5 agosto 2013 – E’ un momento come pochi per l’Italia che corre in montagna, che in meno di 30 giorni incassa dieci medaglie, conto tondo, agli Europei e Mondiali. Il 6 luglio, nella bulgara Borovets, gli azzurri cominciano l’assalto al podio ai Campionati Europei di specialità: Bernard Dematteis domina la competizione dal primo metro e si prende l’oro, Valentina Belotti e Alex Baldaccini sono d’argento, lo junior Michele Vaia di bronzo. E a conclusione di un campionato che finisce di diritto negli annali, gli azzurri vincono la gara sia con la squadra maschile che con quella femminile, strappando il bronzo con gli juniores. Sabato scorso, ai Chalenge Internazionale di Lunghe distanze di corsa in montagna di Szklarska Poreba (Polonia), il copione è molto simile: oro per le due squadre maschile e femminile, e argento per un nome familiare all’atletica italiana ovvero Ornella Ferrara (in maratona bronzo mondiale a Goteborg 1995, quinta ai Mondiali di Atene 1997). Ma questa volta a prendersi la copertina individuale è Antonella Confortola, vincitrice della prova femminile dopo una vita sugli sci da fondo. «E’ nato tutto da un’idea di Paolo Germanetto di qualche tempo fa e ammetto che all’inizio ero titubante: non avevo mai fatto una maratona, ne mai corso distanze così lunghe. Una sfida inedita, ma sci e corsa in montagna si assomigliano: la stessa fatica, lo stesso spirito, gli stessi allenamenti».
Nata come sciatrice, nel curriculum di Confortola ci sono quattro partecipazioni alle Olimpiadi invernali dal 1998 al 2010 e addirittura un bronzo, nell’edizione di Torino 2006 in staffetta (cui vanno aggiunti un argento e un bronzo iridati, sempre in staffetta). Ma come si passa dagli sci alle scarpette? «E’ nata un po’ per caso. La corsa faceva parte della preparazione alla stagione sulla neve e per un po’ ho fatto entrambe le specialità, d’inverno con gli sci e d’estate la corsa in montagna. Nel 2002 ho ‘provato’ i Campionati Italiani e sono arrivata subito terza, poi sono partita per i mondiali e la Coppa del Mondo». Quella mondiale è stata una gara vinta in rimonta e grazie a un’oculata gestione delle forze: «Per questo devo ringraziare la mia esperienza nello sci, sulle gare di tre o quattro ore: impari che è meglio conservare una scorta di energie, non finire mai con la lancetta in riserva perché nel finale o nelle parti più tecniche dovrai per forza di cose raschiare il fondo del serbatoio. E così è stato: nella prima metà ho controllato, nel resto della gara ho pagato di meno le incognite dovute al caldo, che è stato pesante per tutti, e alla strada difficile e sassosa». L’oro a squadre è arrivato grazie a un team eterogeneo ma affiatato, composto da una ex sciatrice, due affermate maratonete (Ferrara e Iozzia) e una mamma-runner che ha scoperto l’agonismo grazie all’amore per la montagna (Debora Cardone) «Ornella Ferrara l’ho conosciuta due anni fa ed è stato l’incontro fra due mondi diversi, quasi agli antipodi. Lei e Ivana Iozzia conoscono alla perfezioni i ritmi e le sensazioni della maratona, io mi trova a mio agio nei pezzi tecnici, difficili e più tipici della montagna. Abbiamo caratteristiche completamente differenti e il raduno è stato l’occasione per confrontarci e migliorarsi: una bella esperienza. In Polonia sul percorso di sassi era difficile trovare gli appoggi, ma per me forse lo era un po’ meno… anzi ammetto che mi è piaciuto. Se è piatto e ‘facile’ rischio di annoiarmi». Sci di fondo, corsa in montagna, ultimamente anche skyrunning. Atletica poliedrica ma sempre sotto il segno della montagna: «Io vivo e amo la montagna da sempre, in tutti i suoi aspetti. Il mio papà è di Bormio ma io sono nata e vivo in Val di Fiemme, a Ziano, è questo il mio habitat naturale» Antonella è sposata con un monumento della corsa in montagna: Jonathan Wyatt, 6 titoli iridati nella disciplina, neozelandese già olimpico ad Atlanta 1996 nei 5.000 e 21° nella maratona di Atene 2004, quella della splendida vittoria di Stefano Baldini. «Ci unisce, neanche a dirlo, la passione per la montagna. Mio marito Jonathan fa la spola con la Nuova Zelanda, io lì ci vado solo per le vacanze, un mese l’anno. E’ bello ma casa è qui». Quale sarà la prossima sfida? «Ho 37 anni e devo vivere stagione per stagione. L’esperienza mi è piaciuta moltissimo, ma non posso permettermi di programmare a lungo termine. Penso anche a una famiglia». Anna Chiara Spigarolo – www.fidal.itHome page » Confortola, l’oro arriva sugli sci
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