Premana Long Distance – il Giir di Mont “sviscerato” da #PUPPINHO !

Dopo l’analisi del percorso per il mondiale classic, sapientemente propostaci da Emanuele Manzi la scorsa settimana, ci occupiamo oggi del tracciato sul quale si assegnerà il 6 agosto il titolo iridato di Lunghe Distanze. Anche in questo caso possiamo contare su una voce ed una penna autorevole. E’ il caso, senza ombra di dubbio, di Francesco Puppi, una delle “punte” della squadra azzurra all’imminente rassegna mondiale. Talento e genio condensati in un corpo esile a prima vista ma che ha già dato prova di resistenza e capacità di soffrire fuori dal comune. Un cuore ed una passione incrollabili che hanno portato Francesco in pochi anni a divenire un atleta di puro culto per gli appassionati. Un curriculum che fino al 2014 era ai più sconosciuto e che oggi snocciola a raffica un bronzo mondiale nelle lunghe distanze 2015 a Zermatt, il titolo italiano di KM Verticale nello stesso anno, un 3° posto alla Sierre-Zinal 2016, la medaglia di Bronzo ai recenti Europei di Kamnik.

Francesco ha coltivato con pazienza il sogno Giir di Mont, spettatore sui sentieri negli anni delle sfide Kilian-Dega, poi candidato ad una maglia ad inizio stagione, una candidatura divenuta forte dopo l’argento agli Italiani lunghe distanze di Nasego, e poi una realtà incontrovertibile dopo la vittoria alla Stava Mountain Race, la prova di selezione ufficiale.

Con la consueta meticolosità ed attenzione ai minimi dettagli ha cavalcato con la leggerezza di chi sta vivendo un sogno gli oltre 30 km della mitica gara Premanese, questa è la sua analisi in esclusiva per i lettori di corsainmontagna.it :

Testo: Francesco Puppi

Foto: gentile concessione Ag. Stampa Newspower

“Giir di Mont. Percorso molto impegnativo e tecnico, 32km per 2700m di dislivello positivo, che si articola su tre formidabili salite e altrettante discese, toccando tutti i principali alpeggi dell’Alta Val Varrone attorno a Premana.

Si parte dal centro di Premana (1000m), a pochi metri dalla chiesa: dopo circa 800m su strada asfaltata in leggera discesa, si imbocca un sentiero lastricato che porta con alcuni tornantini nel fondovalle, il punto più basso della gara a quota 780m. Oltrepassato il ponte a schiena d’asino che attraversa il torrente Varrone, inizia la prima salita, che misura circa 4,5km per 880m di dislivello e termina poco oltre l’alpe Chiarino, dove è posto il primo rilevamento cronometrico. Il sentiero sale piuttosto regolare, è spesso lastricato come tipicamente sono le mulattiere dei monti lariani, e alterna tratti in terra battuta, su prato e strada sterrata, che si interseca più volte passando tra le baite di Stalle Porcile, Stalle d’Alben e Alpe Ariale. Le pendenze sono da subito impegnative. Una volta giunti in quota i boschi di larici sono incantevoli, e il panorama che si apre dagli alpeggi permette di ammirare Premana, appollaiata sul versante opposto della valle.

Dopo il passaggio all’Alpe Chiarino (1558m, km 4,5, course record split 34’22”), inizia un traverso di circa 1km piuttosto nervoso, con passaggi su rocce e qualche tratto tecnico, prima della discesa che in circa 2,5km porta all’Alpe Casarsa e successivamente alla vicina Alpe Vegessa. La prima parte di discesa è più impegnativa, mentre nella seconda si corre in parte nel prato e in parte su sterrato, con pendenze minori. Da non sottovalutare i gradini in pietra che si incontrano frequentemente, non solo in questa parte di percorso.

In prossimità del terzo intermedio cronometrico (Alpe Vegessa 1190m, km 9, course record split 56’57”), si imbocca una strada poderale dal fondo piuttosto irregolare che in circa 3km copre i 400m di dislivello necessari a raggiungere l’imbocco della deviazione per la Bocchetta Larech: oltrepassato un ponticello in legno (1600m), si piega decisamente a sinistra e si sale brutalmente fino ai 2063m del gpm della gara (quarto rilevamento cronometrico, km 14,5, course record split 1h33’04”) in meno di 2km. E’ questa, probabilmente, la parte più dura del percorso, ma non necessariamente quella su cui si farà la differenza per l’esito finale della competizione. Il sentiero si arrampica su una costa della montagna, inizialmente nel bosco, poi, raggiunta la cresta del Piz Larech, dalla quale il panorama si apre sull’intera Val Varrone e su Premana, su magri pascoli. L’ambiente è di alta montagna, si corre spesso su tracce di sentiero e le pendenze sono sempre intorno al 30%: Termina qui la seconda e maggiore salita del Giir di Mont: 5,5km per 900m di dislivello.

Larech costituisce lo spartiacque della gara: inizia qui l’aerea discesa verso l’Alpe Rasga (1090m, km 19, course record split 1h54’13”): 4,5km per 970m di dislivello negativo. Il primo km è decisamente il più tecnico: lo scenario cambia parecchio rispetto al versante opposto della montagna; si scende a balzi su rocce e pietre, quindi si entra nel bosco e tanti piccoli tornantini conducono all’Alpe Fraina, dove la discesa diventa più dolce e scorrevole, permettendo forse per la prima volta di rilassarsi un poco. Dall’Alpe Fraina all’Alpe Rasga il terreno è un susseguirsi di singletrack, strada sterrata carrozzabile e pascoli erbosi per circa 3km, passando per il gruppo di baite dell’Alpe Caprecolo.

Appena dopo Rasga si imbocca, piegando leggermente a destra, un sentierino stretto e saliscendi: sono 2km da non sottovalutare, a tratti impegnativi, che probabilmente non fanno la differenza in termini di altimetria sull’intero percorso, ma saranno determinanti a questo punto della gara.

L’ultima, interminabile salita verso l’Alpe Deleguaggio inizia oltrepassato il ponticello sul Torrente Valle di Premaniga. Sono 6km per circa 600m di dislivello distribuiti in maniera non omogenea. Le pendenze sono inizialmente molto elevate, soprattutto nel tratto prima e dopo l’alpeggio di Pezzapraa, fino a Premaniga (1400m).

Si corre principalmente su prato o su terra battuta, con alcuni passaggi tra le case dove la superficie è lastricata. Qui si potrà vedere la differenza tra chi ha conservato energie da spendere e chi inizierà inesorabilmente a strisciare!

 

Solino (1600m) – Deleguaggio (1690m, 27,5km, course record split 2h47’21”) è un tratto di poco meno di 3km che, a mio avviso, saranno determinanti per l’esito della gara: il sentiero tende a salire, ma sono presenti frequenti saliscendi, nervosi e a tratti tecnici, insidiosi dopo oltre 25km percorsi.

Si ha appena il tempo di sfiorare Deleguaggio (quinto e ultimo rilevamento cronometrico), alpeggio mitico che rievoca la passione di Premana per la corsa in montagna, prima della picchiata verso l’arrivo in via Roma (4,5km, 700m D- da Deleguaggio). Il sentiero, tra arbusti e rododendri, si snoda con diversi tornanti e spettacolari curve che costringono a cambiare passo repentinamente, in frequenza sui gradini di pietra, a falcate più aperte nei tratti scorrevoli. Ci si addentra progressivamente nel bosco, dove le conifere lasciano via via spazio alle latifoglie. Qualche breve tratto pianeggiante o in leggera salita, sempre da spingere, spezza il ritmo della discesa che pare non finire mai.

In vista degli ultimi due alpeggi, Alpe Zucco e Alpe Gorla, si è ormai a poco più di 1km dall’arrivo. Ci si ricongiunge, con un ultimo breve tratto su strada cementata, all’asfalto di via Roma, che si percorre in leggera salita per 500m, fino al traguardo nell’abbraccio di Premana.”

Course records: 

  • Men 3h05’59” (Petro Mamu, ERI, 2015)
  • Women 3h45’50” (Kasie Enman, USA, 2012)

A questi link tutte le info sul percorso del Giir disponibili sul sito ufficiale:

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