20 dicembre 2012 – Inverno non certo periodo di letargo, anche e soprattutto per chi in fondo attenda la bella stagione per tornare a correre sui sentieri. Ecco perché, nel riprendere il nostro cammino dedicato all’allenamento, andiamo a rilanciare un interessante articolo del sito spagnolo www.carreraspormontana.com sull’utilizzo dello sci alpinismo come mezzo di preparazione alternativo alla corsa in inverno. L’articolo, realizzato in collaborazione con Javièr Martìn de Villa, tecnico della Federazione madrilena di montagna che ha allenato atleti del calibro di Mireia Mirò e Marc Pinsach, dimostra a livello scientifico come lo sci alpinismo possa essere un ottimo allenamento invernale per skyrunners e corridori in montagna di alto livello, ma non solo. Interessante a noi pare anche l’affrontare il tema da un punto di vista diverso da quello italiano, un fronte di osservazione che in parte aiuta anche a guardare la propria storia sportiva così come la leggono altri Paesi. Un esercizio mai inutile… Correre è un gesto naturale per l’uomo, e così naturale è praticare la corsa sui sentieri per coloro che vivono in regioni montane, laddove la topografia incide sulla propria vita quotidiana. E’ quindi normale che queste popolazioni durante l’ inverno, quando le montagne sono coperte di neve, lo facciano sugli sci. Ci sono diversi modi per affrontare i pendii come un valore aggiunto all’allenamento per gli atleti di corsa in montagna. La mancanza di una letteratura completa e rigorosamente scientifica di entrambe le specialità, in particolare per quanto riguarda gli studi specifici con atleti di alto livello, a volte ci costringe ad affrontare in base alle conoscenze empiriche o di esperienza. La verità è che se guardiamo ai risultati di atleti di sci alpinismo e corridori in montagna (o viceversa) ci rendiamo conto che, a prima vista, sembra esserci una correlazione positiva tra i risultati delle due specialità. E ‘difficile dire chi siano stati i pionieri di questa polivalenza, un esempio può essere quello di Fabio Meraldi, sciatore e “skyrunner” della Valfurva (So). Tra la fine degli anni ’80 e la prima metà degli anni ’90 ha saputo combinare entrambe le discipline. Al fianco del suo maestro, Adriano Greco, è stato uno degli atleti più medagliati dello scialpinismo, con 10 Pierra Menta, 4 Trofei Mezzalama, 4 Sellaronda, e 3 titoli europei tra gli altri titoli. Ha raccolto un gran numero di vittorie in gare di skyrunning (3 vittorie al Trofeo Kima, una vittoria nel Dolomiti Skyrace, Giir di Mont …). Si deve aggiungere che Fabio, principalmente, si è sempre ritenuto un atleta di corsa in montagna, in quanto lo sci alpinismo veniva da lui considerato un supplemento al proprio allenamento per l’estate. Oggi abbiamo l’esempio di due corridori e sciatori di alto livello che mostrano la sinergia di queste due modalità, eccellendo in entrambe le stagioni. Kilian Jornet, recentemente laureatosi campione del mondo di skyrunning per la quarta volta, e anche campione del mondo e d’Europa nella cronoscalata e nell’individuale nello sci alpinismo (2011), e Mireia Miró, ugualmente campionessa del mondo, individuale e a cronometro (2011) di sci alpinismo, nonché vincitrice di tutte le competizioni di corsa in montagna/skyrunning a cui ha preso parte nel 2011 (Giir di Mont, Dolomiti Sky Race, Olla de Nuria, ecc). Ora si tratta di dare un supporto più scientifico a questa realtà, al fine di comprendere meglio le possibili sinergie dell’allenamento sugli sci come metodo di preparazione in inverno per i corridori e viceversa. Gli studi di Schenk K et al (2011) e Duc S (2011), evidenziano alcune delle caratteristiche più importanti di gare di sci alpinismo, in particolare a livello fisiologico. Entrambi gli studi hanno osservato degli scialpinisti durante una gara, confrontando i risultati di alcune prove sotto sforzo condotti in precedenza sui medesimi soggetti. Va detto che entrambi gli studi non sono stati effettuati su atleti di alto livello. Questi parametri mostrano la grande stimolazione sui sistemi di produzione di energia aerobica che esiste nello sci alpinismo, e questo è un fattore molto utile anche per le corse in montagna. E’ situazione molto comune ottenere valori di VO2max superiori a 70 ml * kg * min-1 in sciatori di alto livello. Molto simile ai risultati ottenuti da Esteve-Lanao J et al (2008) su uno studio della mezza maratona, che parla del 5%, 55% e 40% in ciascuna delle tre zone (Z1, Z2 e Z3), rispettivamente, che dà un’idea dell’ intensità di questa specialità. Questo è interessante perché ci sono studi che collegano il rendimento tra le prestazioni nella corsa in montagna con il tempo in maratona e mezza maratona. Schenk K, così si esprime nella sua ricerca, “In questo studio abbiamo descritto una grande intensità assoluta durante l’esercizio, espressa dalla frequenza cardiaca media sulla frequenza cardiaca massima di 0,87. Simili intensità si sono registrate in ciclisti durante prove a cronometro su breve distanza. “. S Duc, nella sua ricerca mette a confronto l’intensità di sci alpinismo, con la mezza maratona o gare lunghe di mountain bike.
Sci alpinismo e corsa in montagna: uno allena l’altra…
