27 dicembre 2013 – In stagione di soddisfazioni non indifferenti, pagine di rara bellezza scrive la corsa in montagna italiana in un 2013 che in questi giorni regala i suoi ultimi sgoccioli. Riavvolgere il nastro, rivivere emozioni, quasi scontato in questo periodo. Aggettivo, quello scontato, lontanissimo dal poter però accompagnare quelle pagine, quei momenti capaci di emozionare tutti gli amanti della disciplina. Oggi la prima, nei prossimi giorni alcune altre. Da un sogno a lungo cullato allora cominciamo, per rivivere quest’oggi il senso di una piccola, grande impresa: quella che forse suggella carriera tra le più grandi di sempre per la corsa in montagna italiana. Carriera che le sue pagine più intense ha scritto su altre montagne, di bianco vestite, quella di Antonella Confortola, nella corsa scalatrice sublime che a lungo ha dovuto attendere per vivere, da sola, il suo grande giorno. La Polonia come teatro, là sul confine con la Repubblica Ceca. Szklarska Poreba, cittadina d’inverno votata allo sci di fondo ad una cinquantina di chilometri dalla ceca Liberec, là dove Antonella più volte era stata tra Mondiali e Coppe del Mondo. Sempre con gli sci stretti ai piedi, sempre su distanze più classiche. Nel suo cuore – chissà forse – ancora quel ricordo, quel lancio in staffetta nei Mondiali di sci nordico 2009, in cui proprio una sua caduta, da altre causata, finì per rendere più difficile l’inseguimento ad una medaglia iridata poi sfuggita e così non condivisa con altre tre grandi regine del fondo italiano: Marianna Longa, Sabina Valbusa e Arianna Follis. confortola1   Staffetta stregata, per chi, come la forestale di Ziano di Fiemme, le gioie più intense della lunga e azzurra parentesi “nordica” aveva comunque vissuto legando le sue alle altrui vicende: dall’argento iridato di Ramsau 1999 al bronzo di Oberstdorf 2005 e ancor più a quello olimpico di Torino 2006. Là dove gli occhi dolci di Antonella, in una terza frazione sciata alla grandissima, per un giorno si trovarono a lanciar fiamme di fuoco e diedero il là alla volata finale della Valbusa. Medaglie, argenti e bronzi pesanti, ma mai un oro. Nel fondo come nella corsa in montagna: d’argento il debutto iridato a Innsbruck 2002, di bronzo quello europeo nella sua Trento l’anno successivo. Argento ancora nella turca Bursa per gli Europei 2011 e in mezzo tre medaglie di legno almeno e pure qualche pausa, spesa a dedicarsi interamente all’inverno e al primo amore. podio lunghe distazne Lei, motore diesel o meglio ancora turbo-diesel, le Lunghe Distanze aveva però forse da sempre nel dna: il suo meglio, anche nel fondo classico, sulle salite più dure e nella fatica prolungata. E nel suo personale album dei ricordi anche quel sogno di un podio di Coppa svanito nel finale di una 30 a tecnica libera, ad Oslo, nel tempio di Holmenkollen. Passata alle “maratone” anche d’inverno, era forse destino che proprio da una maratona, la Karkonoski Marathon, per lei arrivasse piccola, grande rivincita su un destino sportivo, cui lei aveva comunque sempre guardato con la consapevolezza di chi in ogni occasione aveva fatto del proprio meglio. Chilometri ma anche carriere che si allungano, scenari e sfide dal contenuto indubbiamente differenti, ma ci sono imprese che senso profondo portano comunque nella loro realizzazione. Prima la fuga dell’azzurra Ivana Iozzia, poi la gestione del vantaggio accumulato su altra italiana, l’ex maratoneta Ornella Ferrara. Tanti metri, tanti chilometri in ogni caso corsi da sola, là sotto il sole cocente di un tracciato disegnato sul confine tra Polonia e Cechia, dal profilo non impossibile, ma da addomesticare con saggezza e pazienza. Quanti pensieri in quelle tre ore, quarantaquattro minuti e cinquantuno secondi. Quanti sorrisi, magari anche, nei chilometri finali: uno più grande, uno atteso con la stessa pazienza, si apre però questa volta sul traguardo. Magari alla fine di una sfida nata quasi per caso, magari non là dove l’avevi sognato. Ma questa volta sei tutta sola, lassù in cima: è tuo il primo oro iridato dell’Italia nelle Lunghe Distanze. Sorridi e fai festa, Antonella! bieggorski2 Foto: Giorgio Bianchi – Marathon Karkonoski LOC