18 marzo 2013 – Affare tutto africano, come da previsioni, la maratona di Roma, corsa ieri in una Capitale tutta immersa nelle suggestioni del primo Angelus del nuovo pontefice Francesco. E se al Colosseo per primi sfrecciano l’etiope Getachew Negari (2h07’56”) e la keniana Helena Kirop (2h24’40”), l’atletica azzurra sussulta specie per quanto realizzato a New York da Daniele Meucci. Nella mezza maratona statunitense, nel bel mezzo di Central Park, il pisano dell’Esercito chiude infatti secondo in 1h01’06” (sesto di sempre in Italia), preceduto dal solo bronzo olimpico di maratona, il keniano Wilson Kipsang (1h01’02”). Non così fortunata, invece, la trasferta newyorchese della primatista italiana di maratona Valeria Straneo, ventesima in 1h13’57”: l’alessandrina avrà modo di rifarsi.

Meucci e Straneo (foto Nike - We Run Rome)

Tornando a Roma, detto dei 14000 partenti, pure va aggiunto il fatto che tra i primi dieci uomini soltanto Kenya ed Etiopia siano rappresentate e peraltro in egual misura, così come il fatto che al femminile soltanto la turca Hydar (terza) e la russa Leonteva (settima) siano volti non africani nella top ten. All’indomani dell’infortunio di Andrea Lalli – alla fine pare purtroppo un pochino più grave del previsto il problema al polpaccio che ha fermato il campione europeo di cross -, la maratona capitolina soffre della mancanza di azzurri di vertice: al maschile Andrea Zambelli (Atl. Scandiano /2h34’34…) il primo italiano, al femminile il “primato” tocca invece a Federica Liberati (lbm sport eam /2h59’44”).