26 maggio 2015 – Tre giorni, ora più ora meno, ai Campionati Mondiali di Trail. Tra lago e montagne, Annecy è pronta ad ospitare l’evento che a partire dal 2007, con cadenza biennale, assegna i titoli iridati della disciplina. Una rassegna organizzata sotto l’egida della IAAF e inserita questa volta nel contesto della Tecnica Maxi Race, una manifestazione che tra il 29 e il 31 maggio radunerà nell’Alta Savoia francese qualcosa come 7000 appassionati della disciplina. Sabato 30 maggio la gara iridata, con partenza alle ore 3.30 del mattino, e con al via atleti provenienti da 39 differenti Nazioni. Un salto in avanti, si è detto e si è scritto da più parti, anche a dispetto di polemiche, pretestuose o meno a seconda dei punti di vista, e legate alla reale rappresentatività di questa rassegna per il variegato movimento del trail. Alcuni dati sono in ogni caso incontrovertibili: il contesto della manifestazione e il percorso di gara scelto – 85 Km con 5300 metri di dislivello in un giro unico – non incrociano perplessità nemmeno da parte dei critici più lontani dall’orizzonte IAAF. Così come la crescita del numero di Nazioni partecipanti e l’interesse da parte delle singole Federazioni nazionali.
D’altro canto, incontrovertibile anche l’assenza di alcune “icone” della corsa “off-road” mondiale, anche per precise strategie di opposizione – politica o filosofica, che dir si voglia – all’iniziativa da parte del loro principale brand di riferimento: è il caso di Kilian, di Francois D’Haene, di Anna Frost soltanto per citarne alcuni. Prese di posizione che hanno animato il dibattito “sociale” e posto interrogativi nei vari forum di discussione durante i mesi scorsi, ma che non hanno avuto seguito unanime, sia da parte di altri importanti brand di riferimento, sia da parte di atleti comunque molto noti nell’universo delle lunghe distanze spese sui sentieri. Da questo punto di vista, è innegabile, ad esempio, che siano state in particolar modo Francia e Spagna a dare il segno di un orizzonte in evoluzione. E se in Francia, pur con belle tempeste di tanto in tanto, il movimento trail si è sempre rapportato con le iniziative della Federazione francese di atletica leggera, la presenza ad Annecy della bandiera spagnola rappresenta invece novità interessante, specie per l’alto peso specifico degli atleti coinvolti. Ovvio che il pensiero vada, così al volo, al recente vincitore della Transvulcania, Luis Alberto Hernando o a Manuel Merillas, reduce dal secondo posto di Zegama. Profittando del valore assoluto dei due iberici, doveroso dirottarsi allora finalmente sul contesto agonistico, partendo magari dalle speranze con cui la squadra azzurra si affaccia al Mondiale francese. Punto di vista prudente, quello che saluterebbe con soddisfazione la presenza di un italiano tra i migliori dieci, cercando magari, chissà, di accasarsi in prossimità del podio per quanto concerne le rispettive classifiche per Nazioni. Di fatto, in ogni caso, il Mondiale servirà anche per dare la misura del movimento italiano del trail rispetto al resto del mondo. Degli assenti in casa italiana, già altrove e a lungo si è dibattuto, con sfumature non lontane da quelle sopra accennate. Senza polemica alcuna, sguardo allora incentrato sugli azzurri che ad Annecy sarannopresenti. In nove, non pochi, al via per ogni Nazione, tanto al maschile quanto al femminile. Non tutte le squadre partiranno a ranghi completi, ma in ogni caso in sei correranno anche per la classifica per Nazioni, data dalla somma dei migliori tre risultati. Gli azzurri in gara – Sono diciotto, equamente suddivisi tra uomini e donne. Squadra allora al completo, ma tanto per l’evoluzione recente del contesto quanto per il tipo di manifestazione, difficile confrontare le speranze con i risultati emersi nelle precedenti edizioni della rassegna. Tra gli uomini, Giulio Ornati, il più giovane del lotto azzurro con i suoi ventinove anni, sogna forse più degli altri un piazzamento in zone nobili, sapendo di essere supportato al via dal vincitore dell’ultimo Tour de Geants, Franco Collè, da Stefano Trisconi, Filippo Canetta, Ivan Geronazzo, Stefano Ruzza, Christian Insam, Matteo Lucchese e Marco Zanchi. Tra le donne, l’Italia proverà a dire la sua con Giulia Amadori, Cinzia Bertasa, Lisa Borzani, Sonia Glarey, Cecilia Mora, Simona Morbelli, Virginia Oliveri e Maria Chiara Parigi. Citate in rigoroso ordine alfabetico. Uomini: i protagonisti annunciati – Se una gara di 85 Km può mai essere letta come un punto d’incontro tra chi prediliga prova più lunghe e chi invece affronti con maggior successo distanze più brevi, sarà interessante quale dei due approcci potrà avere la meglio. Da più parti annunciato come il favorito numero uno, Luis Alberto Hernando formerà insieme a Manuel Merillas coppia iberica d’assalto, mentre il connazionale Miguel Heras non sarà al via per infortunio. Ci saranno invece Daniel Garcia e Pablo Villa. I padroni di casa francesi, che puntano fortemente alla doppietta anche nella classifica per Nazioni, si presentano con uomini di notevole spessore: da Xavier Thevenard a Julien Rancon, da Fabien Antolinos a Nicolas Martin, da Sebastien Spehler a Benoit Cori. Tra i favoriti anche il vincitore della Transgrancanaria, il lituano Gediminas Grinius, il britannico Tom Owens, gli statunitensi Alex Nichols e Alex Varner e il norvegese Didrik Hermansen. Ma le sorprese potrebbero essere davvero molte e coinvolgere anche Nazioni quali Canada (Jason Loutitt) e Germania (Matthias Dippacher). Donne: Mauclair ci riprova – Francia favorita tanto a squadre quanto per il successo individuale, vista anche la recente rinuncia per infortunio della spagnola Maite Maiora. La campionessa uscente, Nathalie Mauclair punta alla replica, ma tutto il team francese è di primo piano: Maud Gobert, Caroline Chaverot, Julien Benedicto, Anne-Lise Rousset, Sylvain Coussot e poi ancora… Dagli Stati Uniti arrivano Cassie Scallon e Krissy Moehl, per il Canada al via Anne-Marie Madden e Stacie Carrigan. Gran Bretagna senza Holly Rush, infortunata, ma con Tracy Dean. Altri nomi da seguire con attenzione sono quelli della spagnola Ueue Fraile’s, della nepalese Manikala Rai e della svizzera Andrea Huser. Di certo, al traguardo, ne ritroveremo anche altri. E se saranno azzurri, tanto meglio ancora!Home page » Annecy: sabato i Mondiali di Trail
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