30 dicembre 2013 – Vai tu a dire, prima del via, che l’iride sarebbe finita al collo di Alice Gaggi. Pronosticare alla vigilia quel successo sulla ruota di Krynica Zdroj, se mai ce ne fosse stata una, bel gruzzoletto comunque avrebbe garantito. La poca dimestichezza con i bookmakers anglossassoni non ci aiuta, ma successo pagato bene, statene certi. Titolo mondiale nel giorno del compleanno, poco importa allora se il ventiseiesimo o qualunque altro fosse: se non era alba fortunata quella per la valtellinese di Faedo, allora quale poi mai! Semplicità, timidezza, modi gentili: caratteristiche già cantate proprio alla vigilia dell’appuntamento iridato anche su questo portale. Mai una parola fuori posto per chi in Polonia, l’8 settembre scorso, ha coronato sogno che forse sino a quel momento mai neppure aveva osato coltivare. Mai prima di allora Alice era riuscita a scalare il podio, sia agli Europei sia ai Mondiali. Quarta tra le juniores a Bursa nel 2006, le statistiche da “grande” per lei dicevano di due noni posti, colti agli Europei di Pamukkale 2012 e ai Mondiali di Tirana l’anno prima. Certo a lei, la più giovane tra le azzurre, da un poco si pensava in qualche modo come la guida di ricambio generazionale mai stato troppo celere. Certo, la grande crescita di condizione nell’ultimo mese e in particolare durante l’ultimo raduno in altura al Sestriere, passato a condividere allenamenti specie con l’altra azzurra Elisa Desco, lasciava pensare a qualcosa d’importante. Non però forse la vittoria, come candidamente oggi ancora ammette lei stessa. Accade forse più spesso magari nel ciclismo o nello sci di fondo, ma ci sono giorni in cui come per magia tutto gira a meraviglia, giorni che in qualche modo ti cambiano la vita e ti lanciano in una dimensione nuova. La meraviglia di Alice, sul traguardo, quel giorno diceva tutto questo e poi ancora. Sul podio con lei l’8 settembre scorso, anche l’altra azzurra Elisa Desco, quel dì meno brillante che in altre occasioni della stagione, e poi lì in mezzo l’incredula inglese Emma Clayton, rimasta solitaria al comando sino al chilometro finale, quando Alice metteva la freccia e volava verso lo striscione d’arrivo. Oro individuale e poi anche a squadre, grazie pure ad Antonella Confortola e Samantha Galassi: festa doppia per davvero. Il successo iridato riconsegna all’Italia un’Alice maturata. La confermano da subito la vittoria nel finale del Wmra Grand Prix e poi le belle prove su strada, prima nei tricolori sui 10 Km, poi in quelli di maratonina: primati personali in entrambe le gare. E non di poco. Ora, ricaricate le pile, una nuova stagione l’attende al via: da vivere in prima linea e non più da sorpresa o da outsider poi vincente. Nel suo curriculum scolastico, una laurea triennale in “valorizzazione e tutela dell’ambiente e del territorio montano” e una specializzazione come tecnico apistico. Per allenarsi al meglio, ora fa la commessa part time in un negozio di articoli sportivi, ma quanto somiglia l’avventura polacca a quella sua passione. Prima l’attesa, poi il volo: proprio come le sue api.
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