SEMPRE IN TESTA – Sono stati venti chilometri da autentica protagonista quelli marciati oggi dalla Giorgi. Primo mille in 4:17 al fianco dell’intrapendente junior Drahotova. Al quinto chilometro l’azzurra è sempre al comando (21:31), ma a farle compagnia c’è l’ucraina Olyanovska. La Palmisano, intanto, viaggia in terza posizione, in ritardo di mezzo minuto (22:04). Il giro di boa non sovverte le gerarchie: Olyanovska 43:15, Giorgi 43:16 e il record italiano che già trema, Palmisano 44:18. Al 15° chilometro, invece, si cambia ritmo. La lombarda delle Fiamme Azzurre sale in cattedra e guadagna rapidamente 10 secondi sulla rivale ucraina (1h05:11 contro 1h05:11). La Palmisano resta terza in solitaria (1h06:31). Si va verso il traguardo e la Giorgi prosegue imperterrita la sua fuga verso la vittoria. Marcia gli ultimi 5km in 21:35 per un crono finale da record di 1h26:46 (seconda metà di gara chiusa in 43:30). Dietro di lei finisce la Olyanovska (1h28:18), staccata di 1 minuto e 32 secondi e seguita dalla Palmisano (1h28:40, 44:22 negli ultimi 10km).
Curiosità: considerando anche l’ordine d’arrivo e i crono della prova maschile, partita in contemporanea a quella femminile, le due azzurre si sarebbero rispettivamente piazzate quinta e settima. UN RECORD E UNA PICCOLA RIVINCITA – “Forse sono partita anche un po’ troppo forte – racconta Eleonora Giorgi a fine gara –ma sapevo di star bene. Il percorso si è rivelato più muscolare del previsto e il vento a tratti era un po’ fastidioso.” “C’è margine di miglioramento – aggiunge il coach Perricelli – almeno mezzo minuto in meno, ma quello che oggi è emerso è l’autorevolezza con cui Eleonora ha affrontato la gara. Sempre davanti, con maturità e senza paura. Il 2014 per lei è stato solo un punto di partenza”. Alle spalle l’ucraina Olyanovska e la ceca Anezka Drahotova, argento e bronzo degli Europei di Zurigo e oggi seconda e quinta (1h30:22). “Diciamo che è stata un piccola rivincita – dichiara l’azzurra –. Purtroppo a Zurigo sono arrivata quinta con i postumi di un problema al ginocchio. Ora voglio far bene, soprattutto per la squadra, in Coppa Europa a Mursia (Spagna, 17 maggio) e poi punto decisa ai Mondiali di Pechino in agosto. E’ nelle gare che contano che bisogna riuscire a battere certe avversarie. Ed io, già dallo scorso anno, sento che sono più vicine”. Per finire un pensiero speciale: “Questo record lo dedico al mio gruppo di allenamento e al papà del mio tecnico che è scomparso da poco, ma per me sarà sempre nonno Aldo. Sono felice anche per il mio ragazzo Matteo (Giupponi, ndr) che qui si è migliorato ancora sulla 50km. Per quello che mi riguarda prima degli impegni in Nazionale dovrei tornare in gara il 18 aprile a Rio Maior in Portogallo”. “Devo dire – le parole della Palmisano – che, malgrado il viaggio per me e il mio ragazzo Lorenzo (Dessi, ndr) sia stata un’odissea a causa dello sciopero aereo di ieri, non ho fatto molta fatica. La mia è stata una gara piuttosto regolare e alla fine è uscito fuori un crono vicinissimo a quello degli Europei di Zurigo (1h28:43, ndr). Mi porto dietro sempre questo piccolo fastidio al bicipite femorale che speriamo di risolvere al più presto. La condizione c’è e spero di poter fare ancora meglio già a Rio Maior”. E’ soddisfatto Marco De Luca che come la Palmisano è allenato dal tecnico gialloverde Patrizio Parcesepe: “Come temevo, ho pagato gli ultimi 5km (21:19, ndr). E’stata una gara tattica con continui cambi di ritmo che, da cinquantista regolare quale sono io, mi “spezzano” a livello muscolare. C’è ancora da lavorare, ma siamo sulla strada giusta”. Alessio Giovannini