5 maggio 2013 – Il Mezzalama e la sua leggenda. Quella costruita attorno a chi lo corre e a chi lo porta a termine, a chi lo perde e a chi lo vince. Il Mezzalama e “La Montagna”, tutto rigorosamente maiuscolo. Su come sia andata anche questa volta tanto spazio, logicamente, sui siti specializzati, quelli che con dovizia di particolari vi hanno raccontato ad esempio dell’impresa di Damiano Lenzi – Manfred Reichegger – Matteo Eydallin, un po’ a sorpresa capaci di precedere i grandi favoriti della vigilia, ovvero i francesi Bon Mardion e Jacquemod, questa volta in corsa con Kilian Jornet Burgada. Il nostro allora, è un ritornare sull’evento per vie diverse: quelle che trovano finalmente ascolto, proprio nel dì di festa, da parte di quello “Steppen” che invano per tutta la stagione ci aveva promesso qualche pezzetto… Le righe attese senza mai troppa convinzione, arrivano oggi. E corsainmontagna.it fa allora festa con Matteo Eydallin: sua la firma su racconto sui generis e dissacrante, al solito e pure il giusto. Perché vincere senza prendersi troppo sul serio a noi è sempre sembrato non secondario valore aggiunto…L’impresa da celebrare alla sua aggiunge però chiaramente le firme di Lenzi e Reichegger: il Mezzalama sempre in tre si corre, si finisce, si vince o si perde… Quando mi si chiede di scriver qualcosa sullo sci alpinismo a primavera inoltrata è sicuramente più facile che non quando me lo si chieda in autunno: perlomeno si è meno lagnosi e presi meglio, nonostante un hangover che non aiuta molto… Stagione per fortuna chiusa, con un biglietto aereo già pagato e non utilizzato causa rinvio Mezzalama: già, proprio quello che si sarebbe dovuto correre la settimana scorsa e che forse era necessario vincere ieri per evitare oltre al danno pure la beffa… La cronaca di gara è semplice con un Kilian Jornet in giornata no e tutti che cercano giustamente di approfittarne: lo si è capito dopo una decina di minuti quando ce lo siamo trovati a fianco, con una cadenza che non era la solita, in coda al gruppetto di testa, con i suoi compagni davanti a voltarsi…“Steppen non dovresti essere da un’altra parte? Non è questa la tua posizione…”  – abbiamo pensato un po’ tutti! E un po’ tutti abbiamo quindi colto la palla al balzo, forzando la mano sulla prima salita…Il rischio era quello di pagare il forcing sul finale, cosa che poi è puntualmente avvenuta per entrambe le squadre in avanscoperta: Holz-Boscacci-Lanfranchi  e la nostra, ovvero Lenzi-Reichegger-Eydallin. Con tempi ed esiti per fortuna diversi… Ma si sa, chi è potente è anche duro a morire ed ecco quindi che verso metà gara parte la rimonta dei francesi in cordata con Kilian ai danni di Holz-Bosca-Lanfra prima e nostra subito dopo. Rimonta che li porta quasi a vincere, togliendo dai nostri occhi lo sguardo sognante che avevamo fino ad una mezz’oretta prima…Meno di un minuto il distacco sul traguardo, rientro contenuto con non poca fatica, fisica quanto mentale. Mezzalama che mette allora un po’di giustizia e “cambiamento” in ambito internazionale, con i “supereroi” francesi Bon-Mardion-Jacquemoud per la prima volta sconfitti in una grande classica quest’anno. Come decretato dal saggio delle birre dopo alcuni giri “anche Napoleone ha avuto la sua Waterloo”…anche se davvero non si può in questo caso parlare di disfatta, ma solo di mezza-sconfitta e senza peraltro mettere in discussione il loro valore atletico che è stato superiore durante tutta la stagione. Chiudere pezzi quando non si è del mestiere non è mai facile, ma comunque doveroso e necessario, visto che le cose lunghe non ha mai voglia di leggerle nessuno… Auguri allora a  Bon-Mardion che è appena diventato padre per la seconda volta e arrivederci al prossimo anno!” Matteo Eydallin Foto: Carlo Ravetto