Nell’anno che va. Tra ricordi e propositi, tra emozioni vissute e sogni da inseguire: il saluto al vecchio, mentre arriva il nuovo. Anno dispari, ce lo dicevano sin dall’inizio, con quel “diciassette” a sfidare la scaramanzia dei gesti, seguendo prima un due e poi un zero: 2017, insomma, facciamola più breve.
Anno che va, fossimo oggi anche in mezzo alla neve, mentre più nostro, prima, era il tema: tra salite e discese, chilometri spesi attorno ad una vocazione legata a boschi, strade e sentieri. Loro, questi ultimi soprattutto, nel giorno del saluto, in qualche modo oggi si prova a cantare.
Quelli che il solo percorrerli è già una gioia, quelli che legano un capo e una coda, quelli che alimentano speranze e che poi, talvolta chissà come, pare ti avvicinino pure al cielo. Lo si dice, lo si scrive, rifuggendo retorica facile e vicina, mentre il pensiero vola a riabbracciare chi questo anno – ora sì nefasto nei ricordi – ci ha portato via. Un sorriso su tutti, il tuo, caro Franco, maestro di regia in teatri di classe e sostanza, interamente dedicati alla tua, alla nostra corsa in montagna, cui eccome se manca tutta la tua energia, tutta la tua visione.
La scomparsa di Franco Travaglia, delle meraviglie di Arco regista sublime e cantore dai toni discreti, tra quei sentieri che ripercorrere costa più di qualche lacrima e tanta nostalgia. Sentieri che, intrisi di speranza, ti avvicinano certo al cielo, ma che poi parlano anche di rinascita e ripartenza: sulla via tracciata, ad Arco si va avanti e si sogna ancora…
Anno che va e che dice di emozioni infinite, là sui sentieri di Premana: un rewind già celebrato, che dire di più, se non emozionarsi ancora e poi di nuovo.
Anno che va e che saluta i sorrisi di Silvia, di Francesco, di Xavier: l’azzurro che vince, ma che di una virgola non muta la propria essenza, la propria leggerezza. Sorrisi belli e puri, per l’appunto.
Anno che va e che là, ai piani alti, segna la fine di un’era. Era ora. Mai fosse stato, non solo da ora: sulla riva del fiume, punto e a capo, e così sia.
Anno che va e che gioisce insieme ai volti più giovani, con al collo esperienze ed emozioni ancor più di qualche medaglia: quelle a dare comunque il senso di impegno, coraggio e talento. Caratteristiche che accomunano, se pensi a Nadia ed Alain, se ripercorri le cavalcate di Daniel e di Andrea. Battocletti, Cavagna, Pattis e Prandi: gli ori, gli argenti e il bronzo di un’estate giovane votata ai sentieri.
E a tutti e ciascuno, l’augurio di trovare gioia sul proprio di sentiero. Fosse anche un solo momento, sempre ne vale la pena.