Visto che tanto si è scritto senza probabilmente essere ben informati dei fatti, scrivo questo comunicato a nome di tutto il GS Orobie in merito a quanto avvenuto sabato al Trofeo Cortinovis di Lenna, riguardo alla prova delle junior femminili. Purtroppo si è verificato un errore di comunicazione, quando il venerdì sera alle 18.30 siamo stati informati che le junior femminili non avrebbero potuto disputare la gara, abbiamo subito provveduto ad avvisare le cinque iscritte, non riuscendo purtroppo a contattarne una. Non era certo nostra intenzione mancare di rispetto a nessuno e ci scusiamo nuovamente e pubblicamente di quanto accaduto, cosa peraltro già fatta direttamente in privato alla diretta interessata. Per la cronaca, le tre junior poi presentatesi hanno potuto comunque disputare la gara, seppur non ufficialmente ed hanno ricevuto anche regolare premiazione, come dimostra la presente foto del podio. Con questo spero di aver fatto un po’ di chiarezza e di aver smorzato inutili polemiche. Il presidente del Gs Orobie Gianfranco Baldaccini

Il podio"ufficioso" delle juniores femminili

Il nostro commento: Sollecitati, abbiamo cercato di informarci meglio, partendo da una lettura più puntigliosa del regolamento della gara. La gara delle juniores femminili non è menzionata nel programma ufficiale, ma ad essa si fa invece preciso riferimento nel regolamento approvato e pubblicato, laddove si intende che possano gareggiare sullo stesso tracciato riservato a promesse/senior/master femminili e master maschili over 60. Il problema in fondo sta tutto qui, essendo previsto dal regolamento tecnico della corsa in montagna che i percorsi per le juniores donne non possano superare i cinque chilometri. Insomma, per le juniores donne, sarebbe servito percorso ad hoc, diverso da quello di 6100 metri riservato alle altre donne in gara. Nessuna voglia di far polemica, perché mai giova a nessuno. Solo abbiamo raccolto lo sfogo di una mamma che pubblicamente sul nostro portale si lamentava del fatto che la propria figlia avesse fatto molti chilometri per fare la gara e avesse poi dovuto correre fuori gara; aggiungendo soltanto che “al di là di ogni altra considerazione, ci dispiaceva per le ragazze”. E così, soltanto, continua ad essere. Organizzare, tanto più di questi tempi, non è mai facile e se un organizzatore si scusa pubblicamente, certo merita il massimo rispetto, perché qualche piccola difficoltà può capitare a tutti – quante ne sono capitate a noi… – e la prima a dispiacersi in questo caso è sicuramente la Società organizzatrice. Bravi gli organizzatori a premiare comunque le juniores, mostrando attenzione nei loro confronti e “coccolando” così una categoria che per i numeri che purtroppo sforna anche a livello nazionale di “coccole” e attenzioni ne merita tante e diffuse da parte di tutto il movimento. Il problema, semmai, sarebbe di riuscire tutti insieme a “coccolarle” all’interno dei parametri tecnici riservati alla categoria, e dunque a monte sta il problema. Attenendo esso non tanto al ruolo del singolo organizzatore quanto al sistema integrato di approvazioni e omologazioni dei percorsi. Se soltanto una settimana prima a Muratello di Nave le juniores donne si sono ritrovate di fronte a problema non dissimile, evidentemente qualche difficoltà esiste e a noi, quello solo, continua a dispiacere per le ragazze. Sul rapporto di omologazione del percorso di Lenna o della Maddalena, evidentemente, o sarà presente deroga ai parametri tecnici della categoria – e dunque le juniores in realtà avrebbero potuto correre insieme alle altre categorie femminili – oppure, se previsto che possano correre, sarà indicato su quale tracciato e su quali distanze sia previsto si disputi la gara. Anche con eventuale integrazione che parzialmente modifichi una precedente omologazione per la quale non siano ancora trascorsi i cinque anni di validità. Affrontare il tema non significa necessariamente fare della polemica, ma anzi dare spazio a riflessioni come questa che, con buona volontà da parte di tutti, possono persino risultare utili al movimento. Anche partendo da punti di vista differenti che trovino poi un loro ragionamento comune. Qui o in altre sedi. Fino in fondo, in tal senso, raccogliamo dunque l’invito del presidente Baldaccini e senza focalizzarci sul singolo episodio rilanciamo la questione, mettendo sul piatto alcuni quesiti, di questi tempi peraltro già affrontati anche su altri portali che si occupano del…diversamente muoversi in montagna (vedasi ad esempio la lettera di Dario Fracassi su sportdimontagna.com). Ovvero il tema delle omologazioni dei percorsi di gara, della loro reale effettuazione e dei parametri tecnici previsti dal regolamento della corsa in montagna. Perché se la realtà delle strade di montagna è cambiata rispetto ad alcuni decenni fa, è evidente che prima o poi occorrerà mettere ad esempio mano alle percentuali riferite ai tratti asfaltati (non più del 20% recita il regolamento) onde evitare che i singoli omologatori siano costantemente costretti a derogare al regolamento. Oppure prevedere nuove tipologie di gare, tipo la corsa in salita su asfalto, per dare orizzonte meglio definito a quel tipo di manifestazioni ora magari gravitanti nel limbo ricompreso tra strada e montagna. Anche perché oggi come oggi, ipoteticamente, un allievo o un’allieva potrebbero correre una gara di 10 Km in salita su asfalto se catalogata come corsa su strada, ma una juniores donna non potersi cimentare in gara di tre o quattro chilometri più corta (come appunto quelle della Maddalena o di Lenna) perchè catalogate come corsa in montagna… Ovvero ancora, allargare lo sguardo e inserire tutto il discorso in un ambito più generale, dato anche dal confronto con orizzonti assai paralleli a quelli della corsa in montagna. Un confronto che profila comportamenti diversi anche all’interno della stessa Fidal – si vedano gli Ultra Trail così come concepiti dalla IUTA, che si richiama comunque alla Fidal -, e che su omologazioni e profili assicurativi legati ad esempio alla sicurezza sforna soluzioni differenti se il tema tocca poi l’ambito trail o quello skyrunning.   Perché certamente vero che si tratti di fenomeni diversi e ancor più diversamente regolamenti, ma alla fine e in qualche modo, pure occorre trovare risposte finali che convincano il singolo organizzatore che rimanere in un determinato ambito sia la sola realtà possibile oppure che, a farlo, si abbiano tutta una serie di prerogative e vantaggi, anche a dispetto di qualche accorgimento in più. O di qualche tassa che, in tal caso, nemmeno il più restio ai regolamenti tra gli organizzatori potrebbe essere tentato di percepire come poco amato “balzello”. Paolo Germanetto