Prende il via, contestualmente al suo decollo per gli USA, una rubrica curata per i nostri lettori da Francesco Puppi, atleta della nazionale di Corsa in Montagna e grande personaggio del movimento #mountainrunning. Una trasferta americana che lo porterà a misurarsi con altri grandi atleti nella durissima gara del Mount Washington, ma che soprattutto permetterà a Francesco di vivere una bella esperienza, e raccontarcela con la sua proverbiale e consueta gioia di vivere… buone letture a tutti !
Chapter one – The homecoming
Domani vado in America.
Il viaggio è uno di quelli che sarebbe meglio chiedere aiuto a qualcuno nel preparare la valigia…quando si è troppo eccitati e proiettati nel futuro per fare tutto per bene. Non è la prima volta che mi capita, sono tante i preparativi che ricordo in questa stessa piacevole atmosfera di attesa per qualcosa di imminente e che ha quella leggera imprevedibilità che rende tutto più frizzante. Non è nemmeno la prima volta che possiedo un biglietto aereo con la scritta USA: nell’ormai lontano luglio del 2009, diciassettenne, le valigie da preparare erano ben più impegnative e voluminose. Mi attendeva un anno intero da trascorrere oltreoceano, un’esperienza che mi ha certo cambiato in positivo e mi ha fatto crescere moltissimo.
Così oggi pomeriggio eccomi qui, a poche ore dalla partenza, con una borsa nera con la scritta ITALIA da riempire e uno zaino da organizzare. Ma anche pensieri, emozioni e la voglia di condividerli in questo spazio, rubando qualche minuto al resto. Insomma, è la mia prima vera esperienza sportiva internazionale, al di fuori dei mondiali di Zermatt dello scorso anno, con la voglia di fare bene e la consapevolezza di una preparazione abbastanza solida e senz’altro divertente. Sarà anche una occasione personale per ritornare nell’Indiana, dove ho lasciato moltissime amicizie, la famiglia che mi ha ospitato, la scuola che ho frequentato per un’anno e molto altro.
Mount Washington è una delle montagne più alte della metà orientale degli Stati Uniti, a est del Mississippi. Posizionata nella Coös County, New Hampshire, la vetta più alta delle White Mountains misura “solo” 1917m, pochi, se confrontati con le altitudini medie delle nostre Alpi. Ma certo sufficienti per dare vita a una delle corse in montagna più dure e suggestive.
La Mount Washington Road Race si corre dal 1936 ed è giunta quest’anno alla 56^ edizione. Si tratta di una corsa in salita su strada lungo la Mount Washington Auto Road, strada a pedaggio che da Pinkham Notch raggiunge la vetta della montagna: 12,2km per 1420m di dislivello positivo, per una pendenza media del 12%. Dopo il primo flat quarter mile, è una salita costante che pare non lasciare un attimo di respiro, e, quando pensi di avere già finito, termina con “a 22% grade staring you in the face” (ok…questa descrizione l’ho letta su un sito dove all’inizio appare un messaggio di warning: “CAUTION : OBJECTS IN PICTURES MAY BE STEEPER THAN THEY APPEAR”!!).
Il record della gara, un incredile 56’41’’ del 2004, appartiene a King Jonathan Wyatt, ed è probabilmente inarrivabile per noi comuni mortali, anche se lo scorso anno il formidabile Joe Gray si è spinto fino al record americano in 58’15’’. Se pensiamo che questo tempo è distante un buon 1’34’’ dal crono di Jono…!Consultando l’albo d’oro della gara capisco che correre la Mount Washington sotto l’ora rappresenta un’impresa di assoluto livello.
La competizione è stata affrontata prima di me da alcuni altri fortissimi atleti italiani, tra cui Marco De Gasperi, Emanuele Manzi, Valentina Belotti, e lo scorso anno dal mio amico e compagno nel Mountain Running Italian Team Luca Cagnati, che ha colto un bel quarto posto dietro gli americani Joe Gray, Andy Wacker e Zach Miller, e ha potuto darmi preziosi consigli e indicazioni sulla gara.
Il mio compagno di viaggio sarà Tommaso Vaccina, atleta che non ha bisogno di presentazioni e a cui sono legato da grandissima amicizia. Probabilmente quest’anno gli organizzatori volevano ricreare idealmente il podio dei mondiali di lunghe distanze del 2015, con Tommi sul gradino più alto e io su quello più basso. Nel mezzo mancherà Andy Wacker, impegnato in Slovenia proprio lo stesso giorno nella gara iridata 2016. Già, quale giorno?aspettate che controllo…sabato 18 giugno 2016, ore 9 a.m. Sarà una giornata particolare non solo per la mia gara, ma anche perchè molte persone a cui sono legato saranno impegnate nelle loro piccole umane imprese in diverse parti del globo…una parte di me sarà senz’altro con loro.
Con Tommi ho appuntamento alle 15:30 ora locale nell’area “International Arrivals” dell’aeroporto di Boston, MA. Lì abbiamo organizzato un passaggio in automobile fino a Portsmouth, New Hampshire, dove raggiungeremo Paul Kirsch, organizzatore della gara che ci ospiterà per qualche giorno insieme ai principali top runners americani. Sono giorni che attendo da mesi, provo a immaginare come saranno il paesaggio, gli alberi, il sapore dell’acqua, la temperatura, la tensione, le persone che incontrerò e con cui condividerò questa esperienza…allora penso: ormai ci siamo, meglio finire di preparare i bagagli, se tardo ancora un po’ l’aereo parte!
Proverò a raccontare questa esperienza “inside”, mentre la vivrò, come un diario su cui annotare le impressioni, gli incontri, le situazioni e tutto ciò che mi sembrerà interessante e suggestivo.
Adesso #puppinhofliestoamerica 😉 ci risentiamo dagli USA!
N’abbraccio