Italia in sofferenza ma è sorpresa Minoggio. Al femminile si conferma il momento d’oro di Ida Nilson.
Prima Tappa delle Salomon Golden Trail Series – Vincono Remi Bonnet ed Ida Nilsson
A questo link le classifiche >> zegama 2018
Zegama crudele, Zegama che non fa sconti, Zegama che è un terno al lotto ed ogni volta hai voglia di evocare il fango e la pioggia che “rallentano” la gara. certo quella di ieri non è stata edizione da record come l’anno passato quando dopo un decennio si era corso senza perturbazioni, ma dare colpa solo al fango è sempre riduttivo. E di riduttivo non vogliamo usare niente quando celebriamo l’affermazione di un autentico prodigio, quello che per noi è “the chosen one” prendendo a prestito il nick coniato per Lebron James in ambito cestistico. Si perché il “super-magrissimo” Remi Bonnet ha definitivamente smesso di essere un talento ed una speranza e dalla Baskonia torna con un doblete da favola (ha vinto anche il vertical) ed una sana irriverenza che ha già spezzato molto cuori tra gli appassionati ed i cultori dell’off-road.
What incredible races we witnessed today at Zegama!!
Congratulation Ida Nilsson & Rémi Bonnet!
It was a truly memorable day, the #GoldenTrailSeries is underway! Thank you ZEGAMA!
Full coverage of the event on Salomon Running Facebook Page with @kilianjornet! ? ? @jsaragossa pic.twitter.com/7P3cubzMfp— Salomon Running (@SalomonRunning) 27 maggio 2018
Ha vinto senza fare sfracelli (3h53’56”), facendo la sua gara e dimostrandosi maturo e pronto fin dai primi Km quando mano a mano ha imposto un ritmo che ieri per il detentore di titolo e record Stian-Vik era improponibile. Il campione norvegese ha dovuto far ricorso a forze nascoste per raddrizzare la barca ed andare comunque a prendersi un 2° posto (3h55’26”) che ne conferma la competitività ad altissimo livello (non sbaglia una gara importante da tempo immemore). Con i due attesi big, sul podio ci va il polacco Przedwojewski, a riconferma del fatto che le Aizkorri se ne fregano dei curriculum e quando metti il naso all’insù a Santo Espiritu davanti a quel muro umano devi solo averne e buttare tutto in campo.
Il top rank finale maschile ne è testimone con tanti nomi pesanti relegati in 2^ pagina o lontani. C’è di che festeggiare allora per il 10° di un ottimo Cristian Minoggio (Valetudo) giusto davanti ad un vecchio leone come Robert Krupicka la cui esperienza e classe lo hanno traghettato fuori dai pantani in cui sono naufragati attesi nomi del calibro di Sévennec, Rodriguez, Canaday. Sofferenza e crampi per Pascal Egli, che per il 2° anno consecutivo crolla intorno al 28°, i crampi lo limitano ed alla fine il vice-campione del mondo long distance chiude 12°. Gli altri italiani in gara nei primi 70: Danilo Brambilla è 49°, Manuel Bortolas 55°, Bazzana ritirato.
Anche in campo femminile non sono mancate le vittime illustri, Maite Maiora trionfatrice con record un anno fa non ha terminato la gara, come lei anche Megan Kimmel ha alzato bandiera bianca in un gioco al massacro che ha subito evidenziato come Ida Nilsson, alla fine trionfatrice in 4h38’38” ieri non avrebbe avuti rivali, anche se all’inizio la Forsberg era sorpendentemente sulle sue tracce (alla fine per la svedese 7° posto). Molto bene Laura Orgue, 2^ su una gara cosi lunga non era scontato, e la neozelandese Ruth Croft 3^. L’attesa Denisa Dragomir chiude ai piedi del podio ma dimostra tenuta e maturità, ieri finire e finire bene non era assolutamente scontato. I nostri colori salutano una Silvia Rampazzo 9^ in 5h02’14”. L’iridata di Premana’17 continua a fare fatica in questo avvio di stagione ma ha messo giù la testa ed è andata al lavoro facendo anche “la ruspa” come lei stessa ci ha confidato scherzando in un messaggio nel dopo gara. Una caviglia gonfia ed anche una botta in testa frutto di una caduta non l’hanno fermata, cuore grande come la classe che presto tornerà a risplendere.