9 luglio 2017 – Che notte triste quella ormai prossima al calare. Un groppo in gola e lacrime che lente rigano il volto, perché non è domenica di festa quella che segue un Europeo prodigo di soddisfazioni per l’Italia che corre in montagna. Soltanto ieri, sui sentieri sloveni di Velika Planina, il trionfo di uno dei “suoi” campioni preferiti, in una rassegna continentale che di un anno soltanto segue quella di Arco, da lui così magistralmente diretta dodici mesi fa. Ma è di oggi la notizia che gela la gioia e che riempie di amarezza e sconforto il piccolo, grande mondo della corsa in montagna italiana.

Franco non ce l’ha fatta e la corsa in montagna già si sente più sola. Perché se c’è un uomo che ha ridisegnato il modo di intendere l’arte di organizzare in quest’ultima decade di fatiche sui sentieri, questo è lui, Franco Travaglia, mente fina e generosa. Trovare il modo di valorizzare la disciplina, di farla crescere e conoscere, di esaltarne, anche e soprattuto, i suoi campioni, diventati spesso e volentieri anche grandi amici. Il faro puntato sempre lì, tra piccole delusioni e grandi successi, senza troppo curarsi delle prime, né esaltarsi affatto di quegli altri.

 

Il suo sorriso e quelle braccia aperte pronte a stringersi in un abbraccio, mentre i “suoi” gemelli tagliavano quel traguardo di Arco esattamente un anno fa. E’ pensiero che torna, forte come non mai, quest’oggi, mentre la mente confusa fatica a fissare altri straordinari momenti di passione condivisa nel corso degli anni. Che gioia nei tuoi occhi quel giorno, caro Franco, che tristezza, Franco caro, dover provare a scrivere oggi qualche riga per salutarti.

Ma la penna, mentre la notte ormai è calata, oggi non scorre, oggi fatica e si ferma, adesso e poi ancora. Vorrebbe soltanto provare a ricordare quanti progetti condivisi, quanti sogni, quelli altrettanto, coltivati insieme. Vorrebbe rendere omaggio ad uno straordinario organizzatore, ad un sognatore, ad un uomo buono e gentile, innamorato della sua Paola e dei suoi Cristian, Stefano e Andrea. Vorrebbe ricamare attorno allo straordinario legame che lo stringeva a ciascuno dei suoi tanti amici e collaboratori che negli anni lo hanno accompagnato nelle sue fatiche organizzative.

Vorrebbe trovare, quello almeno, il modo di dire semplicemente “grazie”, di salutare un amico lasciatosi travolgere dalla nostra stessa passione. Ma la penna oggi fatica, oggi si ferma una volta ancora, mentre le lacrime ora scendono più veloci e quel groppo in gola non vuol saperne di lasciarci dormire.

“Mountainrunningolympicdream”, hai voluto fermamente scrivere su quel tuo ultimo pettorale: il tuo sogno, il nostro sogno, sempre a viso aperto, sempre dalla parte di chi insegue la propria passione.

Ciao Franco, è stato bello gioire e sognare insieme. Il tuo sorriso, di questo puoi starne certo, rimane qui, vivo come sempre, nel cuore dei tanti amici che, come noi, ti hanno voluto un mondo di bene…