Lettura leggera ed ideale per le serate natalizie, quando dinanzi ad una tazza di cioccolato fumante o ad un caminetto acceso si può far volare la fantasia alle avventure nella natura che tutti noi, contagiati dall’outdoor running, viviamo a modo nostro. A modo suo invece Dario Pedrotti, ingegnere e consumatore critico come ama definirsi, ha vergato 142 pagine che trasudano passione ed amore per la natura, lo sport, la montagna, la corsa e le sfide. Sono diari di avventure a volte strampalate nella loro lucida follia, raccontate con piglio semplice e scorrevole, intrise di una dose smodata di autoironia che però non stanca mai, facendo invece sorridere dalla prima all’ultima pagina. Ci sono gli inizi con la prima sfida alla Forcella Pordoi ed il sogno del Piz Boe, ci sono le mezze autunnali utilizzate come scuola, gli allenamenti invernali che si trasformano in uscite interminabili intorno alla sua Trento, ci sono le gare di Orienteering in cui il “nostro” fa davvero sul serio, e c’è il “parto” di un Ultrebericus Trail dalla gestazione quanto mai travagliata e dal finale a sorpresa. Il libro come l’autore non si prendono mai troppo sul serio, mantenendo sempre, capitolo dopo capitolo, quell’equilibrio essenziale che ne fa un’esperienza gradevole oltre che interessante per chi, e saranno in tanti, troverà un po’ di se stesso nei diari dell’ing. Pedrotti. Perché diciamocelo, in fondo siamo tutti….”SCAIRANNER”.
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Dario Pedrotti Diari di uno SCAIRANNER ©2013, Edizioni31, Trento ISBN: 978-88-88224-90-9 Prezzo EUR 12,00 Per l’acquisto online: www.edizioni31.it IL FLASH (tratto dall’introduzione) : “… Io sono uno Scairanner, lo dice la tabella. Quella che ho trovato sul sito di una Sky Race, con i tempi di percorrenza previsti per arrivare in fondo ai 20 chilometri e 1700 metri di dislivello di quella gara: escursionisti. Circa 6 ore; escursionisti allenati, da 4 a 5 ore; runners, da 3 a 4 ore; Sky-runners, da 2 a 3 ore; top Sky-runners, meno di 2 ore. Io ne ho conclusa una un po’ più dura di questa in 2h51’51”, quindi sono uno Scairanner. Sì, lo so che è scritto diverso, ma dopo aver preso proprio in quella gara cinquanta minuti di distacco dal Kilian Jornet, la stella mondiale della corsa in montagna, e aver letto nel suo libro cosa fa quel tizio lì mi sembra che il prefisso “top” non sia sufficiente a scavare l’abisso che separa me da quelli come lui….”