Il 2016 fuori dagli schemi del “runner-culto” di un intero movimento.

5 gennaio 2016 – A tutte le latitudini sportive esistono, da sempre. La più famosa di tutte è sempre stata la mitica filastrocca “Pelè good, Maradona better, George Best” dove giocando col cognome del Nord Irlandese più forte di sempre di esprimeva anche la voglia di ribellarsi ai canoni prestabiliti dalla comune retorica per individuare il “pedatore” più forte di tutti i tempi a vantaggio di un “Cult-Player” appunto, un giocatore ed un soggetto che per le uniche ed impareggiabili qualità e particolarità umane è diventato l’icona di una intera corrente di tifosi, sparsi per tutto il mondo e compresi in almeno 2 generazioni.

Nel “piccolo mondo antico” della corsa in montagna esiste un Cult-Runner su tutti, uno cui l’etichetta non la puoi appiccicare, uno che prima guarda la storia, che la storia la studia, che crede alla memoria, che rispetta la tradizione davvero prima di avventurarsi su nuovi e sconosciuti obiettivi (che per la cronaca ha già deciso dovranno essere a cinque cerchi, quindi mica patatine, n.d.r.) : Franceso Puppi da Guanzate, @fra_puppinho per il mondo social, visto che oggi da li non ci si esime, l’esemplare più reale, forse unico, di  Runner che se ne infischia degli schemi prestabiliti  e che vivendo di emozioni riesce a trasmetterle pur praticando lo sport più costretto e schematico a causa dei soliti discorsi legati a motore e genetica.

Questi i suoi 3 flashback di un 2016 indimenticabile per lui e per i suoi (tanti) #puppigruppi…

Cortina, 31 luglio 2016 – Volere una Maglia Azzurra

Usiamo l’infinito per declinare il concetto, perché sulle Tofane quel giorno Francesco ha scritto forse un trattato sul desiderare la maglia della nazionale andando anche oltre le reali possibilità. Reduce da prima parte di stagione complicata, tra la delusione degli Italiani di Vertical, una buona prestazione alla Mount Washington, e piccolo infortunio con riconsolidamento graduale a Luglio, il “nostro” si presenta alla finale dei campionati Italiani con TUTTI gli sfavori del pronostico ma TUTTA la propria ostinata voglia di andare lo stesso a prendersi una delle 6 casacche per il mondiale di Bulgaria a Settembre. Tra il dire ed il fare ci sono di mezzo i Gemelli Dematteis decisi a scannarsi all’ultimo sangue per il titolo tricolore, Baldaccini e  Chevrier di fatto già blindati e praticamente 2 maglie per almeno 6/7 pretendenti. Complice una bufera di pioggia, nevischio e freddo (ad agosto!) inedite per il calendario ne viene fuori una gara drammatica che verrà consegnata alla storia con l’arrivo anticipato al rifugio Duca D’Aosta in luogo del designato Pomedes. Con la vittoria di Bernard che lo innalza al livello dei grandi della specialità, la fotografia del giorno è l’arrivo di Francesco, 5° al termine di una prova che definire esaltante e commovente è riduttivo. Attaccato ostinatamente al trenino dei migliori fin dalle primissime battute sembra accusare prima l’allungo dei gemelli e successivamente la selezione imposta da Baldaccini e Chevrier, ma sull’ultimo traverso prima del traguardo, con un numero da fantascienza, Puppinho sovverte tutte le logiche, rintuzza l’attacco, si riporta su Chevrier e conseguentemente stacca definitivamente i diretti concorrenti per l’azzurro. Finiranno dietro i vari Spada, Maestri, Vaccina, Pedergnana, Cagnati, dietro ad una forza di volontà mai cosi evidente anche all’occhio poco esperto di appassionati e tifosi abituati troppe volte a guardare la nuda classifica finale. Quella foto con gli occhi chiusi, l’espressione sfigurata dalla fatica ed il papillon sollevato con la mano destra, a ricordo di un caro amico appena scomparso, rimangono uno dei manifesti meno ricordati e pubblicizzati ma più belli e veri dell’intera stagione.

puppi-cortina

Sotto le Tofane conquista una grande maglia azzurra (ph. @skola14)

  Malonno, 6 Agosto 2016 – Fino alla Fine

Una settimana dopo Cortina, ancora il sentiero che guarda solo all’insù. E’ una classica Malonno, e Francesco non se la perderebbe mai. Il vertikal sul Piz Tri lo ha già visto tricolore nel 2015, per il 2016 sarà il banco di prova per tastare la condizione in vista di Zinal. Queste sono le sue intenzioni almeno. Al via, da strafavorito, c’è Petro Mamu, l’eritreo che sa solo vincere e che qui l’anno prima relegò lui, Berny e Vaccina al ruolo di comparse. Si parte e tutto pare ripetersi nei minimi dettagli: Mamu a menare là davanti, nessuno che può tenerlo, gara in ghiaccio…o no ?…. Senza apparentemente scomporsi il ragazzino si avvicina timido al furetto eritreo ed al passaggio di metà gara gli si è saldamente incollato alle caviglie.

Piz Tri Vertical: la sida con Mamo

Piz Tri Vertical: la sfida con Mamu (ph. Gulberti)

Il percorso del PizTriVERTIKAL prevede finale tutto fuori dalla vegetazione, con rampa finale su pascolo verdeggiante sul cui dosso conclusivo si apposta una folla delirante, Puppinho azzarda due volte il sorpasso ed a Mamu iniziano a manifestarsi i più classici Sorci Verdi. Servono le ridotte a BumBum questa volta, negli ultimi 20 metri non si capisce più nulla, intorno all’arrivo è una bolgia dantesca, Puppi fa sputare a Mamu anche l’ultima goccia di sangue e ci regala, vero inedito davvero, la prima VERA esultanza mai vista da parte dell’eritreo, non certo famoso per i propri sorrisi. Anche questo dà la misura di cosa sia stato in grado di fare Francesco quel giorno a Malonno.

Finale Piz Tri Vertical: tra due ali di folla Mamo rende omaggio al grande avversario

Finale Piz Tri Vertical: Mamu rende omaggio al grande avversario (ph. Gulberti)

Zinal, 14 agosto 2016 – l’Inatteso

Battesimo del fuoco in quel di Zinal: memore dell’impresa di 12 mesi prima a Zermatt (bronzo mondiale lunghe distanze 2015 ndr) il Puppinho decide di mettere la ciliegina stagionale sotto l’altro versante del Cervino e si presenta in Val D’Anniviers con le idee chiare, il profilo basso ed una sana e rispettosa deferenza verso uno dei templi assoluti della Corsa in Montagna così come lui la intende. Dorme in tenda nella vallata fino alla vigilia, visita le alture anniviarde e parte del percorso di gara come un turista incuriosito, ne ammira i paesaggi, ne fotografa i sentieri, ne respira l’atmosfera. Al mattino a Sierre probabilmente sgomita timidamente per ritagliarsi un piccolo spazio tra le parecchie decine di Elites accreditati alla partenza, poi deve attendere paziente che lo sparo dello starter lo liberi finalmente verso qualcosa che probabilmente solo lui ed altre 2 o 3 persone al massimo sanno essere possibile. A Chandolin, dove i primi inappellabili verdetti vengono tradizionalmente emessi, è già storia: dietro a Mamu ed a Simpson non spuntano Kosgei e Surum, non si vedono De Gasperi, Costa, Gonon, Anthamatten e Krupicka, nessuna traccia di Rodriguez, Cardona e compagnia…no, però c’è LUI, c’è meravigliosamente LUI. Tiene un ritmo notevole fino a Tignousa, facendo anche sognare l’aggancio al duetto in testa, poi qualche problemino di digestione lo limita e nel finale è costretto a soffrire il suo. Quando si immette sul rettilineo finale tra due ali di folla impugna il tricolore e vola verso qualcosa di bello, inatteso e memorabile…. perché per i suoi “cultori” sarà un pò come quella filastrocca… Xavi good, Binno better…Puppinho best !

L'arrivo di Zinal...

L’arrivo di Zinal… (ph @skola14)

Emozioni 2016….grazie @fra_puppinho, thanks for the memories! By Alessandro Scolari Credit foto: Skola – Gulberti