Ivano Molin, atleta di casa, illustra la gara Domenica mattina dalle sponde del lago di Misurina partirà la trentanovesima edizione della Camignada poi Siè Refuge. Ivano Molin, atleta di casa, illustra la gara. Domenica mattina dalle sponde del lago di Misurina partirà la trentanovesima edizione della Camignada poi Siè Refuge. L’attraversata di oltre trenta chilometri collega Misurina ad Auronzo di Cadore attraverso le Dolomiti, all’ombra delle maestose Tre Cime di Lavaredo. La Camignada nata nel 1973 ha iscritto nel proprio albo d’oro nomi del calibro di Maurilio De Zolt, Luciano Fontana, Claudio Cassi e Ivano Molin. Proprio Ivano Molin, atleta della Forestale che ha vinto la gara di casa per ben cinque volte, racconta la “sua” Camignada. Tre aggettivi per descriverla? Impegnativa, sicuramente a livello agonistico si fa sentire. Stupenda per quanto riguarda il panorama, da gustare in modo assoluto. Emozionante, perché corro in casa quindi ha un valore speciale. Il percorso lo potresti correre a occhi chiusi. Quali sono i tratti più importanti? “I tratti più impegnativi, dal mio punto di vista, sono due. Il primo è salire al Rifugio Auronzo. Sicuramente faccio fatica a “carburare”, ma in ogni modo il dislivello maggiore si affronta in questa ascesa. Il secondo è la discesa della Val Giralba. Lungo questo sentiero che porta all’imbocco degli ultimi chilometri bisogna rimanere concentrati e soprattutto non si può dare fondo a tutte le energie rimaste. Per arrivare sotto il traguardo la strada è ancora lunga. In questo ultimo tratto i concorrenti sono messi a dura prova. Gli ultimi chilometri, quasi cinque, per arrivare al Palaghiaccio di Auronzo sono abbastanza anomali per una gara di corsa in montagna, se si arriva con le gambe in riserva, tagliare il traguardo diventa una sofferenza. Il mio consiglio è quello di non partire troppo forte e di sapersi gestire fino all’ultimo e di non scendere “a tutta” lungo la Val Giralba”. Che tipo di preparazione c’è alle spalle per correre la Camignada? “Per quanto mi riguarda, negli anni in cui l’ho vinta, la mia preparazione era tutta in funzione delle gare invernali con gli sci stretti, ogni tanto facevo qualche lungo per abituarmi alla distanza. A chi mi chiede qualche dritta su come preparare la Camignada rispondo di fare qualche allenamento abbastanza lungo (2.30/3 ore) nelle settimane che precedono la partenza, ma bisogna stare attenti a non arrivare al via troppo stanchi. Inoltre si potrebbe simulare l’ultimo tratto di gara abituandosi alle discese. La Val Giralba ha dei sentieri molto tecnici e impegnativi, saper corre in discesa è fondamentale. Al termine dell’allenamento sarebbe interessante fare degli allunghi per dare un buon ritmo alla corsa prima del traguardo”. In gara riesci a vedere lo spettacolo delle Dolomiti? In una gara così lunga hai tutto il tempo che vuoi per dare un’occhiata al pezzo di Mondo che stai attraversando. Le Tre Cime di Lavaredo, i laghetti di Cengia, il calcare delle crode sono tutti elementi che ti aiutano a pensare meno alla fatica. Inoltre dal Rifugio Auronzo in poi, il sentiero non è troppo impegnativo si può alzare anche lo sguardo dal sentiero”. Il record di 2.25.28 è di Luciano Fontana fatto registrare nel lontano 1990. L’anno prima Maurilio De Zolt era stato su 2.27.58. In questi ultimi anni i tempi si sono dilatati, certo il percorso è stato allungato, ma non giustifica tutta questa differenza. Certo il percorso è stato modificato, secondo me si è allungato di quasi cinque minuti, in discesa qualche scorciatoia è stata vietata. In questi ultimi anni anche se si è alzato il livello dei concorrenti, molti di loro riescono a stare sotto le tre ore, non c’è stato nessuno in grado di avvicinarsi ai tempo di ventuno anni fa. Inoltre c’è da dire che Luciano in quegli anni era veramente fortissimo. Forse quel record è destinato a rimanere tale per un bel po’ di anni. Mi piacerebbe invitare Kilian Jornet Burgada o Marco De Gasperi, si cabirebbe il valore del tempo di Fontana. La vedo dura scendere sotto le due ore e mezza”. Le iscrizioni on line sul sito www.sportis.it in questi giorni stanno per toccare il limite massimo di 1000 iscritti. Sul web si chiuderanno venerdì pomeriggio. @Il percorso La Camignada poi sié refuge” parte alle 8 davanti al lago di Misurina. Si prosegue verso la strada per le Tre Cime, che si abbandona al casello di pedaggio per deviare sul sentiero 101 che costeggia il Cadin delle Bisse. Al Rifugio Auronzo (2330 m) c’è il primo posto di controllo. Seguendo la carreggiabile si oltrepassa la chiesetta della Madonna delle Crode e si arriva al Rifugio Lavaredo (2344 m), secondo posto di controllo e primo punto di ristoro. Proseguendo per il sentiero 104 si raggiunge Forcella Lavaredo (2454 m) in un quadro meraviglioso di crode, tra cui la stupenda visione delle pareti Nord delle Tre Cime di Lavaredo. Passando poi sotto alle pareti Ovest della Croda Passaporto e del Paterno, in leggera salita si arriva a Forcella Toblin con il Rifugio Locatelli (2405 m), terzo posto di controllo. L’itinerario prosegue a est sul segnavia 101, sotto i ghiaioni che scendono dal Paterno, passando sopra l’Alpe dei Piani, con i bellissimi laghetti omonimi. Il sentiero ora sale ripido fino a raggiungere Forcella di Cengia (2522 m), con il Rifugio Piani di Cengia, quarto posto di controllo. Si scende poi leggermente su una cengia nella roccia scavata dagli Alpini e si attraversa il Passo Fiscalino (2528 m), antico confine politico. Una ripida discesa porta al Rifugio Zsigmondy-Comici (2224 m), secondo posto di ristoro, per poi proseguire sotto il vasto piedistallo ghiaioso della Croda dei Toni. La successiva salita porta a Forcella Giralba (2431 m), dalla quale si scende in breve al Rifugio Carducci (2297 m), sesto posto di controllo e terzo posto di ristoro. Inizia qui la lunga discesa verso Auronzo attraverso la Val Giralba, in fondo alla quale si trova il Pian delle Salere, con l’ultimo posto di controllo. Terminata la discesa, si attraversa la strada statale e ci si immette nella pista ciclabile sterrata che, dopo aver attraversato il fiume Ansiei in località Reane (presso le seggiovie), arriva al lago di Auronzo, e successivamente all’arrivo situato presso lo Stadio del ghiaccio (864 m).