27 giugno 2013 – Il magnifico selvaggio è ritornato. Dopo 40 anni Marcello Fiasconaro ha rivisto l’Arena. E’ arrivato come ospite d’onore dei Campionati Italiani Assoluti che si disputeranno a Milano dal 26 al 28 luglio. L’occasione per riparlare di un mondiale era ghiotta e questa volta la Fidal ha fatto le cose in grande. Ha offerto all’ex azzurro un viaggio da Johannesburg sino a Milano via Addis Abeba per ricordare l’avvenimento e per presentare gli assoluti. March è sbarcato il 26 giugno a Milano ed è stato un continuo sottoporsi a interviste televisive e non ed a scatti fotografici. Marcello, per i più giovani, sarà bene ricordare che arrivò in Italia grazie al discobolo Carmelo Rado, che all’inizio degli assi Settanta viveva in Sudafrica, questi segnalò che un ragazzo dai capelli lunghi con il fisico da rugbysta correva forte i 400 metri. Arrivò in Italia da perfetto sconosciuto. Alla sua prima uscita con una maglia a righe bianca e verdi orizzontali centrò il primato italiano sul giro di pista. Figlio di un cantante lirico abbattuto in volo sui cieli sudafricani e internato nel campo di concentramento di Zondewater. Al termine del conflitto Gregorio Fiasconaro da Castelbuono nelle Madonie rimase nella nazione arcobaleno. Marcello nei due giorni nei quali ho avuto l’opportunità di scambiare qualche parola, ha dimostrato tutta la sua proverbiale solarità, la stessa di quando batteva le piste di tutto il mondo. I suoi garretti, fragili e in piede cavo non gli hanno permesso sfracelli che lo avrebbero proiettato per decenni nell’olimpo dell’atletica. In comune a Milano sono arrivati in molti a festeggiarlo. La sala piena di tanti, tantissimi campioni del passato. Inutile enumerarli tutti. Ad un certo punto si è assistito alla proiezione di quella bellissima cavalcata.

Fiasconaro tra il pubblico presente in sala

Fiasconaro tra il pubblico presente in sala

Il 27 giugno del 1973 alle 22,30 all’Arena nell’incontro internazionale Italia Cecoslovacchia (due atleti per nazione) Pietro Mennea aveva già vinto i 100 e 200, Del Forno valicato l’asticella a 2,19, Simeon scagliato il disco a oltre 63 metri. Entrò in pista Marcello che il giorno prima aveva vinto anche i 400. Aveva un gran mal di testa e una gran voglia di tornare in Sudafrica. Lo avevano avvertito che il ceco Plachy era dotato di un rush finale considerevole. Marcello prese il via come sapeva fare lui: passaggio ai 400 in 51” e pochi (tempo considerato allora pazzesco….ma queste sono opinioni) ai 600 Plachy era ancora abbastanza vicino. Gli ultimi 100metri un calvario per il ceko, mentre Marcello Fiasconaro mandava in pensione i vari Snell, Woottle e Doubel, tre atleti che detenevano il primato sul doppio giro di pista. Il suo 1’43”7 avrebbe resistito sino all’avvento di un altro grande: Alberto Danger Juantorena.
Marcello Fiasconaro intervistato dal "nostro" Walter Brambilla

Marcello Fiasconaro intervistato dal “nostro” Walter Brambilla

Fiasconaro segue dal Sudafrica l’evolversi dello sport atletico italiano, ma ha ammesso che non vede troppe maglie azzurre in giro. Non chiedetegli se conosce qualche atleta della nuova generazione, sarebbe troppo. Conosce benissimo Bolt che considera un vero e proprio ambasciatore dello sport mondiale, poi ama Rudisha, “corre come me” ha detto senza falsa modestia. Oggi Marcello alla Sala Alessi dell’Arena ha ringraziato tutti per l’accoglienza, lo ha fatto con quel suo tipico modo di esprimersi con un italiano a volte inframmezzato da qualche parola inglese. Si è fatto capire benissimo. Gli è stata decretata un’ovazione. Te la sei meritata Marcello. Il tuo modo di vivere, di allenarti, di vestirti, a metà tra un hippy e un contestatore degli anni Settanta si è palesata nel tuo sorriso, accompagnato dalla bellissima moglie e dai due figli. Walter Brambilla