4 agosto 2015 – La prima di Xavier e di una Valle intera, l’ennesima fuga di Elisa, due juniores soli al comando. E’ sintesi tricolore, quella che parte da Levico Terme e la sua Panarotta per riavvolgere il nastro del racconto che vale il successo finale. Sorprese non molte, ma gare intense e ricche di emozioni: è lo spettacolo della corsa in montagna, quello che sempre e comunque, più che sui fronzoli e però, vive sulle storie che raccontano gli atleti in gara. Nuvole in basso, cime, sentieri e piccole creste “pulite” invece dal vento, gradito compagno per lasciarsi alle spalle anche la pioggia del sabato pomeriggio, quella che aveva purtroppo accompagnato le gare a staffetta riservate a cadetti e allievi. Vigilia giovanile allora, con gli azzurrini di Smolyan protagonisti annunciati: si rivedono in gara Samuele Nava e Mirko Cocco, Andrea Prandi, Eleonora Fascendini e Chiara Gazzoli, quest’ultima tricolore tra le allieve per l’Atletica Brescia insieme ad Elisa Cherubini. I successi finali premiano anche l’Atletica Saluzzo di Riccardo Rabino e Andrea Rostan (allievi), l’Atletica Vallecamonica di Fabrizio Poli e Massimo Zucchi (cadetti) e l’Atletica Villanuova di Vanessa Campana e Sophia Favalli. magnini Pronti, via – Due dominatori tra gli juniores, premiati dal successo di tappa e da quello finale. Davide Magnini (Atl. Valli di Non) concede il bis dopo Ortisei, mentre Roberta Ciappini (Csi Morbegno) ribalta il verdetto della prima prova, che per terza l’aveva vista sopraggiungere la traguardo. Vola Magnini, ma dietro è ancora festa tutta trentina, grazie ad Alberto Vender e a Luca Ventura, mentre tocca a Luca Cantoni riportare l’Us Bormiese dalle parti in cui si respira aria d’azzurro. Vola la Ciappini, mentre dietro si riconferma Alessia Zecca e  si rivede Giulia Zanne: in tre a pari punti nella classifica finale e tocca allora al cronometro regalare a Morbegno, per dodici soli secondi, il primo titolo assoluto della sua storia. Non molte le juniores al via, ma è impressione che profuma anche di speranza l’idea che là davanti il livello medio delle migliori al traguardo possa forse lasciar sperare di poter dire qualche piccola parola anche in un contesto internazionale…. podio jF Ilaria e Nicola – Lei, la Dal Magro, nome noto nelle classifiche giovanili della montagna. Lui, Pedergnana, noto invece per propensioni scialpinistiche e di corsa verticale. Accomunati da un successo tricolore tra le promesse e da un nono posto nella graduatoria assoluta di giornata, per loro è anche una “prima volta” tra i migliori dieci della bagarre tricolore. Cresce a piccoli passi la bellunese dell’Atletica Lecco, sorprende e convince il trentino dell’Atletica Clarina, che nella sfida per il titolo precede altro talento trentino, Cesare Maestri, sempre chiamato a fare braccio di ferro con infortuni troppo ricorrenti. Non più promessa, ma tra i giovani che crescono e fanno sperare, anche il valdostano Massimo Farcoz, che chiude in mezzo ai due, a pochi passi dalla top ten. dal magro Elisa, un titolo ancora – Come già ad Ortisei, non c’è storia nella prova femminile. Gara aperta soltanto nella prima salita, con Samantha Galassi a metterla giù dura e Antonella Confortola ad accodarsi per prima. Allo scollinamento con loro c’è già però anche Elisa Desco, che poi poco alla volta allunga e va. Con la Confortola costretta a fermarsi – è in ripresa, ma i postumi dell’infortunio patito agli Europei ancora si fanno sentire in discesa -, dietro sono esigui i distacchi, ma è l’ordine che non cambia: Galassi è seconda sino alla fine, mentre Ivana Iozzia, neofita per la discesa, regge comunque bene al ritorno di Sara Bottarelli. Dopo la gran gara di Malonno, è invece giornata difficile per Alice Gaggi, che fatica ad ingranare e poi chiude, un po’ delusa, al terzo posto. Lei d’argento comunque nella classifica finale, mentre il bronzo premierà il coraggio di Samantha. desco D’oro, però, si veste ancora lei, Elisa Desco, la “cuneese di Bormio”, dominatrice indiscussa del tricolore 2015 della corsa in montagna, anche in stagione in cui verso altri obiettivi ha rivolto il suo sguardo. Tra le altre, nota di merito finale piace spenderla per Stefania Cotti Cottini, la bresciana che con il suo sesto posto conferma di essere ormai entrata a pieno diritto nel gotha del panorama nazionale. xavibalda Xavier contro Alex – La sfida nella sfida, quella che valeva un tricolore. Osservati speciali, osservatori l’uno dell’altro, come ovvio che fosse, in gara. Davanti si muove Kiprop e con lui pure Bernard Dematteis, ma i due si marcano, smarcandosi a loro volta, di tanto in tanto, dalla morsa di Martin Dematteis e Francesco Puppi. Altri intorno nella prima parte di gara, ma la sfida è tra di loro: attacca Baldaccini e lo fa allungando forte all’inizio del secondo giro. Cresce il pathos, mentre il bergamasco guadagna spazio in poche centinaia di metri. Ma al culmine della salita, Chevrier è di nuovo vicino e poi di fianco, lungo tutta la seconda discesa. Nell’ultima salita la svolta e quel tricolore che prende la via della Valle d’Aosta: una strada, un approdo mai percorsi e mai raggiunti prima in campo assoluto, a dispetto di storia tricolore lunga e spesso approdata anche nella Vallée. Così vanno le cose, e toccava ad un venticinquenne di Nus, aprire orgogliosamente una via fatta di verde, bianco e rosso… xavimartin Gemelli, ora ci siamo – Davanti è Kiprop, davanti è sua maestà, l’iridato in carica. Ma a fare sorridere l’Italia che corre in montagna è il rivedere lì nei pressi quei due volti che danzano tra la fatica e il loro inconfondibile incedere prima verso l’alto e poi in discesa. A viso aperto per provare a vincere, il miglior Bernard della stagione: sedici secondi soltanto al traguardo e lo sguardo, finalmente convinto e convincente, rivolto ora soltanto verso l’iride del Galles. Dito al cielo ancora, e come potrebbe essere altrimenti: quanto affetto trascina e quante emozioni si porta nel cuore Martin. Il suo terzo posto, il suo finale in spinta come soltanto lui sa fare, la pagina più bella forse di questa finale tricolore: bentornato Martin, questa volta per davvero… kipropberni Sorprese e conferme – Un po’ una, ma anche l’altra, se si parla ad esempio di Francesco Puppi, l’uomo nuovo, dal volto di bambino, della corsa in montagna italiana. Il tricolore vertical, bronzo iridato sulle Lunghe Distanze, continua a Levico stagione magica che lo proietta ora anche verso insperata trasferta a Betws y Coed. Avanti così, mentre alle sue spalle, si conferma tra i migliori Alessandro Rambaldini e si difende con i denti Luca Cagnati, ancora un poco scosso dal piccolo malore patito in quel di Malonno: tenere duro per poi rinascere… ramboluca Credit photo. Riccardo Selvatico / Mountain Running Italian Team