13 luglio 2017 – Da un lato la tradizione, dall’altro volti giovani ed emergenti. Da un lato la Snowdon Race, grande classica del mountain running internazionale giunta alla sua quarantaduesima edizione, dall’altro quattro giovani azzurri in partenza per un’esperienza che nelle ultime stagioni ha contribuito a far maturare altri ragazze e ragazze poi approdati all’azzurro delle grandi competizioni istituzionali.

Per il movimento sportivo britannico, per il Galles e per la piccola cittadina di Llanberis, la Snowdon Race non è solo un’antica corsa in montagna, ma piuttosto un rito che di anno in anno si ripete: la sfida ad una delle cime più alte dell’intera Gran Bretagna, la salita e la discesa di uno dei percorsi off-road più battuti del Parco Nazionale della Snowdonia.

Scrivi Snowdon Race e subito ci abbini un qualcosa che rimandi al Trofeo Vanoni di Morbegno. Le due gare sono tra loro gemellate, così come sono gemellate le cittadine di Morbegno e di Llamberis. Nel Comune valtellinese, il prossimo 22 ottobre, si celebreranno anche i Campionati Italiani Assoluti di staffette, ma intanto proprio in virtù di questo legame di amicizia internazionale, il Gruppo Sportivo Csi Morbegno torna ad offrire alla Federazione Italiana di Atletica Leggera la possibilità di inviare un rappresentativa nazionale in Galles.

Hannes Perkmann (Ph. Courthoud)

Quattro allora, i nuovi azzurri, tutti all’esordio in una competizione a carattere assoluto. Per la lombarda Arianna Oregioni (Gp Santi Nuova Olonio) e per l’altoatesino Hannes Perkmann (Sportler Team) si tratta del debutto assoluto, mentre già vantano belle esperienze in azzurro da juniores tanto il trentino Davide Magnini quanto il bergamasco Nadir Cavagna. Il ventunenne alpino del Ras Courmayeur, argento continentale tra gli juniores ad Arco nel 2016, e il ventiduenne portacolori dell’Atletica Valle Brembana, già quarto ai Campionati Mondiali di categoria nel 2014, rappresentano piuttosto due dei migliori prospetti emersi dalle categorie giovanili nell’ultimo decennio, dimostratisi subito capaci di affrontare a viso aperto anche le sfide con i migliori interpreti nazionali.

Nadir Cavagna (Ph. Gulberti)

Sinora emerso soprattutto nelle salite più verticali, Hannes Perkmann, ventiquattrenne di Sarentino (Bz), ha iniziato tardi a correre, preferendo da subito farlo in montagna e dimostrando però, in poco tempo, ottime propensioni, quest’anno dirottate con buoni risultati anche su tracciati “up and down” come quello che attende gli azzurri in Galles.

Anche la Oregioni ha praticamente saltato tutta la trafila agonistica delle categorie giovanili, ma la sua facilità di corsa in salita l’ha presto portata a trovare spazio ai vertici delle classifiche nazionali. Ora questa prima grande vetrina internazionale.

Davide Magnini, qui al mondiale 2015 in Galles

Con 995 metri di dislivello positivo, la Snowdon Race presenta uno sviluppo totale di 15,350 Km, equamente divisi tra salita e discesa, con l’aggiunta di un chilometro pianeggiante in zona partenza e arrivo. Le recenti vittorie azzurre di Cesare Maestri (2014, su tracciato accorciato per il maltempo) e di Emanuele Manzi (2015) hanno riportato l’Italia sul gradino più alto di una competizione che non sorrideva agli azzurri dal successo targato Marco De Gasperi nel 2001.

Lo scorso anno, invece, con la doppietta inglese di Chris Smith e Chris Farrel, per la squadra italiana arrivarono il terzo posto di Luca Cagnati e il quarto di Nicola Pedergnana. Ora una nuova sfida, con i giovani azzurri chiamati al confronto con le rappresentative di Inghilterra, Scozia, Galles, Irlanda e Irlanda del Nord. Forza ragazzi!