Due ore ventitre minuti quarantaquattro secondi: in rosa, è il nuovo record italiano di maratona. La firma in calce, quella, è di un mammina piemontese che di stupire, se stessa in primis, proprio non vuole saperne di smettere. Se a Rotterdam chiedeva risposte importanti per rilanciare la sua candidatura olimpica in maratona, dai Paesi Bassi quella mammina, che vive ad Alessandria e che in gara veste i colori del Runner Team Volpiano, torna con la gioia e la consapevolezza di aver davvero realizzato qualcosa di importante. Tre secondi in meno di quanto la valsusina – altra piemontese, dunque – Maura Viceconte seppe fare a Vienna, nella primavera di dodici anni fa, in un 2000 che le avrebbe poi regalato anche il primato sui 10000. Al telefono, Valeria risponde con la gentilezza e la disponibilità che da sempre la contraddistinguono. E con un sorriso che le parole lasciano facilmente immaginare… Grande tempo, record italiano, seconda posizione in una maratona internazionale di primissimo piano: Valeria, te lo aspettavi? Sapevo di stare bene, nonostante qualche fastidio ad una caviglia nelle ultime settimane. L’obbiettivo era quello di giocarmi sino in fondo le mie chance e di provare ad avvicinare il primato della Viceconte. Poi però in gara le cose si sono messe un po’ diversamente…Soprattutto dal diciannovesimo al trentesimo chilometro c’era grande vento ed era impossibile correre in modo regolare: un Km a 3’16”, quello dopo a 3’30”, ci stavo capendo davvero poco, facevo fatica e quando, attorno al venticinquesimo chilometro, ho incrociato mio marito e la mia allenatrice Beatrice Brossa ho avuto la conferma di essere in ritardo anche piuttosto netto rispetto al prefissato…Dal trentesimo però, le cose sono cambiate ed ho finito in bella spinta. Al record non ci pensavo più, cercavo solo di rimanere concentrata per migliorare il mio tempo di Berlino 2011. Poi quando a pochi chilometri dal traguardo mio marito mi ha urlato che il record era fattibile, ho davvero dato tutto e…quel record, seppur al pelo, è arrivato.

Valeria in azione a Rotterdam

E ora, che succede? Olimpiadi diventa inevitabilmente la parola più facile da abbinare alla prestazione di ieri… Intanto un po’ di riposo, perché il mio fisico, anche attraverso il fastidio alla caviglia di cui sopra, me lo chiede…Da Rotterdam sono tornata già nella serata di ieri, stamattina è stato bello accompagnare i figli a scuola, meglio non abusare troppo dei nonni…Poi certo, penso di aver fatto tutto quanto potevo per conquistarmi la maratona olimpica e un record italiano come questo penso deponga a mio favore. Ieri anche il responsabile di settore Luciano Gigliotti mi ha fatto i complimenti, dicendomi di stare tranquilla…Ma io, finché non vedo la convocazione ufficiale, non voglio crederci ancora. In autunno mi era stato detto di provare a fare il minimo sui 10000 metri, ma il desiderio di correre la maratona olimpica era troppo grande per non provarci ancora… La tua storia ormai è nota: la sferocitosi congenita, l’asportazione della milza e una seconda vita atletica. Lasciamo stare, passiamo oltre… No, no, parliamo pure, perché non ho nulla da nascondere! Se, dal di fuori, dovessi leggere i miei miglioramenti in queste due ultime stagioni, sarei io la prima ad avere dei dubbi…Però poi, cercherei di informarmi, di capire, senza sparare sentenze e fare accostamenti che sono lontani dalla mia cultura, dall’ambiente che mi circonda, dal mio modo di essere. La mia cartella clinica pre e post operatoria, tutta la mia situazione medica è seguita dalla struttura sanitaria federale, con in testa il dottor Fiorella. Ribadisco, sono disposta a fare ogni tipo di controllo, ogni settimana, quando si vuole, perché non ho nulla da nascondere. In fondo cosa dovrei fare? Correre più piano, non inseguire i miei sogni per non alimentare sospetti ? Piuttosto che sull’ostracismo e sui commenti malevoli, in ogni caso, preferisco prendere tutto l’affetto, tutto il sostegno che mi arriva oltre che dagli amici di sempre anche da gente che non conosco. E in fondo è cosa bella per davvero… Correre, ci dici, è soprattutto una grande passione. Ti rivedremo allora anche in montagna? Correre è davvero una passione, proprio per questo coltivata anche quando combattevo con anemie e dintorni. Chiaramente in questa fase ha assunto anche aspetti professionali importanti, ma non voglio cambiare l’approccio che mi ha sempre contraddistinto. Una passione che spero mi accompagni anche al termine della fase agonistica più intensa e che – magari non quest’anno, perché spero proprio di avere altri impegni in estate… – penso mi riporterà a cimentarmi ancora con salite e sentieri. Magari anche in qualche trail, perché no…Lo scorso anno, è stato davvero emozione intensissima quella di vincere il titolo tricolore a staffetta con Valentina Belotti. Intanto perché lei è davvero una bella persona e un’amica, poi perché mi è davvero piaciuta l’atmosfera respirata ad Arco di Trento. Mi sono divertita, insomma, anche se…che fatica! E che mal di gambe nei giorni successivi… La montagna, allora, attende di incrociarti ancora. Intanto grazie e che olimpici siano i tuoi sogni…

La Straneo tricolore in montagna a staffetta 2011 con la Belotti

Paolo Germanetto