Un record cercato e sognato, con tutto il cuore. Lo desiderava da quando aveva 15 anni il giovane fenomeno degli sport outdoor di resistenza, da quando aveva scoperto l’enormità della prestazione stabilita da Bruno Brunod nel 1995. Il record del Cervino, 3h14′, era riamasto lì per 18 anni, nessuno ha più tentato di emulare Bruno, considerato da molti “il papà di tutti gli Skyrunners”. Ma Kilian Jornet, nel suo progetto “Summits of my Life“, aveva inserito il tentativo di record alla “Gran Becca” , come lo chiamano i valdostani, avvertendo che però quello era un record difficilmente migliorabile, su una delle cime più insidiose per uno skyrunner che tenta di salirla e scenderla a tutta velocità.

La Gran Becca da Cervinia (foto Skyrunning.com)

La Gran Becca da Cervinia (foto Skyrunning.com)

Sono serviti 20 giorni di prove su è giù per la montagna, a volte “passeggiandoci” per scoprire le insidie della piramide rocciosa ed impararne i passaggi obbligati, quasi fossero segreti occulti della montagna. La sua forma in questo periodo è straordinaria, perciò il tentativo andava assolutamente concentrato in questi giorni, una volta che la testa fosse convinta di tentare l’assalto. Alle ore 15 di oggi, giovedì 21 agosto è partita la sfida di Kilian Jornet al record di salita al Cervino di Bruno Brunod. Dopo solo 39′ transitava alla Croce Carrel, i primi 1000 mt di dislivello positivi in solo 3,8km erano stati “mangiati” in un tempo che lasciava presagire la grande giornata del campione catalano.
Kilian in partenza da Cervinia (Foto Skyrunning.com)

Kilian in partenza da Cervinia (Foto Skyrunning.com)

I “live tweets” di “Skyrunning.com“, “Talk Ultra“, “Skialper” ed altri inviati nella rinomata località di Cervina per seguire l’evento, hanno snocciolato i tempi di passaggio sui riferimenti del vecchio limite di Brunod con regolarità, e fin dalle prime battute si era capito che Kilian stava facendo qualcosa di incredibile. La salita del Cervino (o Matterhorn) dalla parte italiana segue la via del Colle del Leone (3581mt), per poi portarsi sulla Cresta da dove inizia la parte di arrampicata, un labirinto fatto di balzi di roccia, diedri, fessure, placche inclinate, brevi ghiacciai, e tratti attrezzati con corde fisse, passando per il Rifugio Carrel (3830mt), e quindi al Pic Tyndal (4251mt). Da qui, verso il Col Felicitè fino alla cima, posta a baluardo della valle di Zermatt e della Valtournenche a 4476mt. La vetta è stata raggiunta in 1h56’15”, vale a dire 14′ meglio di Bruno nel 1995. In discesa ha tenuto tutti col fiato sospeso perché una banale scivolata avrebbe potuto essere fatale allo spagnolo. Ma quando la radio ha finalmente raccontato di averlo visto sfrecciare in 2h18’01” alla Capanna Carrel, lì si è capito che poteva amministrare un grande vantaggio nella parte finale di discesa, quella che, a detta dello stesso Kilian, rappresentava il punto di forza dell'”impresa impossibile” di “quel” Bruno Brunod targato 1995. E Bruno ha aspettato trepidante il giovane Kilian in piazza a Cervinia. Adrenalina a mille per il cinquantunenne di Chatillon, che sportivamente ha sempre ammesso che Kilian aveva le carte in regola per soffiargli il primato. E così è stato. Dopo 2h52’02”, i flash dei numerosi fotografi accorsi per l’importantissimo evento, potevano immortalare le gesta di questo ragazzo, ventisei anni appena, che ha stravolto il mondo della corsa in alta quota, di corta e di lunga lena, trascinando questo sport povero con forza verso scenari di popolarità inimmaginabili fino a pochi anni fa. E questo solo con la semplicissima voglia di divertirsi nel suo ambiente preferito, la montagna. Una giornata che è destinata a rimanere nella storia. Ora attendiamo la nascita di un altro Kilian, chissà… Il video dell’arrivo su Youtube!