Sette anni di staffette declinate al maschile. Ma questa volta, complice il nostro Grand Prix, nel Trofeo Valli Bergamasche trovano spazio anche le donne Cambiano magari le sfumature, ma di sole maglie verdi è colorato l’albo d’oro del Trofeo Valli Bergamasche. Merito certo della Forestale, vincitrice di sei delle sette edizioni sin qui disputate, ma merito pure di una Recastello Radici Group quel dì davvero più brava di tutte le altre. A correre era l’anno 2008, ma a correre – e pure a farlo forte -, quel giorno, furono soprattutto le maglie scure, ma sempre verdi, di Danilo Bosio, Fabio Ruga ed Emanuele Zenucchi. Quest’ultimo in quell’occasione pure capace di far segnare il miglior tempo individuale. Quel giorno per davvero, il buon Luciano Merla più non stava nella pelle: vuoi mettere il sapore di battere la Forestale e di vincere a casa dei “cugini”? Fu quella edizione particolare, in cui la Forestale dovette giocoforza rinunciare a Manzi e De Gasperi, e in cui sino alla fine le Valli Bergamasche credettero e sognarono di far loro invece la partita. Dal Manzi-Agostini-De Gasperi del 2004 al Manzi-De Gasperi-Rinaldi del 2010: lì in mezzo, 2008 allora a parte, solo dunque Forestale, con la gioia del successo ai quattro di cui sopra alternativamente riservata, con l’aggiunta del solo Alberto Mosca, nel 2006 trionfatore insieme a Marco Agostini ed Emanuele Manzi. Qualche piccola, impercettibile o quasi, variazione negli anni partorita nel primo tratto di salita, leggermente più difficile rende la comparazione dei tempi, ma in fondo non si sbaglia a citare quelli che ufficialmente rimangono i “record” della gara maschile. Sul tempo di 1h34’27”, nel 2004, si fermarono Manzi, Marco Agostini e De Gasperi, con il primo dei tre quel dì pure capace di correre in un 30’55” poi mai più battuto. Vicino ci arrivarono, nel 2007, Davide Chicco (Valli Bergamasche) e Alessio Rinaldi (Valle Camonica) che di uno e due secondi soltanto restarono sopra i trentun minuti. La storia recente di Leffe, quella legata alla sua staffetta, pure racconta dei quattro argenti colti dai padroni di casa dell’Atletica Valli Bergamasche (2006-2007-2009-2010), ma anche dei tre finiti nella bacheca dell’Atletica Vallecamonica (2004-2005-2008). Un podio finale, in ogni caso, sin dagli esordi aperto a sole quattro compagini: Forestale, Valli Bergamasche, Vallecamonica e Recastello. Un tabù che proprio sabato potrebbe cadere, dato il peso e il blasone di alcune compagini che a Leffe, questa volta, pare proprio non mancheranno… Ma il tabù più grande che sabato pomeriggio verrà infranto, sarà indubbiamente rappresentato dall’esordio della prova femminile. Loro a far da sole, e non a staffetta, ma comunque impegnate sullo stesso tracciato dei tre frazionisti maschili. Poco più di otto chilometri, dunque, anche per loro, ed una partenza di dieci minuti posticipata (ore 15.10) rispetto a quella riservata ai primi frazionisti maschili (ore 15.00). Una bella novità quella del debutto in rosa, tanto più significativa perché applicata a sentieri e terre la cui storia atletica molto più indietro si spinge rispetto al più recente racconto del Trofeo Valli Bergamasche. E’ patrimonio condiviso e riconosciuto, ma di tanto in tanto, una volta l’anno almeno, giova ricordare che proprio a Leffe, trent’anni fa, partiva l’avventura internazionale della corsa in montagna, con quelle prime rassegne che di lì a poco avrebbero portato all’avvento della prima Coppa del Mondo, a San Vigilio di Marebbe nel 1985. E l’entusiasmo e la passione che caratterizzavano quei primi passi, da queste parti, genuinamente, spesso ancora si respirano. Un respiro, un affetto, questa volta finalmente, appieno offerto anche alle donne. Paolo Germanetto