo come un prepararsi al grande freddo, al letargo; anche per correre è il periodo migliore, senza vento, giornate miti dai 15 ai 20 gradi, viva l’Autunno sempre!

M: Personaggio esemplare?

X: Mah… eheh ci sarebbero tanti nomi, sicuramente nel mio sport con Marco De Gasperi c’è un bellissimo rapporto ed è un po’ colui che mi ha fatto aprire gli occhi i primi tempi quando ho iniziato a mettere fuori il naso dalla piccola Valle d’Aosta. Un personaggio che per me è molto importante è Emil Zatopek, ho anche una sua frase tatuata sul braccio: “Un atleta non può correre con i soldi nelle tasche. Deve correre con la speranza nel cuore e i sogni nella testa” [che braccio lungo…]

M: Da quanti anni fa l’atleta seriale?

X: Diciamo pure da quando ho 4 anni, quindi 4 meno venti…no aspetta, mamma mia la matematica mi fa schifo, se adesso ne ho già 28 è da 24 anni che lo faccio…

M: Pensa che continuerà a farlo, nonostante rischi la detenzione?

X: Sì finché non sarò talmente rincoglionito da dire a mia moglie, sparami se mi vedi rantolare in giro come qualcuno (non faccio nomi). Ci sarà comunque un tempo per tutto dove smetterò di fare questo sporco lavoro e mi dedicherò al 100% a quello che sto già facendo.

M: Qual è il suo segreto, cosa fa quando non si allena? Film, serie tv, libri cosa le piace fare di più?

X: Faccio troppe cose, è quello il problema… Quello è il segreto per cui non vado abbastanza forte. Faccio teatro in dialetto, il vigile del fuoco volontario, suono in due bande musicali e quando hanno bisogno anche in una terza. Adesso andrò in crociera a suonare tre serate con un altro gruppo e niente, mi piacciono tantissimo gli sport, adesso ho anche iniziato a organizzare gare. Mi muovo un po’ dappertutto infatti su 7 giorni, la sera sto a casa un giorno solo con mia moglie. Sono un pessimo marito per adesso, un domani magari sarò più presente. Il buon Germanetto ha sempre detto che non sono mai riuscito a mettere la corsa davanti a tutte queste cose e in effetti ha ragione. Tante volte i concerti mi hanno permesso di andare via prima dai raduni, quella era la scusa (anche Gardaland) che poi usavo…

M: Che rapporto ha con la musica? La aiuta prima delle gare? (genere preferito)

X: Diciamo che sono un po’ all’antica, mi piace la musica classica, sono un grande fan di Yanni (tu mi dirai chi cazzo è sto qua?), compositore greco che fa opere per orchestre. E’ una musica che mi rilassa molto e mi dà allo stesso tempo carica, lui si ispira tanto alla sua terra e quella musica mi aiuta molto. Ne ascoltavo di più da ragazzino che se non avevo l’iPod non uscivo a correre. Lavoravo fino alle 7 di sera e quindi dovevo correre per forza al buio. Ero un po’ sfigatello e avevo paura, quindi l’unico motivo che mi spingeva a correre da solo era la musica, quindi correvo con la frontalina, la musica nel bosco. Adesso non riesco neanche più a tenere gli auricolari, anzi sono anche un po’ sordo, la tenevo troppo alta. Va beh comunque a parte sta minchiata, con la musica mi piace un po’ di tutto, non sono il tipo da Metal, discoteca o Bum Bum, però se c’è anche quella ci bevo su e va bene così.

M: Sentimentalmente come è messo? (le ricordiamo che ha consentito di registrare il suo interrogatorio)

X: Io come ti ho fatto capire sono felice, sono sposato da quasi un annetto a settembre, no anzi da pochi mesi dopo un fidanzamento eterno di quasi 10 anni. Diciamo che io ho trovato quella giusta e me la sono tenuta fino ad adesso poi chissà, speriamo di sì perché con tutto quello che mi ha fatto faticare in questi anni eh, sarebbe meglio restare assieme. Sono felice, siamo una bella famiglia adesso abbiamo un pochino di cose per divertirci poi penseremo più avanti di allargarci un pochino. Il grosso lavoro lo deve fare lei, io ci metto anche poco, poi diventa una cosa da gestire in due (sto parlando di bambini eh). Sto facendo le cose che mi piacciono, visto che ce n’è solo una vita me la sto in qualche modo godendo. Sicuramente non diventando ricco ma felice che è la cosa più importante

M: Ricco spiritualmente diciamo?

X: Bravo bravo, la Corsa in Montagna non è uno sport ricco di portafoglio ma ricco di emozioni. Ah che bella frase che tiriamo fuori quando vediamo i soldi che prendono gli altri.

M: Mi sa che ti devi tatuare anche questa eh

X: Si bravo e questa chi l’ha scritta, mia nonna?

M: Pensa che ci siano altri come lei là fuori? Se sì vi trovate anche nel tempo libero voi atleti seriali?

X: Mah ce ne sono sicuramente, abbiamo anche un gruppo su WhatsApp, si chiama “Rimpatriata mondiale” dove siamo un po’ noi veterani (sono uno dei più vecchi io) assieme ai Gemelli, Cagnati il Balda, Maestri, una decina. Scriviamo minchiate e gira un po’ di tutto, e ci consultiamo e sfidiamo con finti allenamenti. Mi è successo di fare un mille con la macchina e il garmin fuori per fargli vedere che potevo farlo in 2:31. Il problema più grande nostro per trovarci è che abitiamo in culo ai lupi dell’Italia. Gli atleti più vicini a me sono i Gemelli che sono a 2 ore e mezza. La mia squadra è bergamasca, Cagnati è veramente in culo ai lupi, ma quelli forti. Quindi le uniche occasioni che abbiamo sono i raduni oppure agli Europei e Mondiali. Siamo in pochi ma buoni, teniamo duro.

M: E’ difficile mantenere il profilo di atleta seriale e svolgere altre attività (lavoro, studi, impegni)?

X: Si, è difficile, io ci sto convivendo. Potrei scrivere un enciclopedia sugli infortuni, quando ci si infortuna poi girano un po’ le balle. Adesso è tanto che sono fermo, quindi è difficile perché quando si è fermi si va a prendere più tempo al lavoro, soprattutto in questo periodo per le vigne. Nel nostro sport il professionismo c’era, ma è sparito. Siamo finiti nell’era un po’ a galla. Abbiamo da una parte il sogno di un Olimpiade che probabilmente ci passerà davanti agli occhi, se mai accadrà noi avremo 50 anni, a meno che non andiamo a fare i massaggiatori o allenatori, non ci andremo, siamo un po’ sfigati per questo.

Però stiamo cercando di costruirlo noi questo sogno, tutti lavoriamo, chi più, chi meno, chi ha intrapreso strade diverse. Ripeto facciamo molta fatica però lo facciamo con piacere perché è lo sport che abbiamo scelto. Ripensandoci avrei potuto magari prendere la via dello sci di fondo tanti anni fa, però mi ero rotto le palle di sentire freddo. Certo magari sarebbe stata una carriera diversa, forse in un gruppo sportivo, chi lo sa? Comunque sono felice, onoro la maglia della mia società di Leffe, la maglia della nazionale, le nostre soddisfazioni piccole ce le abbiamo, quindi cerchiamo di convivere con questa situazione. Spero che un domani chi verrà dopo di noi sarò grato dello sforzo che abbiamo fatto per rendere e portare ai massimi livelli la corsa in montagna e al sogno olimpico. Saremo quelli che l’hanno portata, mi piace essere in una parte della storia che ci sta provando a farlo.

M: Se fosse di fronte a una giuria, cosa direbbe in sua discolpa: ricordiamo che è accusato di atletismo seriale? Cosa giustifica il suo reato? (aspetti positivi di essere atleta)

X: Io chiedo umilmente scusa per aver parlato troppo. Posso dire in mia discolpa che sono stato troppo fortunato rispetto ad altri, ho avuto la possibilità grazie alla mia famiglia di poter fare le scelte che ho sempre desiderato. Ho desiderato studiare poco, e ho studiato poco, ho desiderato lavorare un po’, e ho lavorato, ho desiderato quello che sono, quindi sono felice, mai nessuno mi ha vietato di fare qualcosa. Dico che non merito di andare in carcere perchè faccio Corsa in Montagna. Hai capito? Aggiustala un po’ te, non è facile rispondere a queste domande!

L: M sembra giusto, però ha vinto il premio di risposte più lunghe, siamo quasi a 17 minuti, gli altri stavano molto sotto i 15

X: Ma gli altri sono dei pagliacci, ma avete già intervistato il capitan Dematteis? Io te lo dico, lui mi batterà vedrai. Lui vuole il dono anche della parlata.

M: Mi prendo allora tutto il pomeriggio!

 

Matteo Coluccia

@teocoluc

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