Pronti per l’atto conclusivo del “mondiale dei mondiali”, Premana celebra il proprio rito tradizionale. Il Giir di Mont è leggenda, è storia, è passione che gronda da ogni sasso e da ogni sentiero tra gli alpeggi.

Domenica al via tanti campioni a caccia del titolo mondiale lunghe distanze, che mai come in questa edizione ha un peso specifico ed un significato immenso.

Farà caldo, e non solo perché il meteo promette una giornata torrida anche sugli alpeggi di Premana, la temperatura si farà rovente già da sabato pomeriggio quando all’atto della cerimonia di apertura gli sguardi dei favoriti alla vittoria finale si incroceranno sulla Piazza di Premana e di fatto inizierà un sottile gioco di psicologia che esploderà poi al mattino di domenica quando alle 8.00 in punto si aprirà ufficialmente “la corsa all’oro”.

I temi tecnici e le chiavi di lettura pre-gara sono poche ma maledettamente semplici e concrete: una gara di una durezza terrificante con 32 km da percorrere e 2400 metri D+ spalmati su 3 salite e su altrettante discese tecniche, impegnative, violente.

Aggiungiamoci il caldo annunciato, ce n’è abbastanza per prevedere una gara ad eliminazione, una pazza roulette che a turno potrebbe far uscire il numero dei papabili alla vittoria e farli saltare uno ad uno sul lungo sentiero verso il traguardo di Premana. Ci sarà da soffrire, ci sarà da usare la testa prima che le gambe, non sbagliare i rifornimenti, essere veramente preparati ed avere magari la buona sorte di trovarsi nella classica giornata di grazia. Di certo è che ne vedremo delle belle, ecco allora come sempre, la nostra preview:

Disclaimer regolamentare: la novità del long distance 2017 è nel criterio per definire l ranking a squadre, non più la somma dei tempi ma, come avviene per il classic, il conteggio cumulativo delle migliori 3 posizioni individuali. Un fattore questo che secondo la nostra analisi favorirà gara tattica ed imporrà agli atleti di “guardarsi” con maggiore attenzione, perché un sorpasso o una posizione persa sul rettilineo finale peseranno di più di una gara tarata su un obiettivo cronometrico dai singoli protagonisti.

 

Seniores Donne

Ultimi Precedenti mondiale Long Distance:

Così a Zermatt 2015 (only up): SUI-ITA-USA-RUS-CRO

Così a Podbrdo 2016 (up and down): ITA-SLO-GBR-USA-AUT

Defending World Champion: ANNIE CONWAY – Great Britain

 

Doverosamente si parte con il nome della britannica Annie Conway, campionessa in carica dopo il trionfo nel giugno 2016 tra le vallate della Baccia in Slovenia. Quella della Gorski Alpine Marathon era stata prova di difficoltà degna del Giir, e con quasi 10 km di più da percorrere. Solo la veemenza delle risalite e la ripidità di alcune discese pareggia i conti ma di certo una Conway come quella vista lo scorso anno in Slovenia, capace di battere la nostra Antonella Confortola, va diretta tra le papabili alla vittoria anche in questa edizione.

A sorreggerla una signora squadra che annovera tra le altre Victoria Wilkinson, 14^ nel 2016 ed all’ennesima maglia con la nazionale. Il Team GBR punta alla medaglia e non ne fa mistero.

Il podio mondiale long distance 2016, Krkoc(3^, Conway(1^), Confortola (2^) – credit Menino

Nella sfida per nazionali menzioniamo in primis le squadre che si presentano con maggiore equipaggiamento numerico (vanno a punti in 3), ed in tal senso c’è curiosità intorno all’Argentina, presente in forza con ben 4 atlete tra cui segnaliamo Yennifer Castro e Roxana Flores, rispettivamente 2^ e 3^ alla K42 Patagonia 2016, la Flores è anche la vincitrice della prova di selezione, dove ha messo in fila altra atleta presente a Premana: Yanina Solis. Vedremo se le argentine saranno all’altezza del confronto con il resto del mondo, di certo la loro presenza porta una bella novità sullo scacchiere internazionale del Mountain & Trail.

Tanta attesa anche di vedere all’opera la Danimarca, in primis per la presenza della skyrunner Katrine Villumsen, ad oggi 12^ nel ranking delle world series, mentre poco si sa delle compagne di squadra. Decisamente più conosciute le ragazze del team Romania, habituée delle corse in cresta sulle montagne italiane. E qui si parte naturalmente da Denisa Ionela Dragomir, vincitrice del Giir di Mont nel 2015 e 2 volte europea junior di mountain running classico. La stagione di Denisa è partita alla grande con numerose vittorie ma innegabile che le manchi il vero colpo di prestigio per impreziosire la già importante bacheca, ha la condizione per tentare l’impresa ed una squadra all’altezza anche per ambire al podio con Iulia Gainariu ed Ingrid Mutter, altra abbonata alle sky italiane e soprattutto detentrice del titolo qui a Premana dopo la vittoria , seppur su percorso ridotto, dello scorso anno.

Denisa Dragomir

Altri nomi da appuntarsi: l’austriaca Katarina Zipser lo scorso mondiale fu 7^, merita molta attenzione, e tra le reduci di Podbrdo segnaliamo anche la ceca Katerina Matrasova 11^, la tedesca Tina Fischl 15^ e la canadese Marianne Hogan, 20^.

I pericoli veri sono però a nostro avviso nella squadra USA, reduce da ottima campagna nel classic gli yankees vogliono allungare le mani anche sul medagliere del Long Distance ed hanno le squadre per farlo. In ambito senior donne partiamo senza dubbio dalla regina di Premana: Kasie Enman. E’ lei con 3h45’50” la detentrice del record assoluto sul percorso del Giir di Mont e sarà lei a guidare all’assalto le americane dopo essersi difesa domenica scorsa nel classic (13^). Non sarà l’unica USA a replicare, ci sarà infatti al via anche Addie Bracy che nella prova corta ha centrato la top ten con l’8° posto alle spalle della nostra Gaggi, ed insieme a loro verranno schierate al via l’esperta Anita Ortiz, 13^ lo scorso anno al mondiale, e soprattutto l’attesa Dani Moreno, 25enne californiana che si è avvicinata da pochissimo al mountain running ma sta facendo ben parlare di se in patria.

Kasie Enman nel giorno del suo trionfo a Premana

Queste in sostanza le avversarie più pericolose per la pattuglia italiana che si presenta al via con tante speranze e con la voglia di fare bene, grazie ad una squadra fortemente sbilanciata sul fattore esperienza, un evidente messaggio di come le scelte tecniche dei responsabili azzurri siano andati nella direzione di garantirsi soprattutto la tenuta su una gara che come detto in apertura ci si attende quasi ad eliminazione finisca.

Lisa Buzzoni, classe 1987 e Barbara Bani 1986 sono le più giovani di un gruppo che annovera poi il bronzo mondiale di Trail Running 2017 Silvia Rampazzo, la due volte vincitrice del Giir di Mont Stephanie Jimenez (2008-2009) e naturalmente un’icona vivente del nostro mountain running e degli sport alpini in generale, la vicecampionessa del mondo lunghe distanze in carica Antonella Confortola. Una squadra forte, profonda che conta sulla muscolarità ed energia di Bani, sulle grandi doti di scalatrice di Buzzoni, sulla stagione magica della Rampazzo e sui lampi di classe attesi da Confortola e Jimenez, nascondersi non fa parte della mentalità di queste ragazze e l’obiettivo dell’oro a squadre è dichiarato. Se poi dovesse essercene bisogno la riserva di lusso è ancora una volta Ivana Iozzia, che pronta si è fatta trovare lo scorso week end nel mondiale corto, prontissima sarebbe nel caso di necessità anche a mettersi a disposizione per il Giir.

Antonella Confortola a Podbrdo 2016 – ph. Menino

Sulla classifica a squadre spendiamo gli ultimi pronostici: l’Italia gioca in casa e difende il titolo conquistato in Slovenia, non ci possiamo proprio nascondere, le avversarie più pericolose sono a nostro modo di vedere la Romania, il team USA e la Gran Bretagna. Germania, Rep. Ceca, Danimarca, Argentina e Canada un gradino sotto ma attrezzate nei numeri per fare la classifica. Ucraina, Bielorussia, Slovacchia ed Ungheria ci saranno ma rappresentano un rebus mentre registriamo il repulisti in casa Slovenia, che ha rivoluzionato la squadra, perso la sua stella Lucja Krkoc (cosi come Kosovelj al maschile) e difficilmente ripeterà l’argento a squadre del 2016.

Seniores Uomini

Ultimi Precedenti mondiale Long Distance:

Così a Zermatt 2015 (only up): ITA-USA-KEN-GER-SUI

Così a Podbrdo 2016 (up and down): ITA-GBR-GER-SLO-USA

Defending World Champion: ALESSANDRO RAMBALDINI – Italy

Difendiamo gli ultimi due titoli assoluti a squadre ed individuali (Vaccina 2015 e Rambaldini 2016), giochiamo in casa (e che casa), ce n’è a sufficienza per stritolarci di tensione e pressioni.

Tuttavia negli occhi di Alessandro Rambaldini e degli altri ragazzi in azzurro c’è tanta determinazione e la consapevolezza che mai come in questa edizione il mondiale long distance sia intriso di significati che vanno al di la del semplice appuntamento iridato annuale.

Favorito numero uno, manco a dirlo, “Petruzzo” Mamu. Il mito eritreo attende già gli avversari a Premana e francamente le avvisaglie per vederlo volare sui sentieri da lui già domati nel 2015 frantumando il record di Kilian Jornet ci sono tutti. Chi ha osservato con attenzione il linguaggio del corpo ed i gesti di “bumbum dinamite” domenica scorsa sa di cosa parliamo. Furibondo all’arrivo dove ha dovuto “ingollare” il 5° posto dietro agli ugandesi ed a Joe Gray, quella manina alzata alla fine del primo giro mentre il pubblico di Premana lo incitava, quasi a fare il gesto “ehi aspettate, aspettate…”, un gesto che forse conteneva un messaggio, quello di una scelta fatta in preparazione di puntare le maggiori attenzioni sul lungo e giocoforza rimetterci qualcosa in brillantezza nella sarabanda a folle ritmo del classic. Vedremo, quel che è certo è che Petro sul duro ha già vinto, da Limone a Zinal al Giir di Mont appunto, se sta bene attendiamoci il ruggito potente di calimero.

Petro Mamu domenica nel classic…e quel gesto… (ph. Courthoud)

Stare, o provare a stare, con lui dall’inizio potrebbe rappresentare il tema tattico e lo spartiacque decisivo per i destini degli avversari, tra cui si annidano tanti pretendenti al podio di Premana, un podio che nella storia del Mountain Running regalerà a chi lo calcherà l’apoteosi ed una sorta di eternità.

Partiamo da tre nomi: Julien Rancon, Tom Owens, Diego Simon. Tre storie diverse, tre background diversi, il comune denominatore di essere a Premana in missione.

Iniziando dal fondo di questo tris notiamo come Diego Simon sia di ritorno in Europa dopo la ricca esperienza di un anno fa in cui si è testato su svariate classiche ed ha accumulato una conoscenza che gli servirà. La squadra argentina ruota piuttosto intorno al più esperto Edgar Rios ma Simon può davvero dire la sua. Owens conosce Premana (2° nel 2012) e questa tipologia di gara, in questa stagione si è speso meno del solito gareggiando a sprazzi e non infilando prove di world series a raffica come era uso fare. Ha la distanza e la muscolarità giusta per provare a migliorare l’ottimo 4° posto mondiale di un anno fa, ed anche lui ha una signora squadra in cui spiccano a nostro modo di vedere il veteranissimo Karl Gray ed il più giovane Jack Wood. Gray, classe ’69 è un duro vero che non molla mai e che nelle ultime uscite iridate ha collezionato un 12° a Podbrdo 2016 ed un 11° in Polonia al mondiale 2013. Chiude questo tris di favoriti il nome non a caso di Julien Rancon, e qui c’è da aprire un capitolo a parte per lui come per il capitano del Team Czech Robert Krupicka. Parliamo della verà nobiltà della corsa in montagna europea, parliamo dei “signori del mountain running” gente che ha attraversato l’era De Gasperi e quella Dematteis, per usare un metro temporale noto ai tifosi italiani, ed è ancora lassù ai vertici del movimento. Atleti e Persone di uno spessore unico, dotati una poliedricità tecnica ad alto livello vera e non solo raccontata. Ju Ju guida la Francia per l’ennesimo assalto, ha dimostrato di saper correre forte nel Trail, nelle skyrace e viene da una stagione quasi perfetta nel mountain running dove ha chiuso 8° e con il titolo a squadre l’Europeo e poi è stato 11° nel mondiale dei mondiali. Giir di Mont non nuovo per lui, 3° nel 2013 dove fu gran protagonista fino a Larec, transitando in testa prima di arrendersi al ritorno di Zinca e Castaner. “Le Professeur” solitamente fa tesoro delle esperienze passate… avversari avvisati.

La Franci Campione d’Europa, guidata da Julien Rancon (ph. Gulberti)

Stesso preambolo merita Robert Krupica, pure lui non nuovo al Giir di Mont dove però gli andò decisamente peggio, 13° nel 2012 incappando in giornata nera. Anche per lui esperienza, classe da vendere ed una stagione 2017 iniziata decisamente in maniera convincente come testimoniano le belle prestazioni alla Livigno Sky Marathon (5°), poi alla Sky Race Alta Valtellina (1°) ed infine l’11°all’europeo di Kamnik. Guida un’autentico squadrone che combina i due migliori talenti espressi dalla Cekia negli ultimi 15 anni, lui appunto ed il giovane compagno Jan Janu e si porta in dote l’esperienza ed il valore di Ondrej Fejfar e Milan Janata, quest’ultimo 10° lo scorso anno al mondiale.

Robert Krupicka (ph. Courthoud)

Ma non finisce qui: i tedeschi Kuhlmann e Naegele (8° a Podrbrdo 2016), i polacchi Marcin Swierc (7°) e Bart Przedwojewski che fu anche 6° junior al mondiale classic 2011 dietro al nostro Maestri, e poi ancora occhi aperti con lo svizzero Pascal Egli, vera mina vagante e specialista puro, di recente 6° alla Dolomites Skyrace di Canazei, biglietto da visita eloquente.

Ammettiamo il mistero sul Messico, che presenta squadrone al gran completo ma senza nomi notissimi nel circuito, mentre più sicuri diamo il giusto credito a Team USA, anche qui candidato ad un posto al sole in virtù dei buoni risultati alle ultime edizioni, della riconferma di alcuni cavalli di razza quali Andy Wacker (argento 2015 a Zermatt) e Mario Mendoza (11° nel 2016), e dal sempre ottimo turn-over garantito da un movimento in continua espansione.

Andy Wacker a Zermatt 2015

Chiusura con “i nostri”, come detto la squadra ruota intorno al campione del mondo in carica Alessandro Rambaldini, ma il talento e le capacità sono ben distribuite in tutti gli elementi che difenderanno la maglia azzurra.

Rambaldini (foto Torri per mountain running italian team)

Rambo arriva maturo e consapevole dei mezzi al Giir di Mont, il percorso gli si addice ed il fatto di aver iniziato molto soft la stagione senza ammazzarsi di gare come è solito fare potrebbe giocare a suo favore. L’altra punta di diamante è senza dubbio il talento smisurato di Francesco Puppi. Bronzo a Zermatt 2015 ma anche dello stesso metallo un mese fa all’europeo classic in Slovenia. Difficilmente stecca un grande appuntamento e nella preparazione di questo Giir di Mont iridato ci ha messo cuore e passione come in pochi sanno fare. Quoziente intellettivo sopra la norma, e in una gara dove la gestione e la tattica saranno fondamentali gli servirà, speriamo lo tenga acceso e non ascolti le sirene dell’istinto che per uno con quei numeri arriveranno di certo sulla prima salita a solleticargli le velleità. Poi il Lack & il Nick, ossia Cagnati e Spada, i due bellunesi rappresentano la fanteria ma tutti e due possono tirare fuori la grande gara e farci sognare, per i destini della squadra sono il vero ago della bilancia. Una squadra che poi potrà contare sullo specialista Gil Pintarelli, 2° al Giir 2016, di recente 11° a Canazei. Corre sul proprio terreno abituale, rappresenta una garanzia di tenuta, se regge l’impatto emotivo con l’azzurro, quello vero, allora conteremo su un attaccante dal gol sicuro e quella “corsa all’oro” che fino ad oggi ci è mancato al mondiale dei mondiali, potrebbe finalmente diventare realtà.

Francesco Puppi, horns-mood, ph. Courthoud