La nazionale di Magnani, Baldini, Germanetto ed Anselmo si conferma grande potenza internazionale della corsa in Montagna. Dalla Polonia arrivano 2 titoli individuali assoluti con Crippa e la Gaggi ma anche il bronzo di Elisa Desco, l’argento a squadre degli azzurrini e l’oro del team femminile. Nella gara più attesa, la senior uomini, Uganda troppo forte per tutti, ma subito dietro ai “mostri” ci siamo noi, guidati da un Bernard Dematteis ormai consacrata superstar mondiale e dal ritrovato gemello Martin.
Un avventura partita di primo mattino quella del Mondiale 2013 di Corsa in montagna dalla stazione termale polacca di Krynica-Zdrój, la “mondial tenzone” si apriva con la gara riservata alla categoria Juniores femminile. 3 le azzurrine in gara per l’Italia: Laura Maraga, Alba De Silvestro e Simona Pelamatti. Gara tradizionalmente impronosticabile confermava invece questa volta molte delle “previews” della vigilia con le Americane a fare la parte del leone. A metà percorso le ragazzine a stelle e strisce hanno due atlete nei 10 al pari della Turchia, anche se a condurre la prima parte di gara è la rumena Diana Craciun. La salita finale rimescola ulteriormente le carte ma non cambia di molto la sostanza: a vincere il titolo mondiale è l’americana Mandy Ortiz, seguita dalla slovena Lea Einfalt, nome tra i più gettonati alla vigilia, chiude il podio la turca Tubay Erdal. L’Italia piazza tutte le proprie portacolori nelle posizioni a ridosso della top ten con Laura Maraga 13^, Alba De Silvestro 15^ e Simona Pelamatti 17^. Nella graduatoria a squadre per le azzurre però c’è solo un 7° posto, a vincere il titolo mondiale è la Gran Bretagna grazie al 4° posto di Annabel Mason ed al 5° di Georgia Malir. Gara vivace quella junior femminile, gara dura e brutale quella dei pari età maschi che partivano subito dopo, quando le lancette segnavano le 10:00. Per i nostri colori tante speranze, ben riposte nel talento cristallino di Nekagenet Crippa e nella forza di volontà di un monumentale Michele Vaia, partito quest’anno da perfetto sconosciuto e laureatosi nel giro di 2 mesi prima bronzo europeo e successivamente campione d’Italia. Gli altri giovani leoni al via erano l’orobico Nadir Cavagna ed il camuno Giampaolo Crotti. 8km corca la loro fatica, sviluppata su due giri, ambedue caratterizzati dalla terribile salita iniziale dopo soli 400 mt dalla partenza, salita su cui la gara si è alla fine decisa. A dare il via alle grandi manovre sono subito i turchi, guidati da Karagoz, per l’Italia risponde fortunatamente Neka Crippa che al 3° km si porta in 4^ posizione con Michele Vaia intorno alla 12^. Al passaggio di metà gara Karagoz getta definitivamente la maschera e prova ad andare via ma il forcing del sultanino non piega Crippa che rimane incollato. Anche Vaia risale in 9^ posizione mentre Cavagna e Crotti gravitano dopo la 20^. Il 2° giro assume toni drammatici con i giovani atleti pronti a dare il tutto per tutto. Nekagenet Crippa sferra il proprio attacco al 6° km portandosi in testa, testa che tiene splendidamente fino all’epilogo finale, il portacolori del GS Valsugana chiude alla grande laureandosi Campione del Mondo davanti al turco Ramazan Karagoz ed al sorprendente austriaco Manuel Innerhofer, per l’italia degli azzurrini le soddisfazioni non finiscono qui: con Michele Vaia 10°, Nadir Cavagna 18° e Crotti 30° per l’Italia arriva un bellissimo argento alle spalle della Repubblica Ceka e davanti alla Gran Bretagna. Mentre l’etiope d’Italia festeggiava con i compagni di squadra un trionfo fortemente voluto scattava lo start della gara Senior Donne. Tante le speranze azzurre riposte in una prova che nelle ultime edizioni iridate ci ha sempre regalato grossi risultati ma a cui ci presentiamo senza la punta di diamante Valentina Belotti. Si entra in Gara ed il primo assolo è di una delle grandi favorite: la britannica Emma Clayton vola via sulla prima salita portandosi appresso l’Irlandese Sarah McCormack e la turca Burcu Buyukbezgin. Al termine del 1° dei due giri (stesso percorso degli junior maschi) il terzetto di testa registra solo il sorpasso di Buyukbezgin ai danni di McCormack, mentre alle loro spalle cominciano a fare capolino le maglie azzurre di Elisa Desco ed Alice Gaggi, che appaiate procedono alla caccia del podio. La squadra azzurra è decisamente protagonista, potendo contare anche su di un ispirata Antonella Confortola, che gira a metà percorso in 9^ posizione con la Galassi più dietro in 18^. Il giro finale è colmo di speranze per i nostri colori anche se oggi contro questa Emma Clayon sembrava esserci poco da fare: la bella e bionda suddita di sua maestà non molla il colpo ed a 1km dal traguardo vanta un gap di 17” dalle nostre Alice Gaggi ed Elisa Desco. Sembrava un’impresa fantastica per queste due brave ed a loro modo simili atlete azzurre, simili per la semplicità che le caratterizza, simili per differenti ma sfortunate vicende che le avevano accompagnate in questa vigilia iridata. Con la stordente imprevedibilità che solo lo sport possiede, con un mezzo miracolo, e col termine “mezzo” siamo eufemistici, negli ultimi 400 metri di gara si compie il destino di Alice Gaggi: la valgerolina in forza al team runner’99 rompeva tutti gli schemi e con una rimonta incredibile andava a vincere il titolo mondiale, beffando una maestosa Clayton, comunque d’argento sfavillante, e portandosi sul podio una fantastica Elisa Desco, che nell’anno del suo ritorno è stata capace di firmare un 4° posto europeo e questo bronzo iridato. La festa italiana non si ferma: Antonella Confortola chiude 7^ sigillando il titolo mondiale a squadre, mentre Samantha Galassi è brava e tosta alla sua 2^ maglia azzurra ad arrampicarsi fino ad un 15° posto di valore e spessore assoluti. Un impresa memorabile quella di Alice Gaggi, che faceva la bocca buona ai tanti fans accorsi in terra Polacca ed alle migliaia incollati al pc ed allo smartphone per seguire le dirette live sui social network trasmesse da www.corsainmontagna.it e dai “cugini di web” del team USA e del team UK. Bocca buona dicevamo, pronta per assaporare nuovi aromi forti in vista della gara principe, riservata ai senior Men, dove la nostra nazionale presentava sui nastri di partenza il campione europeo in carica Bernard Dematteis ed una pattuglia di scudieri d’altissimo livello capitanata dal veterano Gabriele Abate e comprendente Martin Dematteis, Xavi Chevrier, Luca Cagnati ed Alex Baldaccini. Contro di loro il gotha mondiale: dall’Eritrea alla Turchia, dagli USA favoritissimi all’Uganda mina vagante. Favortissimi dicevamo e non tardavano a mostrarsi: la prima zampata sul mondiale 2013 di corsa in montagna è quella degli yankees: Max King, iridato 2011 in Albania, esce subito allo scoperto ed è lui a condurre il 1° dei 3 giri previsti dal tracciato. Alle spalle di King provano ad organizzarsi le compagini africane con Eritrei ed Ugandesi che componevano un gruppo a 6 di battistrada. Per l’Italia è dura ma Berny Dematteis naviga a vista in 8^ con Baldaccini 11° e Martin Dematteis 19° per i colori azzurri la fiammella della speranza rimaneva accesa. Nella 2^ tornata il plotone Ugandese faceva la propria mossa e le antilopi d’ebano si piazzavano a condurre la gara, forse memori di due anni fa in quel di Tirana, dove dopo aver dominato in lungo e in largo per due giri saltarono come tappi di champagne nel concitato finale dando il via libera a King. La storia pareva però destinata a non ripetersi: l’azione dell’ Uganda e del solo Azeria Teklay per l’Eritrea continuava veemente ed un problema alla caviglia limitava Max King, costretto al ritiro e parzialmente sostituito dal compagno di squadra Gray che tentava di tenersi in scia. Al passaggio del 2° giro i nostri migliori azzurri tenevano le posizioni pressoché invariate con Bernard Dematteis in 8^ ed Alex Baldaccini in 10^, a fare gradita sorpresa era Martin Dematteis, capace di risalire fino all’11^, non meno entusiasmante era la rimonta di Luca Cagnati, il cadorino girava alla campana dell’ultimo giro in 15^ e con tante speranze per il giro finale. Abate e Chevrier procedevano appaiati tra 20^ e 21^ piazza. Quel sovvertimento del trand di gara verificatosi per tutta la mattinata questa volta però non aveva luogo: è capolavoro Uganda, che vendica in maniera devastante la debacle di Tirana 2011: 4 ugandesi ai primi 4 posti, vince Philip Kiplimo, davanti nell’ordine ai connazionali Geoffrey Kusuro (già campione junior 2007 e senior 2009), Peter Kibet e Nathan Ayeko. Una dimostrazione di forza inaudita che agli altri lasciava solo poche e misere briciole. Briciole che però hanno un valore del tutto particolare per i nostri colori, con Bernard Dematteis che virtualmente vinceva il mondiale dei terrestri, piazzandosi 5° con bella azione finale, superlativo anche il colpo di coda del gemello Martin, 10° alla fine davanti ad un altro azzurro: Alex Baldaccini 11°. Una solida Italia che si metteva al collo l’argento a squadre grazie anche al finale “deluxe” di Gabriele Abate 14°. Chiudevano Cagnati e Chevrier rispettivamente 17° e 22°. Bilancio che ancora va soppesato da tecnici ed esperti ma che di primo acchito non può essere che positivo. La parata finale delle truppe ugandesi non può offuscare ne l’impresa dei gemelli Dematteis con i loro compagni di squadra ne soprattutto il capolavoro di Neka Crippa e l’impresa di Alice Gaggi. Se per il trentino d’etiopia un trionfo era immaginabile pochi, forse nessuno, si attendeva una Gaggi cosi forte e soprattutto capace di affondare il colpo come un killer spietato una volta trovatasi incredibilmente con il grilletto da premere. Negli occhi rimangono poi un Michele Vaia ormai certezza tra le speranze ed una Elisa Desco che continua la sua “dreaming season” con l’impressione che il bello debba addirittura ancora venire. Il Bilancio della nostra redazione, quello è già belle e pronto, con una diretta twitter che ha pilotato la passione di tanti tifosi, non solo italiani, oltre 40 foto live dal campo gara già disponibili nella nostra gallery e le classifiche complete, individuali ed a squadre già on line nella nostra sezione dedicata. Un lavoro che ci auguriamo abbiate tutti apprezzato e che è stato come sempre svolto con grande impegno e pochi mezzi con il solo ed unico intento di continuare a sospingere in alto quella che è una fantastica, interminabile, incurabile passione per questo sport cosi unico e speciale. NB: Non perdetevi in settimana gli approfondimenti ed il focus del nostro staff tecnico. LIVE TWITTING: ANGELA PEZZOLI LIVE PICS: FRANCESCA PEZZOLI IN REDAZIONE e REPORT POSTRACE: ALEX SCOLARIHome page » A krynica-Zdròj è l’Italia delle “meraviglie”: Alice Gaggi e Nekagenet Crippa campioni del mondo !
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