Sedici Nazioni per l’edizione più a Sud di sempre della WMRA International Youth Cup. E’ la sesta volta che l’Italia ospita la rassegna, ma mai in precedenza si era abbandonato l’arco alpino: tutto piemontese il lancio ufficiale della manifestazione dedicata agli under 18, che dal 2006 al 2008 si svolse a Susa (To), in occasione del Memorial Marco Germanetto. Stesso abbinamento e ancora Valle di Susa nel 2010, con Sauze d’Oulx chiamata ad anticipare l’edizione 2014 svoltasi invece ad Arco (Tn), in cornice che avrebbe poi regalato infinite emozioni alla corsa in montagna italiana.
Ora tocca al Salento e a Gagliano del Capo (Le) e i primi commenti delle delegazioni giunte in queste ore in Puglia già si attestano tra lo stupore per il contesto ambientale e l’apprezzamento per le caratteristiche tecniche del tracciato di gara. Poco più di 5 Km attendono gli under 18 maschili, mentre le pari età femminili saranno impegnate su di un tracciato di 3850 metri: per entrambe le gare un prima parte di fatica che alterna tratti di salita e di discesa e un finale tutto in salita per lasciare la splendida area del Ciolo e ricevere gli applausi del pubblico che attenderà gli atleti nel centro di Gagliano del Capo.
Statistiche alla mano, cinque sinora le vittorie azzurre nella Mountain Running International Youth Cup. Unico successo al femminile, quello di Beatrice Curtabbi ad Ostheim sur Rhone (Germania) nel 2009: per la valsusina, in quella stagione, anche il titolo tricolore dei 1500 metri, prima di lasciare la ribalta alla sorella Eleonora, che nelle categorie giovanili ha già saputo vestire l’azzurro delle siepi, del cross e, off course, della montagna, e proprio in questa rassegna.
Quattro invece i successi dei ragazzi, ultimi dei quali quelli conquistati da Davide Magnini (Arco, 2014) e Daniel Pattis (Smolyan/Bulgari, 2015). Prima ancora il successo di Xavier Chevrier a Susa nel 2007, battendo in volata la poi “leggenda” olimpica del triathlon Jonathan Brownlee, e quello di Yeman Crippa – sì, proprio lui… – nel 2012 nell’irlandese Glendalough, in un’edizione in cui si ricorda anche il terzo posto di Nadir Cavagna, fratello maggiore di Alain, che in Salento fa il proprio debutto in azzurro.
Corsi e ricorsi di storia relativamente giovane, ma bella e frizzante come il contesto di festa che da sempre caratterizza la manifestazione. Tra mare e sentieri che strizzano l’occhio all’arco alpino, l’Italia schiera nove atleti: quattro allievi e cinque allieve, una delle quali sarà in gara a titolo individuale. Si riparte dalle tre medaglia di bronzo conquistate nel 2016 a Jaske Lazne (Cze), ma con i giovanissimi, si sa, ogni stagione fa storia a sé o quasi.
Di certo però, l’azzurrina più attesa, la pluricampionessa italiana Nadia Battocletti, già sa di ritrovare sulla sua strada le due atlete che la precedettero sul podio nella scorsa stagione, la ceca Barbora Havlickova e la turca Fatma Bizek. Difficile scovare altre pretendenti al podio tra nomi in gran parte del tutto nuovi in ambito internazionale, meglio allora dirottare qualche attenzione sulla classifica per Nazioni, che nel 2016 vide il successo della Polonia sulla Turchia – qui presente con due Team completi in ciascuna delle due gare – e sull’Italia, con Repubblica Ceca, Inghilterra e Romania ad inseguire. Con il debutto nella manifestazione degli Stati Uniti, però, scenari inediti potrebbero questa volta presentarsi dalle parti del podio.
Intanto, le azzurre: con la Battocletti, ecco la ligure Ludovica Cavalli, che a causa di un fastidio muscolare aveva precauzionalmente saltato l’appuntamento tricolore di Rieti, ma che pare ora recuperata. Poi la lombarda Francesca Annoni, già diciannovesima nell’edizione 2016, e l’altoatesina Emma Elisabeth Garber, mentre la stellina dello sci alpinismo giovanile mondiale, la valtellinese Samantha Bertolina, sarà in gara a titolo individuale.
In campo maschile, la scorsa edizione registrò il dominio della Turchia, che piazzò addirittura sei atleti tra i migliori otto, con il contributo aggiuntivo della seconda squadra, schierata in virtù di parte regolamentare piuttosto discutibile. Nomi nuovi però in campo anche in casa turca, così come d’altro canto anche per l’Italia. Fari puntati soprattutto sul campione italiano Andrea Rota, giovane innamorato di montagne e sentieri, e sul fratello d’arte Alain Cavagna, capace anche di precedere Rota nell’ultimo confronto diretto. Con loro, altro azzurrino dello sci alpinismo, Alessandro Rossi, e poi il veneto Alderico Tonin. Nel 2016, gli azzurrini furono terzi, alle spalle delle due formazioni turche, ma davanti ad Inghilterra, Germania e Romania.
Si riparte da qui, ma in ogni caso sarà comunque pagina nuova, da scrivere con tutto l’entusiasmo di ragazzi che, tra mare e montagna, vivranno insieme l’emozione unica di vestire l’azzurro.
Gli iscritti: LISTA ISCRITTI YOUTH CUP 2017