Quel “dolorino addominale” che…I disturbi gastrointestinali sono frequenti tra i corridori: proprio per questo la nostra esperta in alimentazione, la dottoressa Elena Casiraghi, prova ad approfondire il tema. Che diventa così l’argomento su cui focalizzare l’attenzione questo giovedì, il giorno che abitualmente riserviamo alle tematiche che gravitano attorno all’allenamento.
Chi corre lo sa. I disturbi gastrointestinali sono frequenti tra i corridori. I dolori colpiscono sia la parte alta dell’addome che quella bassa e si manifestano con disturbi quali bruciore o reflusso gastroesofageo, bruciori di stomaco, nausea, vomito, fitte e crampi addominali, necessità di defecare con urgenza, diarrea e presenza di sangue nelle feci.
Questi disturbi, generalmente transitori, portano l’atleta a ridurre l’intensità dello sforzo o, nei casi più gravi, ad abbandonare l’allenamento o la competizione in atto. Nelle competizioni di endurance, del resto, sono tra le cause più frequenti di ritiro o di riduzione della prestazione.
Tra le cause più frequenti ci sono la mancanza di esperienza (ne sono più colpiti i neofiti e amatori rispetto agli agonisti) e l’intensità dell’impegno (maggiore è lo sforzo, più elevato sarà il rischio). Anche gli alimenti che si sono assunti nei due pasti precedenti la gara possono influire (i maggiori problemi derivano dall’assunzione prima dell’attività di alimenti grassi, ricchi di fibre e contenenti derivati del latte); anche durante l’impegno bisogna fare attenzione ai cibi e alle bevande che si assumono (un’elevata dose di caffeina può aumentare i movimenti intestinali come, d’altra parte, anche l’assunzione di bevande contenenti grandi quantità di Sali minerali).
Alimentazione prima della gara
Se si soffre di diarrea o di disturbi legati alla parte bassa dell’addome è bene limitare o evitare i cibi ad alto contenuto di fibre (es. verdura, legumi, cereali integrali) nei due giorni che precedono la competizione e la frutta in quantità eccessiva nelle 24 ore prima della gara.
Va, inoltre, evitato il latte, la panna e il gelato (anche in quantità minime) nelle ultime 24 ore.
L’ultimo pasto va consumato almeno 3 ore prima dello sforzo, o anche di più se si hanno tempi di digestione lunghi. In esso, inoltre, è consigliabile che ci siano pochi grassi, specie se di origine animale.
In gara
Se nelle precedenti gare, nell’ultimo tratto, si è sofferto di nausea o vomito o si è avvertito il rifiuto di assumere cibi, bevande o energetici, è bene cercare di evitare la disidratazione e l’ipertermia (ovvero il surriscaldamento dell’organismo, proprio come accade ai motori), in particolare se la temperatura dell’aria è elevata.
Non dimenticare che tutte le bevande e gli energetici vanno testati in allenamento. Gioca d’anticipo: nelle sedute a ritmo gara o il più possibile vicino ad esso, prova la tua strategia di integrazione, modula formato, quantità e gusto e collauda la modalità di trasporto migliore.
Elena Casiraghi,
Equipe Enervit, specialista in integrazione