Manca ormai pochissimo alla sfida dei 12 alpeggi e Premana è pronta ad accogliere i temerari che affronteranno i 32km del Giir di Mont, attirati forse dal pubblico, dalla mitica organizzazione, dal percorso mozzafiato e dalla storia di questa manifestazione. Abbiamo così deciso di chiedere a niente di meno che il campione mondiale Long Distance 2017 Francesco Puppi di parlarci del Giir di Mont e delle emozioni provate in quel giorno indimenticabile.

Partiamo dal percorso: 12 alpeggi, 3 GPM, ben 32 km, quali sono le caratteristiche del “GIIR”?

“Giir di Mont. Percorso molto impegnativo e tecnico, 32km per 2700m di dislivello positivo, che si articola su tre formidabili salite e altrettante discese, toccando tutti i principali alpeggi dell’Alta Val Varrone attorno a Premana.

Si parte dal centro di Premana (1000m), a pochi metri dalla chiesa: dopo circa 800m su strada asfaltata in leggera discesa, si imbocca un sentiero lastricato che porta con alcuni tornantini nel fondovalle, il punto più basso della gara a quota 780m. Oltrepassato il ponte a schiena d’asino che attraversa il torrente Varrone, inizia la prima salita, che misura circa 4,5km per 880m di dislivello e termina poco oltre l’alpe Chiarino, dove è posto il primo rilevamento cronometrico. Il sentiero sale piuttosto regolare, è spesso lastricato come tipicamente sono le mulattiere dei monti lariani, e alterna tratti in terra battuta, su prato e strada sterrata, che si interseca più volte passando tra le baite di Stalle Porcile, Stalle d’Alben e Alpe Ariale. Le pendenze sono da subito impegnative. Una volta giunti in quota i boschi di larici sono incantevoli, e il panorama che si apre dagli alpeggi permette di ammirare Premana, appollaiata sul versante opposto della valle.

La cima di Larec, spettacolo mozzafiato. Ph. Organizzazione

In prossimità del terzo intermedio cronometrico (Alpe Vegessa 1190m, km 9, course record split 56’57”), si imbocca una strada poderale dal fondo piuttosto irregolare che in circa 3km copre i 400m di dislivello necessari a raggiungere l’imbocco della deviazione per la Bocchetta Larech: oltrepassato un ponticello in legno (1600m), si piega decisamente a sinistra e si sale brutalmente fino ai 2063m del gpm della gara (quarto rilevamento cronometrico, km 14,5, course record split 1h33’04”) in meno di 2km. E’ questa, probabilmente, la parte più dura del percorso, ma non necessariamente quella su cui si farà la differenza per l’esito finale della competizione. Il sentiero si arrampica su una costa della montagna, inizialmente nel bosco, poi, raggiunta la cresta del Piz Larech, dalla quale il panorama si apre sull’intera Val Varrone e su Premana, su magri pascoli. L’ambiente è di alta montagna, si corre spesso su tracce di sentiero e le pendenze sono sempre intorno al 30%: Termina qui la seconda e maggiore salita del Giir di Mont: 5,5km per 900m di dislivello.

L’ultima, interminabile salita verso l’Alpe Deleguaggio inizia oltrepassato il ponticello sul Torrente Valle di Premaniga. Sono 6km per circa 600m di dislivello distribuiti in maniera non omogenea. Le pendenze sono inizialmente molto elevate, soprattutto nel tratto prima e dopo l’alpeggio di Pezzapraa, fino a Premaniga (1400m). Si corre principalmente su prato o su terra battuta, con alcuni passaggi tra le case dove la superficie è lastricata. Qui si potrà vedere la differenza tra chi ha conservato energie da spendere e chi inizierà inesorabilmente a strisciare! Lasciata Premaniga, la salita diventa meno impegnativa e molto più corribile, in particolare fino all’Alpe Solino (2km da Premaniga), su un bellissimo singletrack nel bosco.

Si ha appena il tempo di sfiorare Deleguaggio (quinto e ultimo rilevamento cronometrico), alpeggio mitico che rievoca la passione di Premana per la corsa in montagna, prima della picchiata verso l’arrivo in via Roma (4,5km, 700m D- da Deleguaggio). Il sentiero, tra arbusti e rododendri, si snoda con diversi tornanti e spettacolari curve che costringono a cambiare passo repentinamente, in frequenza sui gradini di pietra, a falcate più aperte nei tratti scorrevoli. Ci si addentra progressivamente nel bosco, dove le conifere lasciano via via spazio alle latifoglie. Qualche breve tratto pianeggiante o in leggera salita, sempre da spingere, spezza il ritmo della discesa che pare non finire mai. In vista degli ultimi due alpeggi, Alpe Zucco e Alpe Gorla, si è ormai a poco più di 1km dall’arrivo. Ci si ricongiunge, con un ultimo breve tratto su strada cementata, all’asfalto di via Roma, che si percorre in leggera salita per 500m, fino al traguardo nell’abbraccio di Premana.

Il Giir di Mont è una gara durissima. Sia lo skyrunning che la corsa in montagna fanno parte del suo DNA, per l’adattabilità che gli atleti devono dimostrare su ogni tipo di pendenze, tecnicità e superficie. La capacità di risalire forte nella terza e ultima salita deve essere allenata in maniera specifica, penso sia quella la caratteristica più importante che un atleta debba avere in gara. Bisogna correre veloci e avere grande resistenza ad alte intensità.”

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Francesco Puppi, oro mondiale long Distance 2017 proprio al Giir di Mont, quanto ti ha aiutato il pubblico di Premana?

“Penso che la caratteristica unica del Giir di Mont sia il pubblico, soprattutto quello dei 12 alpeggi, i Mont appunto. In ognuno di essi il pubblico fa qualcosa di speciale per accogliere gli atleti. A Premaniga il tifo è assordante, si è nel momento chiave della gara e metà e per qualche minuto entri in una bolla di adrenalina, poi ti accorgi di essere già a Solino e da lì a Deleguaggio è un attimo!! Il pubblico è stata una parte importante della mia esperienza a Premana, avrei voluto ringraziare tutti e tante volte alzavo le mani per farlo. L’abbraccio di Premana è indimenticabile, le persone sono speciali.”

Il pubblico di premana… Ph. Luca Coluccia

Una manifestazione quasi perfetta, alla sua 26esima edizione, cosa può insegnare al mondo organizzativo del Mountain Running?

“Che un percorso mitico non basta per rendere una gara leggendaria. Serve ciò che si percepisce solo nelle classiche monumento della corsa in montagna, luoghi come Zinal, Zegama, Premana. La storia si mescola all’innovazione, i campioni agli appassionati, il pubblico all’organizzazione. Servono sponsor che credono nella manifestazione, la precisione nei dettagli, le indicazioni sul percorso, l’attenzione agli élite, la risonanza mediatica che proietta ogni atleta ad essere protagonista della gara. Premana insegna tutto questo.”

Il Comitato Organizzatore dimostrava da anni le sue capacità fino ad arrivare allo storico doppio mondiale 2017, Ph. L. Coluccia

Come ci si sente ad essere nell’albo d’oro assieme a nomi del calibro di Riccardo Meja, Kilian Jornet, Ionut Zinca e Petro Manu?

“Ho vissuto il mondiale di Premana in maniera molto personale e emotiva. Pochissimi conoscono la storia, la maggior parte delle persone ha letto le classifiche oppure ha guardato le immagini della gara. Per me resta un giorno speciale in cui probabilmente ho espresso la migliore forma fisica della mia vita, indipendentemente dal risultato e dalle vicende successive. Questo resta. Nell’albo d’oro ci sono atleti pazzeschi che hanno scritto la storia della corsa in montagna, poi se volete scriverci anche il mio nome: per me va bene, ma non è così importante. Ciò che ho vissuto non si cancella, lì sono arrivato e ho cercato di correre in maniera artistica, armonica, fisica. Nel 2014 ero sul percorso del Giir di Mont da spettatore, assistetti all’impresa di Kilian, luì mi salutò con timidezza, in un tratto nel bosco tra Rasga e Premaniga. Rimane uno dei ricordi migliori.”