25 ottobre 2016 – Ottantacinque chilometri, 4800 metri di dislivello, da affrontare tanto in senso positivo quanto in verso negativo: è il Campionato Mondiale di Trail, organizzato congiuntamente da IAU e ITRA, che si correrà sabato prossimo, 29 ottobre, a Geres, nel Nord del Portogallo, all’interno del Peneda-Geres National Park, unica riserva nazionale della Nazione iberica. A caccia dei titoli individuali e per Nazioni, sono 37 le delegazioni ufficiali che hanno confermato la propria presenza: nel racconto iridato, si riparte dalla doppietta francese di Annecy, quando nel maggio 2015 ad imporsi furono Nathalie Mauclair e Sylvain Court, che condussero i transalpini a doppio successo anche nelle rispettive classifiche per Nazioni. La Mauclair prevalse sulla connazionale Caroline Chaverot, mentre il bronzo finì al collo della spagnola Maite Maiora, che contrariamente alle due francesi non potrà questa volta essere al via. Ad Annecy, Court si impose invece dopo lungo duello con lo spagnolo Luis Alberto Hernando, mentre altro francese, Patrick Bringer ebbe la meglio sul britannico Tom Owens e sul connazionale Ludovic Pommeret per la medaglia di bronzo.
La gara maschile – Dei primi cinque dello scorso mancherà soltanto Bringer, ma in casa transalpina l’assenza è destinata ad essere più che ben rimpiazzata: Michel Lanne, Nicolas Martin, Benoit Cori e Aurelien Collet portano ciascuno in dote importanti ambizioni individuali, che vanno a rafforzare quelle di Sylvain Court e Ludovic Pommeret, entrambi nuovamente candidati importanti per la vittoria finale. Lo scorso anno Luis Alberto Hernando rimase a lungo nella morsa francese, salvo poi provare l’assalto nella parte conclusiva della gara. Non andò esattamente come sperava, ci riproverà con grande convinzione in terra portoghese. Al suo fianco, la Spagna mette in campo Pau Capell, Tofol Castaner, Dani Garcia, Yeray Duran e Pablo Villa: gli iberici sfidano apertamente la Francia, ma i favori del pronostico rimangono indirizzati sui campioni del 2015. Alla Gran Bretagna di Tom Owens e Andy Sympson manca un terzo uomo da top ten per sperare nel colpaccio, ma intanto le ambizioni dei due “capitani” sono indirizzate verso piazzamenti di assoluta nobiltà. Didrik Hermansen e Ryan Bak sono due assenze dell’ultimo minuto davvero pesanti per Norvegia e Stati Uniti, sulla carta due formazioni in odore di podio. Gli americani sognano con Alex Varner, mentre la Norvegia punterà allora soprattutto su Thorbjorn Ludvigsen. Tra le mine vaganti della vigilia, ricopre ruolo di primissimo piano il nepalese Bhim Gurung, l’uomo cartolina del Trofeo Kima 2016. Insieme magari al neozelandese Scott Hawker, al portoghese Luis Fernandes, agli svizzeri Urs Jenner e Diego Pazos e all’islandese Thorbergur Jonsson, sorpresa dello scorso anno con il suo nono posto finale. Gli azzurri – Nei pronostici che alla vigilia lanciano le principali “testate” internazionali del settore, l’Italia non è data dalle parti del podio. Lo scorso anno gli azzurri furono quinti, grazie ai crono finali di Franco Collè – quindicesimo -, Alex Geronazzo – venticinquesimo – e Giulio Ornati – trentaquattresimo. Di qui allora si riparte, con lo stesso Ornati chiamato a provare a fare meglio del 2015, insieme con altri quattro azzurri: Giuliano Cavallo e poi tre debuttanti in azzurro, Luca Carrara, Georg Piazza e Carlo Salvetti. La gara femminile – Ancora Francia contro Spagna, a prendere atto di pronostici comunque difficilmente sovvertibili. Nathalie Mauclair, Caroline Chaverot e Anne-Lise Rousset finirono nell’ordine ad Annecy lo scorso anno, con il solo bronzo di Maite Maiora ad impedire tripletta francese. La spagnola, presente nella lista partenti sino a poche settimane fa, ha dovuto invece dare forfait, cedendo così il ruolo di “capitana” del team iberico ad Uxue Fraile e Azara Garcia, due donne in ogni caso da piani nobilissimi nelle previsioni della vigilia. C’è poi attesa importante – anche inevitabilmente legata ai risvolti commerciali della sua presenza a questo Mondiale – per la svedese Emilie Forsberg, che punta decisamente al podio. Yiou Wang guida un team statunitense un poco rimaneggiato nei numeri, mentre la Gran Bretagna punta soprattutto su Jo Meek, Sophie Fawcett e Sophie Grant. Nel novero delle battenti libere, l’olandese Ragna Debats, la ceca Michaela Mertova e poi chissà anche qualche azzurra… Le azzurre – L’Italia, allora. Terze lo scorso dietro le irraggiungibili Francia e Spagna, le azzurre proveranno a trovare il loro giusto spazio, potendo contare su Lisa Borzani, undicesima nel 2015, e Virginia Oliveri, ventinovesima nel 2015, mentre non sarà al via Sonia Glarey, la valdostana che chiuse tredicesima ad Annecy. Ci saranno invece, con rinnovate ambizioni, Simona Morbelli, Cristiana Follador e Lara Mustat.Home page » Trail World Championships: fari puntati su Geres
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