La pioggia, alla fine, risparmia Cafasse e la trentesima edizione della sua Ca’ Bianca. Non piove sulle loro teste, ma acqua e fango di certo non sono mancati sotto le scarpette del centinaio di atleti in gara questa mattina là dove un tempo, per prassi e rito, cominciava la stagione della corsa in montagna nazionale. Debora Cardone (Giò 22 Rivera) e Xavier Chevrier (Valli Bergamasche) a iscrivere allora il proprio nome in albo d’oro di grandissimo prestigio, sebbene la manifestazione negli ultimi anni abbia abbandonato il rango nazionale. La Cardone domina la prova femminile, mettendo in fila anche tutti gli juniores uomini (primo l’astigiano Jacopo Musso): per lei un tempo finale di 38’39”, con Mirella Bioletti (Cafasse) seconda a 3’22” e altra Mirella, l’ex azzurra Cabodi (Atl. Cumiana), terza a 4’27”. Quarta Katarzyna Kuzminska (Atl. Balangero / 43’47”), quinta Giulia Viotti (Giò 22 Rivera / 45’18”). Simile il copione della prova maschile, con Chevrier ad involarsi dopo il primo chilometro di gara e guadagnare progressivamente spazio, in particolar modo nei due tratti ascendenti. Per lui, alla fine, vittoria netta in 49’19” con 2’27” di margine su Francesco Bianco (Atl. Palzola) e 3’22” su Erik Benedetto (Gp Rivarolo). A seguire Mirko Bertino (Lib. Forno /53’22”), Massimilian Di Gioia (Atl. Palzola / 53’56”), Stefano Giaccoli (Gp Rivarolo / 54’31”), Luca Vacchieri (Des Amis / 54’40”) e Danilo Scaini (Crc Alpignano /56’06”). Con la vittoria odierna, Chevrier riporta un valdostano in cima alle clasifiche della Ca’Bianca. E se la statistica richiama allora il successo nella prima edizione (1983) del suo concitadino Donato Ducly, è invece un volgersi indietro malinconico, ma non meno affettuoso, quello che riabbraccia i tre successi (1994-1995-1999) dello sfortunato Mauro Fogu: una gazzella che, da queste parti, sapeva spesso mettere in fila anche gli azzurri più forti della nostra corsa in montagna. Paolo Germanetto