Nel mezzo di uno strano pomeriggio Sloveno il ragazzo del lago d’Idro ha completato definitivamente la propria ascesa consacrandosi all’immortalità dello sport che da sempre ama. Sotto all’oro di Podbrdo però c’è molto altro: la storia di un vincente che guarda solo ai fatti e non alle parole.

I valsabbini sono così: prima i fatti, veri, concreti, reali, incontrovertibili, tutto nero su bianco, carta canta, poi, forse, se rimane tempo……le parole.

L’esasperata concretezza di questa gente l’ho toccata con mano dopo averla solo sentita decantare, l’occasione è stata il trofeo Nasego 2016, Campionato Italiano Lunghe Distanze e Vertical di cui gli organizzatori mi hanno concesso l’onore di essere speaker ufficiale per le presentazioni e le premiazioni. Nel corso delle mille riunioni, telefonate e grandi confronti pre evento non mancava occasione di ricevere la conferma di questa sensazione: chiacchere a zero, contano solo i fatti.

Alessandro e le vesti inconsuete e per lui "scomode" di comunicatore

Alessandro e le vesti inconsuete e per lui “scomode” di comunicatore

Decisamente di Alessandro Rambaldini da Lavenone, la prima qualità che posso dire lo identifichi è esattamente la concretezza “Valsabbina” e la solidità morale di una spina dorsale che trova nella semplicità l’unico ingrediente. Andare sopra le righe è semplicemente impossibile per Alessandro, perché si allontanerebbe troppo dalla realtà del suo essere, fatto di certezze costruite con il lavoro e la tenacia, quella vera.

La cosa più difficile da fare quando a vincere una competizione cosi importante come un mondiale è l’outsider più inatteso degli inattesi è riuscire a trovare la maniera di esprimere la sorpresa e la grandiosità dell’impresa senza scadere troppe volte nella celebrazione del pronostico sovvertito che esalta la bellezza dello sport. Che nemmeno lui immaginasse di arrivare fino sul tetto del mondo è qualcosa di garantito, ma da qui a ritenere la cavalcata di Rambo sulle montagne slovene una semplice giornata di grazia ce ne passa, tutti quei kilometri fatti in allenamento, quelle gare vinte sulle sue montagne davanti alla sua gente, quel coraggio dimostrato rimettendosi in gioco ad alto livello alla soglia dei 35 anni meritano di più, meritano rispetto.

Alessandro Rambaldini nasce il 12 ottobre 1980 a Gavardo, in provincia di Brescia. E dall’Atletica Gavardo inizia la sua parabola nell’atletica leggera, costruita sotto una solida formazione che lo ha portato negli anni a stabilire i propri non impressionanti ma rispettabili personali di 1h07’55” sulla Mezza e di 31’34” sui 10’000. L’atletica come passione, vissuta nei sacrifici degli allenamenti nelle sue vallate bresciane: La Valtrompia, La Valsabbia, le Valli del Ledro, una passione rubata al lavoro in fabbrica che per Alessandro rappresenta orgogliosamente il passato, il presente ed il futuro.

Una classica vittoria di "Rambo"

Una classica vittoria “casalinga” di “Rambo”, qui in trionfo alla 5pontitrail

E allora via di allenamenti intervallati ai Turni in officina, a volte (spesso) anche notturni, poi alla domenica è protagonista nelle “SUE” gare: Trofeo Nasego, Blumon Marathon, Trofeo Valli del Ledro, Grimpeur Race, Bagolino Alpine Run, Magnifica Salodium, Giro del Monte Zovo… solo per ricordare alcune delle principali manifestazioni che lo hanno visto grande protagonista in questi anni cosi da far crescere la leggenda popolare per cui questo ragazzo timido e un po’ schivo, cui se volete fare un dispetto dovete solo chiedergli un intervista, non si volesse mettere in gioco al di la degli orizzonti definiti dal territorio in cui è nato e cresciuto.

Gli anni in maglia Atletica gavardo

Gli anni in maglia Atletica Gavardo 90

L’occasione ed i presupposti per farlo si sono finalmente materializzati nella stagione 2015, quando dal matrimonio con la sua nuova società podistica, l’Atletica Valli Bergamasche di Leffe, sono nati programmi più ambiziosi e chiaramente orientati alle gare di caratura nazionale, oltre ad una preparazione ancor più meticolosa e calibrata, seguita con la proverbiale attenzione ed accuratezza da suo storico allenatore Claudio Amati (ottimo atleta, già nazionale di Corsa in Montagna negli anni ’80 e specialista nei 3000 siepi).

Alessandro Rambaldini lanciato verso la vittoria

Alessandro Rambaldini lanciato verso la vittoria alla Monte Zovo, altra classica dalla sue parti.

Per averlo con sè però, la “grande corsa in montagna”, ha dovuto venirselo e prendere: la gara che ha segnato in qualche modo lo spartiacque nella carriera di Alessandro Rambaldini rimane infatti il Trofeo Nasego 2015, valido come prova di selezione per i Campionati del Mondo Lunghe Distanze in programma a Zermatt. Nella cornice del suo pubblico e con i riferimenti a lui più consoni è arrivata la grande prestazione, un 4° posto alle spalle di autentici fenomeni che gli è valso la convocazione per il Raduno del Sestriere e poi per la grande avventura in terra Elvetica.

a conquistarsi la prima maglia azzurra

in maglia Atletica Valli Bergamasche a conquistarsi la maglia azzurra

Da li, da quella situazione che per anni ha preferito o si è trovato ad evitare: quella di piazzato contro grandi avversari piuttosto che di vincitore per manifesta superiorità, è scoccata probabilmente la scintilla che due anni dopo lo ha portato fino lassù, sul gradino più alto di Podbrdo 2016.

Ed allora in questo viaggio di nuova maturazione e di travaglio, a volte anche interiore per il contrasto con il proprio abituale approccio alle competizioni, ecco che si fissano come chiodi nella scalata di una vetta le tappe della prima maglia azzurra a Zermatt col 12° posto in una maratona alpina di sola salita e l’oro mondiale a squadre, l’incredibile conquista della maglia per il mondiale classico in Galles chiuso 18° e con altro oro a squadre (anche in questa sua doppietta Alessandro ha fatto qualcosa di unico e troppo poco celebrato).

oro Mondiale 2015 a squadre in Galles

oro Mondiale 2015 a squadre in Galles

la bella prova al Val Bregaglia Trail 2016: un 2° posto dietro De Gasperi valido a conquistare il pass per la Slovenia, fino all’indimenticabile odissea per la vallata della Baccia, risalendo in rimonta i colli del Cez Suho e del Porsena (Porezen), picchi delle prealpi Slovene che ad Alessandro avranno di certo ricordato Blumone e Savallo. Gara tutta in rimonta, 3 minuti di distacco dai primi dopo 7km ma la consapevolezza di stare bene, il sorpasso di grinta in cima al Cez Suho sull’inglese Lightfoot, la prima discesa ad infilare i vari Hoffmann, Owens e Davies,  ma ancora un ritardo di 4 minuti dopo 28km, poi il finale alla Rambo, ormai possiamo chiamarlo cosi: l’aggancio a Kosovelj, la rimonta finale ai limiti dell’incredulità, sotto lo striscione con il tricolore in mano: Lui, Alessandro Rambaldini da Lavenone, poche parole e tanti fatti, turni in fabbrica e allenamenti, CAMPIONE DEL MONDO DI CORSA IN MONTAGNA.

Non serve scrivere altro, come sopra: Carta Canta , “brao Rambo!”

la foto manifesto, il sorpasso di rabbia a Lightfoot, inizia la riscossa mondiale....

la foto manifesto: il sorpasso di rabbia a Lightfoot, inizia la riscossa mondiale….

Di Alex Scolari, @skola14 foto credit Fabio Menino, seapix e archivio corsainmontagna.it  
campione del mondo..

campione del mondo..in compagnia ottima su un podio stellare !