prosegue il viaggio del “nostro” Francesco negli States, la Mount Washington è ormai un ricordo, ma l’american trip riserva altro, tra riflessioni e scenari, tra viaggi ed allenamenti, ecco il 5° capitolo:

chapter five – A few days after

Scrivo da un punto indefinito sulla Highway 13, Virginia, in viaggio verso Charleston, South Carolina. Il tempo si dilata enormemente durante un viaggio in auto di 800 miglia, ma il paesaggio, la musica e le persone che ho accanto mi tengono compagnia. Di tanto in tanto ci fermiamo in una stazione di servizio, uno di quei posti per me estremamente interessanti dove si trova un po’ di tutto, dalle canne da pesca ai cinnamon buns, con l’insegna colorata al neon OPEN alle finestre.

Sono passati sei giorni dalla Mount Washington Road Race e stavo collezionando un paio di impressioni dalla mia esperienza. L’esperienza di un viaggio, dello stare insieme e vivere per qualche giorno con altri atleti, di correre con un fuso orario diverso, senza i riferimenti a cui sono abituato, di una gara molto particolare e dura…

ultimi metri della Mount Washington di Francesco

ultimi metri della Mount Washington di Francesco

Dopo la gara con Joe e Jim siamo passati in una casetta nel bosco, da amici che ci hanno prontamente offerto birra e diversi squisiti tipi di pies: bumbleberry, strawberry and rubarb, apple. Il tempo è passato veloce chiacchierando, e verso sera siamo usciti a cena in un all-american restaurant con molti altri atleti, Paul, la sua famiglia, CJ, John.

beerdog puppi La mattina presto dopo la gara Joe Gray ci ha portato a correre sulle montagne attorno a Cranmore, località sciistica accanto a North Conway. Insieme a noi c’era anche Eric Blake, secondo nella gara del giorno precedente. Abbiamo attaccato quasi subito una salita di circa 3km piuttosto dura, poi un sentiero nel bosco ci ha portato verso Black Cap, dove con un ultimo strappetto su rocce siamo giunti in cima. Da lì siamo scesi perdendo gradualmente quota lungo un traverso; successivamente un sentiero saliscendi ci ha riportato su strada dove abbiamo corso le ultime due miglia, per 14km totali.

trail with joe puppi

trail americano con big Joe Gray alla guida

Joe voleva continuamente provare nuovi sentieri, ci siamo “persi” più volte, ma non è stato difficile ritrovare l’orientamento aiutati dalla buona visuale e dalle sue reminiscenze. Dà l’impressione di non essere mai stanco, e rispetto a me possiede una forza straordinaria nelle gambe, cosa che si vede nettamente nello stile di corsa in salita. Anche in discesa se la cava piuttosto bene. Eric invece è simile a Tommi, in difficoltà in discesa ma fortissimo in salita: sembra quasi un atleta adatto ai vertical km, quadricipiti possenti, polpacci sviluppati, busto molto magro. Io mi sono divertito un sacco con il giusto impegno fisico, abbastanza rilassato ma nemmeno a spasso.

pompagepuppi Ci siamo salutati poco dopo la corsa, a casa di Jim, con la promessa di ritornare a Mount Washington: Tommi diretto a Boston e verso l’Italia, io con la mia host family verso New York.

nyskylinespuppi

In questi giorni, pur non essendomi dedicato alla corsa come attività primaria, ho certamente provato altre esperienze che non dimenticherò: ho provato l’adrenalina di un fartlek in Central Park, ho fatto incetta di Stance socks nello store di Broadway, ho corso per il New Jersey e lungo l’Hudson River. Saranno un paio di settimane di mantenimento, prima di tornare ad allenarmi a pieno ritmo una volta rientrato in Italia: cerco di non trascurare la forza, con qualche collinare e salite brevi, i fondi lenti, i ritmi più brillanti e la capacità cardiaca con il fartlek.

a Central Park

a Central Park

Paul mi ha salutato con un “see you in Bulgaria!”, riferendosi ai campionati mondiali di corsa in montagna che si terranno lì a settembre. Spero tantissimo di farcela, anche se gli ho risposto ridendo che ci verrò in vacanza. Ci sarà parecchio da lavorare in allenamento, per migliorare alcune caratteristiche che anche io mi accorgo non essere al meglio. Sarà interessante e motivante. Ancora non mi trovo del tutto a mio agio sulla salita dura, che è stato il problema principale fino a questo punto della mia stagione.

grattacieli puppi

Anche a Mount Washington me ne sono accorto, sebbene i pensieri e le sensazioni fossero molto più concentrati su altri aspetti della mia corsa. Mi basta osservare qualche foto, ricordare l’arrivo, l’asfalto ben tenuto, il bosco, Tommi, Joe, Eric, con i quali ho condiviso almeno un pezzo di strada: 12,2km importanti, che non sarebbero stati gli stessi senza di loro. Anche questo piccolo diario, che mi sono divertito a scrivere in qualche mezz’ora rubata al sonno, mi ha tenuto compagnia e ha segnato questa esperienza americana. Lo ricorderò e lo rileggerò quando probabilmente ripasserò da qui, per tornare a quel gioco iniziato tanti anni fa di mettere un passo in fila all’altro, un po’ più veloce di ieri.

Puppinho

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