29 aprile 2016 – Una triste notizia sconvolge il mondo della corsa in montagna: una valanga, staccatasi ieri mattina in Val Martello, ha rubato per sempre alla vita e ai suoi affetti Karl Gruber. L’altoatesino, grande interprete della “sola salita”, sul finire degli anni ’90 era stato uno dei maggiori protagonisti della corsa in montagna italiana, vestendo anche la maglia azzurra. Il punto più alto della sua carriera ai Campionati Europei di Ebensee, in Austria: tra pioggia e nebbia, con una bellissima rimonta, seppe regalare all’Italia la medaglia d’oro a squadre, grazie ad uno splendido nono posto finale. Era al debutto in azzurro e quel giorno, nel difendere i colori italiani, incrociò fatica e sguardi di tre leggende della disciplina: Antonio Molinari, secondo dietro all’austriaco Helmut Schmuck, Marco De Gasperi, sesto all’esordio tra i seniores, e Lucio Fregona, undicesimo e passato da Karl nel finale di gara.
Nello stesso anno, per lui arrivò altra maglia azzurra, al Challenge Stellina di Susa: non fu per lui grande gara, ma di certo ulteriore sigillo per chi della corsa in sola salita aveva fatto piccola, grande arte, aprendo di fatto anche una strada per altri altoatesini che di lì a poco avrebbero rivelato doti importanti sulla sola salita. Hannes Rungger e Gerd Frick, in qualche modo, anche eredi di quei primi passi in azzurro, da scalatori puri. Negli anni a venire, alle prese con la gestione del suo rifugio, avrebbe di molto diradato allenamenti e uscite agonistiche. Salvo rientrare in gara, nel 2014, ai Mondiali Master di Telfes (Aut), laddove fu quarto tra gli M45. Sposato e padre di tre figli, negli ultimi anni Karl, 49enne di Meltina, aveva gestito il Rifugio Kuhleitenhütte, a 2362 mt, nella zona sciistica ed escursionistica di Merano 2000, ai piedi del Picco Ivigna, nelle Alpi Sarentine. La tragedia nella mattinata di giovedì 28 aprile: la slavina è stata localizzata nella zona di Punta Livi a 3.352 metri di quota. Pare che a poche decine di metri dalla vetta si sia staccato un fronte di neve largo 200 metri e lungo circa il doppio. Karl Gruber è rimasta sepolto sotto un metro e mezzo di neve ed è stato liberato dai suoi compagni di escursione. All’arrivo dei soccorsi, il tentativo di rianimazione sul posto e poi il trasporto nel reparto di rianimazione dell’ospedale San Maurizio di Bolzano. Senza esito, però, purtroppo… Uomo vero di montagna, attorno alla quale ruotava tutta la sua vita, di lui si ricorda il sorriso sincero e lo sguardo profondo. E qualche birra bevuta insieme al traguardo. Lieve ti sia davvero la terra, Karl.Home page » L’ex azzurro Karl Gruber vittima di una valanga
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