Chapter 2 – Getting to know
E’ pomeriggio, e io e Tommi siamo seduti sul divano a riposare. Siamo piuttosto stanchi dopo il lungo viaggio durato tutta la giornata di ieri: due voli con sveglia alle 4:30 a.m e una staffetta in auto di circa tre ore, dalla periferia di Boston a North Conway, un paesino circondato dalla White Mountain National Forest, nel New Hampshire. Dopo aver incontrato John, un volontario dell’organizzazione della gara, nell’aeroporto di Boston, Paul Kirsch ci ha recapitato a casa di Jim Soroka, un signore di una certa età ma arzillo come un ventenne, triatleta appena reduce da un mezzo Ironman lo scorso weekend. Dopo ventidue ore di fila senza dormire, siamo crollati sul letto dopo aver condiviso un bagel spalmato di burro di arachidi per cena.
John, da anni tassista di atleti provenienti da oltreoceano per la Mount Washington Road Race, ci ha detto che viaggiare con lui ha sempre portato bene…speriamo! Lo rivedremo sabato mattina, anche lui impegnato nella scalata a Mount Washington. Paul sembra già molto eccitato per la gara, sia da organizzatore che da atleta: vi prenderà parte per la quindicesima volta. Con lui abbiamo modo di parlare di competizioni, programmi, amici in comune e progetti; se saremo fortunati e abbastanza bravi potremo rivederlo a settembre, in Bulgaria, sede dei campionati mondiali di corsa in montagna 2016. Abbiamo avuto anche qualche notizia sui partecipanti principali: Joe Gray, il numero uno americano, dovrebbe raggiungerci giovedì sera da Colorado Springs, mentre un altro atleta da tenere d’occhio sarà senz’altro Erik Blake, già vincitore a Mount Washington come lo stesso Joe Gray.
L’atmosfera è molto tranquilla attorno a casa di Jim, dove siamo ospiti: i boschi si estendono a perdita d’occhio e le foglie degli alberi impediscono una visuale abbastanza ampia da poter vedere Mount Washington e le White Mountains. Siamo in una specie di ampia vallata, circondata da dolci colline tra le quali scorre lo Swift River che a Conway si getta nel Saco River e prosegue verso l’Atlantico, a circa 50 miglia di distanza. Sembra un ottimo luogo per allenarsi, sia per la corsa, sui numerosi sentieri della White Mountain National Forest, sia per il triathlon.
Stamattina la sveglia è stata naturalmente alle 5 a.m, non poteva essere altrimenti: per fortuna anche Jim e sua moglie sono mattinieri e la giornata è iniziata molto presto. Dopo colazione io e Tommi abbiamo passeggiato un’oretta nei dintorni, prima dell’allenamento.
Jim ha disegnato su un foglio una rudimentale mappa con le strade della zona, e non è stato difficile seguire le sue indicazioni. Abbiamo corso lungo una strada poco trafficata, nel bosco, fino a un ponte coperto sullo Swift River. Il percorso era sempre in leggera salita, con qualche avvallamento di tanto in tanto; forse anche per questo ho faticato un po’ più del dovuto. Dopo mezz’ora di riscaldamento facile, abbiamo affrontato 10x100m di sprint in salita e un fartlek di 15′, per poco più di un’ora totale. Le sensazioni non erano certo ottime, ma mancano ancora quasi tre giorni alla gara, e l’adattamento alle nuove condizioni è in pieno corso. Mi è sembrato che fosse già pomeriggio quando in realtà erano solo le nove di mattina, ma l’orologio biologico dentro di me non vuole saperne di aggiustare l’orario.
Per pranzo Jim ci ha proposto quella che lui chiama un power sandwich, di sua invenzione: si tratta di una piadina di mais spalmata di burro di arachidi, con datteri, banane e lamponi. Abbiamo divorato tutto affamatissimi e contenti di assaggiare nuovi sapori, chiacchierando piacevolmente con Jim.
Nel pomeriggio abbiamo fatto una breve visita al Crystal Lake, a poche miglia da casa. Io e Tommi ci siamo riposati sulla spiaggia, mentre Jim ha nuotato nelle acque fredde per almeno 45′. Il sole è decisamente estivo per queste zone, dove l’inverno dura a lungo e il lago rimane ghiacciato anche per cinque mesi l’anno. Siamo in una destinazione popolare tra gli sciatori, e perfino nel programma scolastico è previsto che i bambini prendano lezioni di sci, da discesa o di fondo.
Jim ci racconta che non è raro vedere un alce aggirarsi vicino al lago oa qualche corso d’acqua, così come gli orsi neri americani, più piccoli dei grizzlies, che spesso attraversano placidamente le strade costringendo gli automobilisti a fermarsi per attendere il loro passaggio.
E’ quasi ora di cena e dal barbecue in giardino proviene un buon profumo di pollo grigliato. Il cielo del New England si fa sempre più azzurro mentre il sole cala verso il tramonto e le mie palpebre diventano a poco a poco più pesanti. A presto!
Puppinho
#puppinhofliestoamerica
#unpodepompage
foto (in ordine sparso): Tommi #dilaniato sulla spiaggia! Pranzo top #powersandwich Il cottage di Jim Downtown Conway Crystal Lake e Jim swimming Crossroads