Morbegno – 28 ottobre 2018 – dal nostro inviato – La gara delle “foglie morte” conferma tutto il suo appeal unico e la sua identificazione totale con il mondo del mountain running più classico. Sotto una pioggia da tregenda la Francia di uno stratosferico Fine ed una Sortini sempre più golden girl del momento firmano le vittorie ma come sempre tra Arzo, il Tempietto, il Salto e Via Vanoni è stato un susseguirsi di emozioni ed un tripudio di tifosi ed atleti, per una gara che continua a rimanere unica e difficilmente avvicinabile.
Unica stecca: mancavano tutti i migliori italiani e non se ne capisce davvero il motivo.
Le CLASSIFICHE COMPLETE:
- Vanoni 2018 – Classifiche Complete Uomini
- Vanoni 2018 Generale Donne
- Vanoni 2018 SalitaF
- Vanoni 2018 DiscesaF
La classica.. un termine financo abusato per quasi tutta la stagione agonistica della montagna che corre, poi arrivi a Morbegno e capisci.
Capisci in primis che qui la storia l’hanno fatta, capisci che ad alimentarla c’è la passione e la cultura per la corsa e per questo tipo di sfide, capisci che il mantra “corsa-in-montagna” si può sublimare veramente tra le foglie morte dei boschi che sovrastano la città del bitto, che alla Memoria di Ezio Vanoni ha intitolato il trofeo più ambito di questa disciplina dell’atletica, che da questa edizione vivrà nel perenne ricordo di Gianpiero Bottà, il grande traghettatore, il timoniere che ha fatto grande questa gara e che ha rivestito un ruolo centrale nella storia del Mountain Running probabilmente mondiale.
Edizione 2018 bagnata, e siamo nel campo degli eufemismi, acqua a secchiate che non ha fiaccato il pubblico, ancora una volta strabiliante per calore, numero, competenza tecnica, e non ha fiaccato i protagonisti: gli atleti.
460 Uomini
88 Donne
Questi i numeri dei finisher di ieri, numeri inarrivabili per qualsiasi altra gara di “classic”, ossia distanza breve, livello tecnico altissimo, up&down cruento e diretto, e soprattutto nessuno sconto alla voce cronometro: per “fare classifica” al Vanoni bisogna correre forte.
Più forte di tutti lo hanno fatto i francesi guidati dall’esperienza di Thiebaut Imbert e dalla sfrontatezza di Sylvain Cachard e di Alexandre Fine. Una bella miscela di talento e gioventù quella dei cugini d’oltralpe che già qui avevano fatto suonare la Marsigliese in passato e che quest’anno sono riusciti nell’intento quando i pronostici erano forse meno dalla loro parte. Secondo posto per un’altra sorpresa, il team Great Britain – Snowdon con Holdsworth, Smith e Hana. I britannici della regione gemellata con Morbegno ci tenevano moltissimo, peccato abbiano dovuto un pò pagare l’inesperienza del giovane Zak Hana in terza frazione quando la vittoria era ancora in bilico. Il “mud”, il fango, gli inglesi lo conoscono bene, ma abbinato ai salti ed ai cambi che impone il percorso del Vanoni probabilmente ha chiesto troppo anche a loro che si accomodano cosi nella piazza d’onore poco davanti alla Scozia, nostra favorita della vigilia con la superstars Andrew Douglas a guidarli. L’attuale numero 4 del Ranking Mondiale del Mountain Running WMRA/IAAF non ha tradito le attese chiudendo col 3° tempo assoluto individuale ma serviva di più da Gollan Ross e da James Espie per poter tentare di fare meglio di un bronzo comunque di grande prestigio per una squadra che nei sogni di tutti potrebbe schierare oggi un trio formato da Simpson, Douglas ed Adkin.
Miglior individuale e unico sotto il muro dei 30’ il Ceko Jan Janu che come sempre quando il pronostico lo ignora piazza la zampata e torna a far parlare di se come grande speranza ad altissimo livello.
La sua Cekia si issa fino al 4° posto finale, davanti all’Inghilterra A del gigante Jack Wood e, udite udite, alla prima compagine italiana in classifica: i Falchi Lecco di Readelli Eros, Brambilla Danilo e Bonanomi Paolo.
Il 29’48” finale di Janu è qualcosa di importante se considerato lo stato del percorso, a tratti solcato in maniera impressionante da veri ruscelli e con i punti cruciali resi proibitivi dall’abbondante fango.
Nei parziali non manca qualche ghiotta curiosità: il migliore nel downhill è stato l’azzurrino di Lanzada Giovanni Rossi, capace di scrivere 9’19” sul crono, dietro di lui il morbegnese Marco Leoni ci dice che ieri conoscere le traiettorie anche più impensabili era il segreto.
La salita è stata invece appannaggio di Janu che in 20’17” ha staccato di quasi 30” il galletto francese Alexandre Fine, comunque alla fine uomo decisivo della gara per la vittoria finale dei suoi.
Nel Vanoni femminile, corso su formato individuale, show di Elisa Sortini che si porta a casa un titolo storico. 21’52” per schiantare le avversarie, tra cui la francese Clementine Geoffray e l’irlandese Sarah Mc Cormack, una delle grandi protagoniste della stagione 2018 a tutto tondo (Sul podio anche in world cup e oggi 3^ nel World Ranking dietro solo a Murigi e Mayr).
Nella classifica di ieri spiccano anche la Ceka Pavla Schorna (4^) e la world champion long distance 2018 Charlotte Morgan (7^) mentre la migliore italiana oltre alla Sortini è sempre locale, Roberta Ciappini, alla fine 5^ con 23’57”, 9° posto per Elisa Compagnoni in 25’11”.
Se vale il detto “gli assenti han sempre torto” non possiamo nascondere il nostro disorientamento per non trovare nessuno dei migliori italiani nelle graduatorie, tanto più grave e inspiegabile è l’assenza di società assolute protagoniste sul panorama Italiano ed internazionale: la Corrintime dei Gemelli Dematteis e del talento Aymonod ha marcato visita mentre sia Valli Bergamasche Leffe che Valle Brembana hanno corso con squadre di rincalzo in cui il solo Alex Baldaccini, comunque reduce da lungo infortunio, aveva “il Nome” da star internazionale del settore. Niente Puppi, niente Cagnati, niente Cavagna, niente Maestri, niente Rambaldini e la lista proseguirebbe, lenita in parte solo da un ottimo Alberto Vender (Valchiese) che però ha corso di fatto senza squadra (Filosi ancora out, Facchini non c’era) e da una Recastello compattata intorno a Magri e Ruga ma lontana dalle posizioni di vertice.
Un peccato, perché lo spettacolo sarebbe stato ancora maggiore.
Grazie Vanoni, grazie Morbegno: anche ieri ci avete fatto sognare!