De Gasperi durante l'ascesa al Monte Elbrus 5642 mt.

Dopo giorni di pioggia e neve, questa mattina splendeva il sole sul Monte Elbrus, imponente massiccio vulcanico nella catena montuosa del Caucaso, che con i suoi 5642mt di altitudine è considerata la cima più alta d’Europa. Alle 6.30 di mattina veniva dato lo start dalla località di Azul, 2300mt di quota, con 40 concorrenti fra uomini e donne alla conquista della vetta. Quattordici chilometri di sola ascesa con 3350mt di dislivello positivo da compiere – una fatica immane già in condizioni normali -, così a rendere le cose un po’ più insidiose ci ha pensato una nevicata notturna che ha costretto gli atleti a sprofondare nella neve fresca (anche se il tracciato originale era ben visibile dalle bandierine) dai 4000mt in su.

Allo sparo, come in occasione del VK di due giorni orsono, una coppia si poneva al comando, si trattava dello Spagnolo detentore delle SWS Luis Alberto Hernando e dell’azzurro Marco De Gasperi. A breve distanza inseguivano i due russi Bolkhovitin e Shmir. Al passaggio dei primi 1000mt di ascesa al Myr, il tandem italo-spagnolo transitava in 53′, da lì peró la neve iniziava a rendere faticoso l’incedere degli atleti. Al rifugio Botchki, 3600mt di quota, avveniva la svolta. La scelta tecnica di non cambiare i materiali leggeri,  premiava Hernando che scattava al cambio con oltre 3’30” di vantaggio su De Gasperi, il quale al posto delle scarpe da trail, perferiva calzare gli scarponcini con ramponi leggeri oltre al cambio di indumenti. Negli interminabili falsipiani alternati a pendenze più marcate che conducevano al Pastukhova Rocks , Hernando proseguiva la sua marcia con un distacco su De Gasperi di circa 5′ ai 4800 mt di altitudine. La giornata era splendida con un vento non fastidioso di circa 10mt/s. A 5400mt di quota c’era il riaggancio. Hernando calzava i ramponi solo in quel punto e De Gasperi rinveniva su di lui nelle ripide rampe finali che conducono alla vetta. A quel punto peró lo spagnolo non sbagliava, partiva in contropiede e andava a conquistare questa Skyrace che per come si è sviluppata ha qualcosa di epico. 3h41’26” per il trentacinquenne di Burgos, Marco De Gasperi nel finale cedeva qualcosa e terminava a 2’30”. Terza piazza per il russo Shmir a circa 11′ dal vincitore. Il tempo record di ascesa fatto segnare nel 2010 con 3h24′ non è stato abbattuto, complice appunto, le difficili condizioni del tracciato.

Lo Skyrunning dunque torna a scalare le cime come ai suoi albori nei primi anni 90′. Una pratica poi abbandonata, perchè con troppe variabili, pericoli oggettivi e comunque non fruibile da parte di tutti gli atleti che amano questo sport. La Russia e la sua federazione di montagna qui impegnata nell’organizzazione, ha reso tutto perfetto, grazie anche alla clemenza del meteo.

Il Monte Elbrus

I commenti a caldo: Hernando: Sono felicissimo di questa vittoria, ero consapevole che guadagnare un margine al cambio materiali su Marco, mi avrebbe avvantaggiato notevolmente, peró ho dovuto lottare fino alla fine per aggiudicarmi questa sfida che per me è stata memorabile. De Gasperi: Non ero venuto con l’intento di correre questa gara durissima, peró poi, pensando di essere al cospetto della montagna più alta d’Europa, non provare ad arrivare in cima mi avrebbe lasciato un po’ di rammarico. Avrei firmato per qualsiasi posizione finale, bastava arrivare in vetta. Poi peró in gara le sensazioni erano buone, ho capito che metabolizzavo ottimamente e non nascondo di aver puntato alla vittoria. Luis peró è stato intelligente a leggere la gara, è salito con le scarpette con dei ramponcini leggeri fino quasi in cima, non cambiando materiale. Va comunque bene così, sono felice che abbia vinto lui, perchè oltre al essere un ottimo atleta è un grande amico.